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Azione revocatoria: solvibilità coobbligati irrilevante

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8542/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di azione revocatoria. Anche se esistono altri debitori solidali solvibili, l’atto con cui uno di essi diminuisce la propria garanzia patrimoniale, ad esempio costituendo un fondo patrimoniale, può essere revocato. La valutazione del danno per il creditore (eventus damni) va fatta esclusivamente sul patrimonio del debitore che ha compiuto l’atto, senza considerare la capacità economica degli altri coobbligati.

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Azione revocatoria: La Cassazione chiarisce l’irrilevanza della solvibilità dei coobbligati

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per la tutela del credito: l’azione revocatoria contro un debitore in solido. La pronuncia stabilisce che, per valutare il danno al creditore, si deve guardare unicamente al patrimonio del debitore che ha compiuto l’atto dispositivo, senza considerare la possibile solvibilità di altri coobbligati, come il debitore principale o altri fideiussori. Questa decisione rafforza la posizione del creditore e chiarisce i limiti delle difese opponibili dal debitore.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla richiesta di un istituto di credito di dichiarare inefficace, tramite azione revocatoria, la costituzione di un fondo patrimoniale da parte di due coniugi, fideiussori di una società. Con tale atto, i coniugi avevano vincolato i propri immobili per i bisogni della famiglia, sottraendoli di fatto alla garanzia generica dei creditori. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano accolto la domanda della banca, ritenendo che la costituzione del fondo patrimoniale pregiudicasse le possibilità di soddisfacimento del credito.

L’Azione Revocatoria e la Difesa dei Debitori

I coniugi fideiussori hanno proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che i giudici di merito avessero errato. La loro tesi principale si basava sul fatto che la società debitrice principale possedeva un ingente patrimonio immobiliare, ampiamente sufficiente a coprire il debito garantito. A loro avviso, quindi, non sussisteva l’ eventus damni, ovvero il concreto pregiudizio per il creditore, poiché quest’ultimo avrebbe potuto agevolmente soddisfarsi sui beni della società. Di conseguenza, l’azione revocatoria nei loro confronti sarebbe stata ingiustificata.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, definendolo infondato e confermando la linea giurisprudenziale consolidata in materia. Il principio cardine, ribadito nell’ordinanza, è che l’articolo 2901 del Codice Civile richiede, per l’esercizio dell’azione revocatoria, che l’atto dispositivo del debitore si traduca in una ‘menomazione del patrimonio del disponente’.

La valutazione dell’ eventus damni deve essere condotta con esclusivo riferimento alla situazione patrimoniale del debitore convenuto in revocatoria. Non è richiesto, come ulteriore requisito, che il creditore dimostri l’impossibilità o la difficoltà di recuperare il credito rivolgendosi ad altri soggetti coobbligati.

Questo perché, in caso di obbligazione solidale (come quella derivante da una fideiussione), il creditore ha il diritto di scegliere liberamente da quale dei debitori esigere l’intero adempimento. L’atto con cui uno dei fideiussori diminuisce la propria garanzia patrimoniale costituisce di per sé un danno per il creditore, in quanto limita la sua facoltà di scelta e lo costringe a rivolgersi ad altri. Pertanto, l’indagine sulla capienza del patrimonio del debitore principale o di altri garanti è del tutto irrilevante ai fini della decisione.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia consolida un orientamento fondamentale a tutela dei creditori. Un debitore che ha compiuto un atto dispositivo pregiudizievole non può difendersi in un giudizio di azione revocatoria sostenendo che il creditore potrebbe comunque essere soddisfatto da altri coobbligati. La valutazione è atomistica e si concentra unicamente sul rapporto tra il creditore e il singolo debitore che ha tentato di sottrarre i propri beni alla garanzia. Per i fideiussori e gli altri debitori in solido, ciò significa che ogni atto di disposizione del proprio patrimonio può essere attaccato se riduce la garanzia offerta al creditore, a prescindere dalla ricchezza degli altri soggetti coinvolti nel rapporto debitorio.

Quando un creditore agisce con l’azione revocatoria contro un fideiussore, la solvibilità del debitore principale è rilevante?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’indagine sulla solvibilità di altri coobbligati, incluso il debitore principale, non è rilevante ai fini della valutazione del pregiudizio per il creditore.

Cos’è l’ ‘eventus damni’ necessario per l’azione revocatoria?
È il pregiudizio che l’atto di disposizione del debitore arreca alle ragioni del creditore. Si concretizza nella menomazione del patrimonio del singolo debitore che ha compiuto l’atto, rendendo più incerta o difficile la riscossione del credito, a prescindere dalla situazione patrimoniale di altri debitori.

La costituzione di un fondo patrimoniale può essere soggetta ad azione revocatoria?
Sì, la costituzione di un fondo patrimoniale è considerata un atto di disposizione a titolo gratuito che può diminuire la garanzia patrimoniale del debitore e, pertanto, può essere dichiarato inefficace nei confronti dei creditori attraverso l’azione revocatoria, se ne sussistono i presupposti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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