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Cancellazione pignoramento: l’onere è dell’interessato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 6789/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni acquirenti di un immobile che chiedevano un risarcimento danni alla banca per la mancata cancellazione del pignoramento. La Corte ha stabilito che, in assenza di una norma specifica, non sussiste un obbligo per il creditore di attivarsi. L’onere della cancellazione del pignoramento ricade su chiunque vi abbia interesse, presentando l’ordine del giudice al conservatore dei registri. L’inerzia degli acquirenti è stata considerata la causa esclusiva del danno.

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Cancellazione Pignoramento: Chi Deve Attivarsi? La Cassazione Fa Chiarezza

La cancellazione pignoramento da un immobile è un passo cruciale per liberare il bene da vincoli e pregiudizi. Ma su chi ricade l’onere di attivarsi una volta che il giudice ha emesso l’ordine? Sulla banca creditrice o sull’acquirente dell’immobile? Con l’ordinanza n. 6789 del 14 marzo 2024, la Corte di Cassazione ha fornito una risposta netta, delineando i confini della responsabilità e il ruolo delle parti interessate.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla domanda di risarcimento danni avanzata dagli acquirenti di un immobile. Sul bene gravava un pignoramento iscritto da un istituto di credito a seguito di un mutuo non onorato. Nel corso della procedura esecutiva, il mutuo era stato estinto e la banca aveva rinunciato al pignoramento. Tuttavia, l’istituto di credito non aveva provveduto a far cancellare la relativa trascrizione dai registri immobiliari.

Gli acquirenti, lamentando un pregiudizio derivante dalla permanenza del vincolo, avevano citato in giudizio la banca per ottenere il risarcimento dei danni. Sostenevano che fosse obbligo del creditore procedere alla cancellazione, liberando così l’immobile.

La Decisione nei Gradi di Merito

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano respinto la domanda degli acquirenti. I giudici di merito avevano stabilito che l’onere di sollecitare la cancellazione gravava sugli stessi attori. Il giudice dell’esecuzione, infatti, aveva già emesso un’ordinanza che disponeva la cancellazione della trascrizione del pignoramento. Secondo le corti, qualsiasi soggetto interessato, inclusi gli acquirenti, avrebbe potuto presentare tale provvedimento al Conservatore dei registri immobiliari per ottenere la liberazione del bene. L’inerzia degli acquirenti, protrattasi per anni, è stata quindi identificata come la causa unica ed esclusiva dei danni lamentati, interrompendo di fatto qualsiasi nesso di causalità con la condotta della banca.

Le Motivazioni della Cassazione sulla cancellazione pignoramento

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso degli acquirenti inammissibile, confermando la linea dei giudici di merito con argomentazioni precise. Il punto centrale della decisione, la ratio decidendi, è che non esiste alcuna disposizione normativa che imponga specificamente al creditore procedente (la banca) l’obbligo di attivarsi per la cancellazione della trascrizione del pignoramento.

La Corte ha evidenziato che:

1. L’ordine del giudice è sufficiente: Il provvedimento del giudice dell’esecuzione che ordina la cancellazione è un titolo che abilita chiunque vi abbia interesse ad agire. Non è necessario un ulteriore impulso da parte del creditore.
2. Onere della parte interessata: Di conseguenza, l’onere di presentare l’ordinanza al Conservatore ricade sulla parte che ha interesse a liberare l’immobile dal vincolo, in questo caso gli acquirenti. Essi avrebbero potuto e dovuto attivarsi tempestivamente.
3. Assenza di nesso causale: L’inattività degli acquirenti è stata la vera causa del protrarsi del pregiudizio. La condotta della banca, pur passiva, non è stata considerata la causa diretta del danno, poiché il meccanismo legale per la cancellazione era già stato attivato dal giudice e messo a disposizione degli interessati.

La Cassazione ha inoltre ribadito che il ricorso non può mirare a una nuova valutazione dei fatti, ma deve attaccare specificamente la correttezza giuridica della decisione impugnata. Nel caso di specie, i ricorrenti non hanno scalfito il ragionamento centrale della Corte d’Appello, limitandosi a riproporre circostanze (come la loro presunta ignoranza del pignoramento) ritenute irrilevanti ai fini della decisione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza per chi acquista un immobile e per gli operatori del diritto. La responsabilità della cancellazione pignoramento non è un’esclusiva del creditore che lo ha iscritto. Una volta ottenuto l’ordine giudiziale di cancellazione, la palla passa a chi ha l’interesse concreto a vedere il bene libero da vincoli. Per gli acquirenti, questo si traduce in un dovere di diligenza: verificare la presenza di vincoli e, se del caso, attivarsi in prima persona per la loro rimozione sulla base dei provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria, senza attendere l’iniziativa di terzi. Attendere passivamente può significare vedersi negato qualsiasi diritto al risarcimento.

A chi spetta l’onere di attivarsi per la cancellazione della trascrizione di un pignoramento dopo che il giudice l’ha ordinata?
Secondo la decisione in esame, l’onere spetta a chiunque vi abbia interesse. Non sussiste un obbligo normativo specifico in capo al creditore procedente di attivarsi per la cancellazione, poiché l’ordine del giudice abilita qualsiasi parte interessata a presentarlo al Conservatore dei registri immobiliari.

La banca può essere ritenuta responsabile per i danni se non procede alla cancellazione del pignoramento che aveva iscritto?
No, in base a questa ordinanza la banca non è responsabile. La Corte ha stabilito che, non essendoci una norma che le imponga tale obbligo, la sua condotta omissiva non è la causa del danno, il quale deriva invece dall’inerzia della parte interessata a presentare l’ordine di cancellazione.

L’inerzia dell’acquirente di un immobile nel richiedere la cancellazione di un pignoramento può escludere il diritto al risarcimento?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che l’inerzia degli acquirenti è stata la causa unica ed esclusiva dei danni lamentati. Questo comportamento interrompe il nesso di causalità tra la condotta (omissiva) della banca e il pregiudizio subito, escludendo di conseguenza il diritto al risarcimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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