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Azione revocatoria trust: quando è inefficace?

Un debitore dona beni immobili alla moglie, la quale li conferisce in un trust, nominando il marito-debitore come trustee. L’Agenzia delle Entrate agisce in revocatoria contro entrambi gli atti. La Cassazione chiarisce che l’azione revocatoria del trust è fondata: una volta dichiarata l’inefficacia della donazione, anche il successivo atto di costituzione del trust, pur compiuto da un soggetto non debitore (la moglie), è travolto e reso inefficace nei confronti del creditore. Viene inoltre respinta l’eccezione sulla mancata citazione del trustee, in quanto il debitore-donante era già parte del giudizio sin dall’inizio.

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Azione Revocatoria Trust: La Cassazione e l’Effetto a Catena sugli Atti Dispositivi

L’utilizzo di strumenti giuridici come il trust per la protezione del patrimonio è una pratica diffusa, ma non infallibile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: l’inefficacia di un atto di donazione si estende a catena anche agli atti successivi, come la costituzione di un trust, rendendo vana la schermatura dei beni. L’analisi di questa decisione offre spunti cruciali sull’azione revocatoria trust e sulla corretta instaurazione del contraddittorio processuale.

I Fatti di Causa: Dalla Donazione al Trust

La vicenda trae origine da un ingente debito di un contribuente nei confronti dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, per un valore superiore a 1,6 milioni di euro. Per sottrarre i propri beni immobili alla garanzia dei creditori, il debitore aveva posto in essere due operazioni consecutive:

1. Atto di Donazione (2013): Il debitore dona la proprietà di diversi immobili alla propria moglie.
2. Atto di Costituzione di Trust (2014): La moglie, divenuta proprietaria dei beni, li conferisce in un trust, nominando come trustee lo stesso marito-debitore. Lo scopo dichiarato del trust era quello di garantire le esigenze di studio dei nipoti.

L’Agenzia delle Entrate, ritenendo che tali operazioni fossero state compiute al solo fine di pregiudicare le sue ragioni di credito, ha avviato un’azione revocatoria per far dichiarare l’inefficacia di entrambi gli atti.

Il Percorso Giudiziario e l’Azione Revocatoria del Trust

Il giudizio di primo grado si era concluso con un esito parziale. Il Tribunale aveva accolto la domanda di revocatoria per l’atto di donazione, ma l’aveva rigettata per la costituzione del trust. La motivazione si basava su un’interpretazione restrittiva: l’Agenzia vantava un credito solo nei confronti del marito (donante) e non della moglie (che aveva istituito il trust, in qualità di settlor).

La Corte d’Appello, invece, ha riformato la decisione. I giudici di secondo grado hanno stabilito che l’azione revocatoria del trust era fondata. Hanno osservato che, una volta dichiarata l’inefficacia della donazione, anche l’atto successivo compiuto dalla donataria (la costituzione del trust) veniva automaticamente travolto, ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 2901 c.c. Questo principio si applica a prescindere dalla buona o mala fede del terzo, dato che l’atto era a titolo gratuito e il trustee era lo stesso debitore originario.

La Questione del Litisconsorzio Necessario

I coniugi hanno impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, sollevando un’unica censura di carattere processuale: la nullità del procedimento per violazione del principio del contraddittorio. A loro avviso, il marito non era stato citato in giudizio nella sua specifica qualità di trustee, figura considerata un litisconsorte necessario nel giudizio di revocatoria del trust.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo il motivo infondato. I giudici supremi hanno chiarito che l’eccezione processuale era smentita dai fatti. L’atto di citazione originario era stato notificato sia alla moglie che al marito e la domanda chiedeva l’inefficacia di entrambi gli atti collegati: la donazione e la successiva costituzione del trust.

Il marito-debitore aveva partecipato al giudizio sin dal primo grado, difendendosi da entrambe le domande. La Corte ha ritenuto irrilevante la mancata qualifica formale di “trustee” nell’atto introduttivo. Essendo le due domande (revocatoria della donazione e revocatoria del trust) strettamente collegate e chiaramente rivolte anche contro di lui, la sua partecipazione al giudizio era da considerarsi piena ed esaustiva, garantendo l’integrità del contraddittorio.

In sostanza, la Corte ha affermato che non si può parlare di violazione del litisconsorzio necessario quando il soggetto (in questo caso il trustee) ha di fatto partecipato all’intero processo, anche se citato per un atto presupposto (la donazione) e non specificamente qualificato per l’atto conseguente (il trust).

Le Conclusioni

La decisione in commento ribadisce due principi di notevole importanza pratica:

1. Effetto a Catena della Revocatoria: L’inefficacia di un atto di disposizione patrimoniale si estende ai successivi atti che hanno per oggetto gli stessi beni, soprattutto quando le parti coinvolte sono consapevoli della finalità elusiva. La costituzione di un trust non offre una protezione valida se il bene è stato acquisito tramite un atto a sua volta revocabile.
2. Principio di Sostanza sulla Forma: Ai fini del rispetto del contraddittorio, ciò che conta è la partecipazione effettiva e completa della parte al giudizio. La mancata specificazione formale di una qualità (come quella di trustee) non vizia il procedimento se il soggetto è stato comunque convenuto per l’intera catena di atti contestati e ha avuto piena facoltà di difendersi.

Un atto dispositivo come un trust, compiuto da una persona non debitrice, può essere reso inefficace?
Sì, la Corte ha stabilito che se tale atto ha per oggetto beni ricevuti da un debitore tramite un precedente atto (es. una donazione) che viene dichiarato inefficace con l’azione revocatoria, anche l’atto successivo è travolto e reso inefficace nei confronti del creditore procedente.

In un’azione revocatoria contro un trust, il trustee è sempre un litisconsorte necessario?
Sì, il trustee è una parte la cui presenza è necessaria. Tuttavia, la Corte ha chiarito che se il soggetto che riveste il ruolo di trustee (in questo caso, il debitore originario) è già parte del giudizio sin dall’inizio e si difende rispetto a tutti gli atti contestati, il contraddittorio è correttamente instaurato, anche se l’atto di citazione non lo qualificava esplicitamente come “trustee”.

Qual è l’effetto della revocatoria di una donazione su un trust successivo costituito con gli stessi beni?
La dichiarazione di inefficacia della donazione, ai sensi dell’art. 2901 c.c., comporta che, per il creditore, il bene si considera come mai uscito dal patrimonio del debitore. Di conseguenza, anche l’atto successivo con cui il donatario costituisce un trust su quel bene diventa inefficace nei confronti del medesimo creditore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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