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Certificato di agibilità: obbligo del locatore

Un locatore ha citato in giudizio un conduttore, gestore di una pensione, per il mancato pagamento dei canoni. Il conduttore aveva sospeso i pagamenti a causa della mancanza del certificato di agibilità. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che la consegna di un immobile provvisto dei permessi necessari per l’uso pattuito, incluso il certificato di agibilità, è un’obbligazione primaria del locatore. L’assenza di tale certificato costituisce un grave inadempimento che giustifica la sospensione del pagamento del canone da parte del conduttore, anche se l’immobile è materialmente utilizzato.

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Certificato di agibilità: un obbligo del locatore, non un onere del conduttore

Nel contesto delle locazioni commerciali, la presenza del certificato di agibilità rappresenta un elemento fondamentale per garantire la piena fruibilità dell’immobile secondo l’uso pattuito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito con forza i principi che regolano questa materia, chiarendo le responsabilità del locatore e i diritti del conduttore. La pronuncia in esame (Ordinanza n. 7408/2024) stabilisce che la mancanza di tale certificato costituisce un grave inadempimento da parte del locatore, tale da giustificare la sospensione del pagamento del canone da parte dell’inquilino.

I Fatti del Caso: Contratto di Locazione e Mancanza di Agibilità

La vicenda trae origine da un contratto di locazione per un immobile destinato a pensione. Una società, subentrata nel contratto a seguito di una cessione d’azienda, sospendeva il pagamento dei canoni di locazione. Il locatore, di conseguenza, avviava un’azione legale per sfratto per morosità.

In sede di giudizio, la società conduttrice si opponeva, sostenendo che l’immobile fosse privo del certificato di agibilità e presentasse difformità edilizie e impiantistiche che ne pregiudicavano l’uso e la sicurezza. La Corte d’Appello, riformando la decisione di primo grado, dava ragione al conduttore, dichiarando la risoluzione del contratto per inadempimento del locatore e condannandolo al risarcimento dei danni.

Il locatore ricorreva quindi in Cassazione, sostenendo che fosse onere del conduttore subentrante verificare la presenza delle licenze necessarie e che, in assenza di un provvedimento di chiusura da parte della pubblica autorità, l’immobile fosse pienamente godibile.

La Decisione della Corte di Cassazione sul certificato di agibilità

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del locatore, confermando integralmente la sentenza d’appello. Gli Ermellini hanno riaffermato un principio consolidato: l’obbligo di consegnare un bene idoneo all’uso convenuto, completo di tutte le autorizzazioni amministrative necessarie, è una delle obbligazioni principali del locatore ai sensi dell’art. 1575 c.c. Questo obbligo non deriva da una specifica clausola contrattuale, ma direttamente dalla legge.

Le Motivazioni: Obbligo Legale e Inadempimento Contrattuale

La Corte ha chiarito diversi punti fondamentali nelle sue motivazioni.

In primo luogo, la mancanza del certificato di agibilità non costituisce un semplice “vizio della cosa” (come un difetto fisico dell’immobile), ma un vero e proprio inadempimento contrattuale. Questo perché l’assenza dei titoli autorizzativi incide sulla possibilità stessa di utilizzare legalmente il bene per lo scopo previsto dal contratto, compromettendo l’interesse del conduttore.

In secondo luogo, la Cassazione ha ritenuto legittima la sospensione del pagamento del canone da parte del conduttore. Anche se l’immobile non era stato oggetto di un ordine di chiusura, il rischio di sanzioni e la potenziale pregiudizievolezza per la sicurezza di dipendenti e clienti, dovuta alle difformità riscontrate, erano sufficienti a giustificare l’applicazione dell’eccezione di inadempimento (art. 1460 c.c.). Non si poteva pretendere che il gestore dell’attività si assumesse il rischio derivante dalle mancanze del locatore.

Infine, la Corte ha specificato che questi principi si applicano anche in caso di subentro nel contratto per cessione d’azienda, respingendo l’idea che il nuovo conduttore abbia un onere di verifica che sollevi il locatore dalle sue responsabilità primarie.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Locatori e Conduttori

L’ordinanza 7408/2024 della Corte di Cassazione consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza. Per i locatori, emerge in modo chiaro l’obbligo di garantire non solo l’idoneità fisica dell’immobile, ma anche quella giuridico-amministrativa, assicurandosi di possedere e consegnare tutta la documentazione necessaria, a partire dal certificato di agibilità. Trascurare questo aspetto espone al rischio di risoluzione del contratto per proprio inadempimento e a richieste di risarcimento.

Per i conduttori, la sentenza rappresenta una tutela significativa. Viene confermato il diritto di rifiutare il pagamento del canone di fronte a un inadempimento grave del locatore, come la mancanza dell’agibilità, senza dover attendere un provvedimento sanzionatorio da parte delle autorità. Questo strumento di autotutela è fondamentale per proteggere i propri interessi commerciali e operare in un contesto di legalità e sicurezza.

Chi è responsabile di fornire il certificato di agibilità in un contratto di locazione ad uso commerciale?
La responsabilità è del locatore. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’obbligo di consegnare l’immobile in stato da servire all’uso convenuto, che include il possesso delle autorizzazioni amministrative necessarie come il certificato di agibilità, deriva direttamente dalla legge (art. 1575 c.c.) ed è una delle obbligazioni principali del locatore.

Il conduttore può sospendere il pagamento del canone se manca il certificato di agibilità?
Sì. Secondo la Corte, la mancanza del certificato di agibilità, unita a difformità che possono pregiudicare la sicurezza, costituisce un inadempimento grave del locatore. Questo giustifica la sospensione del pagamento del canone da parte del conduttore come forma di autotutela, anche se l’immobile è ancora materialmente utilizzato e non vi è stato un ordine di chiusura da parte delle autorità.

La mancanza del certificato di agibilità è considerata un “vizio della cosa” o un “inadempimento” del locatore?
È considerata un inadempimento contrattuale. La giurisprudenza costante, confermata da questa ordinanza, distingue i “vizi della cosa” (art. 1578 c.c.), che riguardano la struttura materiale del bene, dalla mancanza dei titoli autorizzativi. Quest’ultima non attiene alla materialità del bene, ma alla sua idoneità giuridica a soddisfare l’interesse del conduttore, configurando quindi un inadempimento del locatore alle proprie obbligazioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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