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Azione revocatoria scissione: tutela dei creditori

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4193/2025, ha rigettato il ricorso di due società, confermando l’inefficacia di una scissione societaria nei confronti dei creditori. La decisione stabilisce che l’azione revocatoria è uno strumento valido per tutelare le ragioni creditorie anche in caso di scissione e che i singoli condomini sono legittimati ad agire per un credito vantato dall’intero condominio. Questa sentenza rafforza la protezione dei creditori di fronte a operazioni societarie che potrebbero pregiudicare la loro garanzia patrimoniale.

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Azione revocatoria scissione: La Cassazione rafforza la tutela dei creditori

L’azione revocatoria per scissione societaria rappresenta un baluardo fondamentale per la tutela dei creditori. Con la recente sentenza n. 4193 del 2025, la Corte di Cassazione ha ribadito principi cruciali, confermando che i creditori possono far dichiarare inefficace una scissione anche se non si sono avvalsi degli strumenti di opposizione preventiva previsti dalla legge. Questa decisione non solo chiarisce l’ambito di applicazione dell’art. 2901 c.c. alle operazioni societarie, ma definisce anche la legittimazione ad agire dei singoli condomini per crediti condominiali.

Il caso: una scissione societaria contestata dai creditori

La vicenda nasce dall’azione legale intrapresa da alcuni condomini e dal condominio stesso, creditori di una società di costruzioni sulla base di diversi titoli giudiziali. La società debitrice aveva deliberato un’operazione di scissione, trasferendo una parte significativa del proprio patrimonio a una nuova società, la cui compagine sociale ricalcava quella della società originaria.

I creditori, ritenendo che tale operazione avesse l’effetto di “svuotare” il patrimonio della società debitrice e di pregiudicare le loro possibilità di recuperare il credito, hanno avviato un’azione revocatoria ai sensi dell’art. 2901 c.c. L’obiettivo era ottenere la dichiarazione di inefficacia dell’atto di scissione nei loro confronti. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno accolto la domanda, spingendo le due società a ricorrere per cassazione.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso presentato dalle società, condannandole al pagamento delle spese legali. I giudici di legittimità hanno esaminato e respinto i dodici motivi di ricorso, confermando la correttezza delle decisioni dei giudici di merito e consolidando importanti orientamenti giurisprudenziali.

Le motivazioni: i principi chiave della sentenza sull’azione revocatoria scissione

La sentenza si fonda su diversi pilastri argomentativi che meritano un’analisi approfondita.

La legittimazione del singolo condomino

La Corte ha innanzitutto respinto la tesi delle società ricorrenti secondo cui i singoli condomini non sarebbero stati legittimati ad agire. Richiamando un orientamento consolidato, ha ribadito che il condominio è un ente di gestione sfornito di personalità giuridica distinta da quella dei singoli condomini. Di conseguenza, ogni condomino ha un potere autonomo e concorrente a quello dell’amministratore di agire a difesa dei diritti comuni, inclusa la tutela di un credito vantato dal condominio.

L’esperibilità dell’azione revocatoria contro la scissione

Un punto centrale della decisione riguarda la compatibilità tra l’azione revocatoria ordinaria (art. 2901 c.c.) e gli strumenti specifici di tutela previsti in materia societaria, come l’opposizione alla scissione (art. 2503 c.c.). La Cassazione, anche alla luce della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ha chiarito che i due rimedi operano su piani diversi e possono coesistere. Mentre l’opposizione mira a impedire l’operazione e a contestarne la validità, l’azione revocatoria scissione non ne intacca la validità, ma la rende semplicemente inopponibile al creditore che ha agito. Questo consente al creditore di aggredire esecutivamente i beni trasferiti alla società beneficiaria, come se non fossero mai usciti dal patrimonio del debitore.

La nozione di credito e il pregiudizio per i creditori

Infine, la Corte ha respinto le argomentazioni relative all’insussistenza del credito e del pregiudizio. È stato ribadito il principio secondo cui, per agire in revocatoria, è sufficiente un credito anche litigioso, non ancora accertato con sentenza definitiva. La nozione di credito è ampia e include anche la semplice “ragione o aspettativa”. Per quanto riguarda il pregiudizio (eventus damni), la Cassazione ha sottolineato che esso non consiste necessariamente in una perdita patrimoniale totale, ma può configurarsi anche come una maggiore difficoltà o incertezza nel soddisfacimento del credito, derivante da una variazione qualitativa o quantitativa del patrimonio del debitore.

Conclusioni: implicazioni pratiche per la tutela del credito

La sentenza in esame rappresenta un’importante conferma della robustezza degli strumenti a disposizione dei creditori per proteggersi da operazioni societarie potenzialmente lesive. Stabilisce con chiarezza che la scissione, pur essendo un’operazione legittima, non può essere utilizzata come scudo per sottrarre beni alla garanzia dei creditori. La possibilità di esperire l’azione revocatoria scissione offre una tutela successiva e concreta, che si affianca a quella preventiva dell’opposizione. Inoltre, il riconoscimento della piena legittimazione del singolo condomino semplifica e rafforza la tutela dei crediti condominiali, spesso di importo rilevante, nei confronti di debitori complessi come le società di capitali.

Un creditore può contestare una scissione societaria anche se non si è opposto formalmente nei termini di legge?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’azione revocatoria ordinaria (art. 2901 c.c.) è un rimedio autonomo e distinto dall’opposizione alla scissione (art. 2503 c.c.). Pertanto, un creditore può agire in revocatoria per far dichiarare l’inefficacia della scissione nei suoi confronti, anche se non ha preventivamente proposto opposizione.

Un singolo condomino può agire in giudizio per tutelare un credito dell’intero condominio?
Sì. La sentenza ribadisce che ogni condomino ha un autonomo potere, concorrente con quello dell’amministratore, di agire per la tutela dei diritti comuni. Questo include la possibilità di promuovere un’azione revocatoria per un credito vantato dall’intero condominio nei confronti di un terzo.

Per esercitare un’azione revocatoria, il credito deve essere certo e già accertato giudizialmente?
No. La giurisprudenza costante, confermata da questa sentenza, ritiene che per l’esperimento dell’azione revocatoria sia sufficiente una nozione lata di credito. È idonea anche una semplice ragione di credito o un’aspettativa, incluso un credito eventuale o litigioso, non ancora accertato con sentenza passata in giudicato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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