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Cancellazione società: effetti sul processo in corso

In un caso di appalto con vizi, la società committente viene cancellata dal registro imprese durante il giudizio di appello. La Corte di Cassazione, con sentenza n. 13777/2024, stabilisce che la cancellazione società non rende l’appello inammissibile se notificato al difensore della società estinta, grazie al principio di ultrattività del mandato. Tuttavia, quando il difensore dichiara l’evento estintivo in giudizio, il processo deve essere interrotto per consentire la riassunzione nei confronti dei soci. La mancata interruzione comporta la nullità della sentenza.

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Cancellazione Società: cosa accade al processo in corso? La Cassazione fa chiarezza

La cancellazione società dal Registro delle Imprese è un evento con profonde implicazioni giuridiche, non solo per la vita dell’ente ma anche per le cause legali in cui è coinvolto. Cosa succede se una società parte di un processo cessa di esistere? Il giudizio si estingue? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13777 del 17 maggio 2024, offre un’analisi dettagliata delle corrette procedure da seguire, bilanciando la tutela delle parti e i principi del giusto processo.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una controversia legata a un contratto d’appalto. Una società committente aveva citato in giudizio l’impresa appaltatrice per gravi difetti nella copertura di un capannone industriale. L’appaltatrice, a sua volta, aveva chiamato in causa la società fornitrice dei materiali difettosi per essere tenuta indenne da eventuali condanne (manleva). Il Tribunale di primo grado aveva accolto parzialmente la domanda della committente, condannando l’appaltatrice al risarcimento.

Il problema procedurale sorge durante il giudizio di appello. Mentre la causa è pendente, la società committente, originaria attrice, viene cancellata dal Registro delle Imprese, estinguendosi. Nonostante ciò, l’appaltatrice notifica l’atto di appello presso il domicilio del difensore che aveva assistito la società, ormai estinta, in primo grado. Successivamente, i difensori si costituiscono in appello dichiarando l’avvenuta estinzione del loro assistito. La Corte d’Appello, ritenendo l’appello notificato a un ente inesistente, lo dichiara inammissibile nei confronti della società estinta, ma procede a decidere sulla domanda di manleva, condannando la fornitrice a risarcire l’appaltatrice.

Le implicazioni della cancellazione società nel processo

La società fornitrice ricorre in Cassazione, lamentando una serie di errori procedurali. La Suprema Corte accoglie i motivi principali, incentrati proprio sugli effetti della cancellazione società sul processo. Gli Ermellini chiariscono due principi fondamentali:

1. Principio di Ultrattività del Mandato: La notifica dell’atto di appello al difensore della società già cancellata è da considerarsi valida. Questo perché vige il principio dell’ultrattività del mandato alla lite. In pratica, il difensore continua a rappresentare la parte ‘come se’ fosse ancora esistente, fino a quando l’evento estintivo (la cancellazione) non viene formalmente dichiarato o notificato nel processo. Questa regola serve a tutelare la controparte, che può fare legittimo affidamento sulla posizione processuale stabilizzata nel precedente grado di giudizio.

2. Obbligo di Interruzione del Processo: Il momento cruciale, tuttavia, si verifica quando i difensori della società estinta si costituiscono in giudizio e dichiarano formalmente l’avvenuta cancellazione. A questo punto, spiega la Cassazione, il giudice non può ignorare l’evento. La dichiarazione dell’estinzione priva la società della capacità di stare in giudizio. Di conseguenza, il giudice avrebbe dovuto dichiarare l’interruzione del processo. L’interruzione non è un atto discrezionale, ma un obbligo finalizzato a garantire il corretto svolgimento del contraddittorio. Essa consente alle altre parti di riassumere il giudizio nei confronti dei successori universali della società estinta, ovvero i suoi ex soci, ai quali si trasferiscono i rapporti giuridici pendenti.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha stabilito che la Corte d’Appello ha commesso un errore cruciale. Dopo la dichiarazione dell’evento estintivo da parte dei difensori, il processo doveva essere interrotto. Proseguire il giudizio e pronunciare una sentenza senza aver prima interrotto il processo e consentito la sua riassunzione nei confronti dei soci ha violato le norme procedurali. Questo vizio rende nulli tutti gli atti successivi alla mancata interruzione, compresa la sentenza d’appello.

La Cassazione sottolinea che la stabilizzazione della posizione processuale di un soggetto estinto non può protrarsi oltre il grado di giudizio in cui l’evento si è verificato. Una volta che l’estinzione viene portata a conoscenza del giudice nel nuovo grado, scattano i meccanismi di interruzione e successione processuale previsti dalla legge.

Le conclusioni

La sentenza in esame ribadisce un principio cardine del diritto processuale e societario: la cancellazione società non pone fine al processo, ma ne modifica i soggetti. I diritti e gli obblighi non svaniscono, ma si trasferiscono ai soci. La procedura corretta prevede che, una volta venuto a conoscenza dell’estinzione, il giudice interrompa il procedimento per permettere la sua corretta prosecuzione nei confronti dei successori. Ignorare questo passaggio fondamentale rende la decisione nulla. Pertanto, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare la vicenda attenendosi ai principi enunciati.

Cosa succede a una causa se una delle società coinvolte viene cancellata dal registro imprese?
Il processo non si estingue automaticamente. Secondo la Cassazione, l’evento della cancellazione, se dichiarato in giudizio, ne provoca l’interruzione. Il processo potrà poi essere ripreso (riassunto) nei confronti dei soci della società estinta, che ne sono i successori universali.

È valida la notifica di un atto di appello al difensore di una società che è già stata cancellata?
Sì, la notifica è valida in virtù del principio di ‘ultrattività del mandato’. Il difensore costituito nel precedente grado di giudizio continua a rappresentare la parte, anche se estinta, fino a quando l’evento interruttivo non viene formalmente dichiarato in giudizio.

Qual è l’obbligo del giudice quando viene a conoscenza della cancellazione di una società parte del processo?
Quando un difensore dichiara in giudizio l’avvenuta cancellazione del proprio cliente-società, il giudice ha l’obbligo di dichiarare l’interruzione del processo. La mancata interruzione costituisce un vizio procedurale che determina la nullità di tutti gli atti successivi, inclusa la sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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