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Cancellazione società: debiti e notifiche ai soci

La Corte di Cassazione ha stabilito che la cancellazione di una società dal registro delle imprese non estingue i suoi debiti, ma innesca un fenomeno successorio in cui le obbligazioni si trasferiscono ai soci. Di conseguenza, un atto giudiziario, come un decreto ingiuntivo, emesso nei confronti della società estinta ma notificato a un socio illimitatamente responsabile, è un atto valido per interrompere la prescrizione del credito. La Corte ha respinto il ricorso di una socia che riteneva nullo l’atto perché indirizzato a un soggetto giuridico non più esistente.

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Cancellazione società: i debiti passano ai soci. La Cassazione chiarisce

La cancellazione società dal registro delle imprese è un momento cruciale nella vita di un’azienda, ma non segna la fine delle sue obbligazioni. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: i debiti societari sopravvivono all’estinzione dell’ente e si trasferiscono ai soci. Di conseguenza, un atto giudiziario notificato a un socio dopo la cancellazione è pienamente valido per interrompere la prescrizione.

I Fatti del Caso: Una Società Estinta e un Debito Residuo

Il caso trae origine dalla richiesta di pagamento del trattamento di fine rapporto da parte di una ex dipendente nei confronti di una società in accomandita semplice (s.a.s.). La lavoratrice aveva ottenuto un primo decreto ingiuntivo contro la società quando questa, però, era già stata cancellata dal registro delle imprese da alcuni anni. Tale decreto era stato notificato alla socia accomandataria, illimitatamente responsabile.

La socia si opponeva, sostenendo che l’atto fosse nullo in quanto rivolto a un soggetto giuridico ormai estinto e che, pertanto, non avesse potuto interrompere la prescrizione del credito, che a suo dire era ormai maturata. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano respinto questa tesi, confermando la validità della richiesta di pagamento.

La Decisione della Corte: La Notifica al Socio è Valida

La Corte di Cassazione, chiamata a decidere sul ricorso della socia, ha respinto definitivamente le sue argomentazioni. I giudici hanno chiarito che, sebbene la notifica del decreto ingiuntivo fosse indirizzata alla società estinta, essa era stata eseguita correttamente presso la socia accomandataria. Questo atto, secondo la Corte, non va considerato solo come un atto processuale, ma come un atto sostanziale di messa in mora, idoneo a interrompere la prescrizione.

Le Motivazioni: Il Principio Successorio Post-Cancellazione Società

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione degli effetti della cancellazione società alla luce della riforma del diritto societario. La Suprema Corte ha richiamato il consolidato orientamento delle Sezioni Unite (sentenza n. 6070/2013), secondo cui l’estinzione della società non cancella i suoi debiti.

L’Insegnamento delle Sezioni Unite

Le Sezioni Unite hanno stabilito che la cancellazione dal registro delle imprese produce un “fenomeno di tipo successorio”. Le obbligazioni della società non si estinguono, ma si trasferiscono ai soci, i quali ne rispondono secondo il regime di responsabilità che avevano durante la vita della società. Nel caso di una s.a.s., la socia accomandataria, essendo illimitatamente responsabile, succede nel debito della società estinta.

L’Atto Notificato come Atto Sostanziale

In virtù di questo fenomeno successorio, la socia era diventata la nuova debitrice. Pertanto, la notifica del decreto ingiuntivo, sebbene formalmente intestato alla società, ha raggiunto il suo scopo sostanziale: portare a conoscenza del vero debitore (la socia) la richiesta di pagamento del creditore. Questo è sufficiente a interrompere validamente il decorso della prescrizione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Soci e Creditori

L’ordinanza della Cassazione offre importanti indicazioni pratiche:

1. Per i soci: La responsabilità per i debiti sociali non termina con la cancellazione della società. I soci, specialmente quelli illimitatamente responsabili, possono essere chiamati a rispondere delle obbligazioni sociali anche dopo l’estinzione dell’ente.
2. Per i creditori: I creditori di una società cancellata possono agire direttamente nei confronti dei soci per recuperare i propri crediti. Un atto giudiziario notificato a uno dei soci, anche se intestato alla società estinta, è efficace e interrompe la prescrizione, tutelando così il diritto del creditore.

In definitiva, la Corte rafforza il principio di tutela dei creditori, affermando che la formalità della cancellazione non può essere usata come uno scudo per eludere le obbligazioni contratte dalla società.

La cancellazione di una società dal registro delle imprese estingue i suoi debiti?
No, la cancellazione della società non estingue i debiti. Si verifica un fenomeno successorio in base al quale le obbligazioni della società si trasferiscono ai soci, che ne rispondono in base al regime di responsabilità previsto per il tipo sociale.

Un atto giudiziario (es. decreto ingiuntivo) notificato a una società già cancellata è valido per interrompere la prescrizione?
Sì, è valido se l’atto, pur essendo intestato alla società estinta, viene notificato a uno dei soci che è succeduto nel debito. La notifica al socio è considerata un atto sostanziale idoneo a interrompere la prescrizione nei suoi confronti.

Chi risponde dei debiti di una società di persone dopo la sua cancellazione?
Dopo la cancellazione, dei debiti rispondono i soci. Nello specifico, i soci illimitatamente responsabili (come i soci accomandatari di una s.a.s.) succedono nelle obbligazioni sociali e ne rispondono con il proprio patrimonio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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