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Cessione banche venete: chi paga i debiti pregressi?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22707/2025, ha stabilito un principio fondamentale riguardo la cessione banche venete. In un caso riguardante un contenzioso tra un’azienda e un istituto di credito poi posto in liquidazione e ceduto a una grande banca, la Corte ha chiarito che l’acquirente non è responsabile per le passività derivanti da rapporti bancari già estinti al momento della cessione. La responsabilità per tali debiti, anche se oggetto di cause pendenti, rimane in capo alla procedura di liquidazione della banca originaria, in quanto non funzionali all’attività della banca cessionaria.

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Cessione Banche Venete: L’Acquirente Non Paga i Debiti dei Rapporti Estinti

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento cruciale sulla cessione banche venete, definendo i confini della responsabilità della banca acquirente per le passività pregresse. La questione centrale era stabilire se, nell’ambito della cessione di asset da un istituto in liquidazione a un altro, fossero inclusi anche i debiti derivanti da rapporti contrattuali già conclusi al momento del trasferimento. La risposta della Suprema Corte è stata negativa, tracciando una linea netta tra passività funzionali alla nuova attività e contenziosi pregressi su rapporti ormai esauriti.

I Fatti di Causa

La vicenda giudiziaria trae origine da una causa intentata da una società unipersonale contro una banca per presunta illegittima gestione di un conto corrente e di una polizza assicurativa. Il tribunale di primo grado aveva accolto solo in minima parte la domanda.

Durante il giudizio d’appello, la situazione si è complicata: la banca convenuta è stata posta in liquidazione coatta amministrativa e, contestualmente, parte delle sue attività e passività sono state cedute a un importante gruppo bancario nazionale. Gli attori hanno quindi riassunto il processo sia nei confronti della procedura di liquidazione sia nei confronti della banca acquirente, ritenendola successore nel rapporto controverso. La Corte d’Appello ha dato loro ragione, condannando la banca cessionaria al pagamento di una somma significativa.

Contro questa decisione, l’istituto acquirente ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo di non essere il soggetto passivamente legittimato, poiché il rapporto da cui scaturiva il debito era già estinto al momento della cessione.

La Responsabilità nella Cessione Banche Venete

La Corte di Cassazione ha accolto i motivi principali del ricorso, ribaltando la decisione d’appello. Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione combinata del decreto-legge n. 99 del 2017, che ha disciplinato l’operazione di salvataggio, e del contratto di cessione stipulato tra le parti.

Secondo gli Ermellini, la semplice pendenza di una lite non è un criterio sufficiente per trasferire la relativa passività alla banca acquirente. Il criterio dirimente, invece, è quello della funzionalità e inerenza del rapporto sottostante all’esercizio dell’impresa bancaria della cessionaria. I rapporti contrattuali già estinti alla data della cessione, per loro natura, non possono essere considerati funzionali alla prosecuzione dell’attività bancaria. Di conseguenza, i debiti e i contenziosi ad essi relativi non rientrano nel perimetro dei rapporti ceduti.

L’Interpretazione del Contratto di Cessione

La Corte ha sottolineato come il contratto di cessione, le cui disposizioni hanno eccezionalmente efficacia verso i terzi per previsione di legge, escludesse esplicitamente il cosiddetto “Contenzioso escluso”. Questa categoria comprende proprio le controversie relative a rapporti bancari già terminati alla data del trasferimento. Tale interpretazione è stata ulteriormente rafforzata da un successivo “Secondo Accordo Ricognitivo” tra le parti, che ha sancito in modo esplicito l’esclusione di tali contenziosi dalla cessione.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione su un’articolata analisi giuridica. In primo luogo, ha chiarito che il decreto-legge del 2017 non ha regolato direttamente l’oggetto della cessione, ma ha demandato alle parti contrattuali (i commissari liquidatori e la banca acquirente) il compito di definirne il perimetro, pur ponendo alcuni limiti inderogabili. L’intenzione della banca acquirente, come emergeva dalle premesse del contratto, era quella di acquisire “certe attività, passività e rapporti giuridici” per rafforzare la propria presenza sul mercato, e non di accollarsi passività non gradite e non funzionali a tale scopo.

L’espressione “rapporti inerenti e funzionali all’esercizio dell’impresa bancaria” deve essere intesa in senso concreto, riferendosi all’attività specifica che la cessionaria è chiamata a svolgere, e non in senso astratto. Un rapporto già estinto non ha più alcuna funzionalità rispetto all’attività futura dell’acquirente. Pertanto, le passività che ne derivano rimangono in capo alla procedura di liquidazione della banca cedente.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione stabilisce un principio di diritto di notevole importanza pratica per tutti i clienti e i creditori coinvolti nella cessione banche venete. Viene chiarito che la banca acquirente non è un successore universale e non risponde indiscriminatamente di tutte le passività della banca ceduta. La responsabilità per i debiti derivanti da contratti (come conti correnti, mutui, etc.) già chiusi prima della data di cessione resta in capo alla procedura di liquidazione coatta amministrativa della banca originaria. I creditori, pertanto, dovranno rivolgere le proprie pretese a quest’ultima, insinuandosi al passivo della procedura, e non alla banca cessionaria, che risulta priva di legittimazione passiva per tali contenziosi.

Nella cessione banche venete, la banca acquirente è responsabile per le cause legali relative a contratti già chiusi prima della cessione?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la banca acquirente non è responsabile per le passività e i contenziosi derivanti da rapporti bancari già estinti alla data della cessione, in quanto tali rapporti non rientrano nel perimetro dei beni e delle passività trasferite.

Quale criterio ha usato la Cassazione per decidere quali passività sono state trasferite?
La Corte ha utilizzato il criterio della funzionalità e inerenza del rapporto all’esercizio dell’impresa bancaria della banca acquirente. Solo i debiti derivanti da rapporti ancora in essere e utili alla prosecuzione dell’attività sono stati considerati trasferiti. I rapporti già estinti non soddisfano questo requisito.

Chi deve risarcire il cliente se la banca acquirente non è responsabile?
La responsabilità per i debiti relativi a rapporti estinti prima della cessione rimane in capo alla procedura di liquidazione coatta amministrativa della banca originaria. Pertanto, il cliente deve far valere le proprie pretese nei confronti di tale procedura, secondo le regole concorsuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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