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Azione revocatoria rimesse: la Cassazione riesamina

Una società in amministrazione straordinaria ha intentato un’azione revocatoria per rimesse bancarie contro un istituto di credito. I tribunali di merito hanno respinto la domanda, ponendo a carico della società l’onere di provare il carattere solutorio e l’impatto durevole delle rimesse. La Corte di Cassazione, riconoscendo l’elevata importanza della questione giuridica relativa alla ripartizione dell’onere probatorio nell’azione revocatoria rimesse, non ha deciso nel merito ma ha rinviato la causa a una pubblica udienza per una pronuncia definitiva.

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Azione Revocatoria Rimesse: La Cassazione Rimette in Discussione l’Onere della Prova

L’azione revocatoria rimesse bancarie è da sempre uno degli strumenti più complessi e dibattuti nel diritto fallimentare. Con una recente ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha segnalato l’intenzione di affrontare nuovamente una questione cruciale: su chi grava l’onere della prova? Questa decisione di rinviare la causa a una pubblica udienza preannuncia una possibile svolta interpretativa con impatti significativi per le procedure concorsuali e gli istituti di credito.

I Fatti di Causa: Dalle Rimesse Bancarie al Ricorso per Cassazione

Una società in Amministrazione Straordinaria aveva convenuto in giudizio un istituto di credito per ottenere la revoca di rimesse bancarie effettuate nell’anno precedente l’apertura della procedura concorsuale. La richiesta si basava sulla tesi che tali versamenti avessero natura solutoria, ovvero fossero pagamenti di un debito preesistente (lo scoperto di conto corrente) e quindi lesivi della par condicio creditorum.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello avevano rigettato la domanda. Secondo i giudici di merito, la procedura attrice non aveva adempiuto al proprio onere probatorio: non solo non aveva dimostrato la natura solutoria delle singole rimesse, ma non aveva nemmeno allegato in modo preciso quali versamenti avessero ridotto in modo “consistente e durevole” l’esposizione debitoria, come richiesto dalla legge fallimentare.

Contro la sentenza d’appello, la società ha proposto ricorso per Cassazione, contestando proprio la ripartizione dell’onere della prova applicata dai giudici.

La Questione Giuridica: Chi Deve Provare Cosa nell’Azione Revocatoria Rimesse?

Il cuore del problema risiede nell’interpretazione dell’art. 67 della legge fallimentare. Per decenni, la giurisprudenza ha distinto tra:

* Rimesse solutorie: versamenti su un conto scoperto, considerati veri e propri pagamenti e quindi revocabili.
* Rimesse ripristinatorie: versamenti su un conto entro i limiti del fido, considerati semplici ripristini della provvista e quindi non revocabili.

Una riforma del 2005 e successive sentenze della Cassazione hanno tentato di superare questa distinzione, suggerendo che le rimesse bancarie fossero una categoria autonoma di atti, revocabili solo se avessero ridotto l’esposizione debitoria in modo “consistente e durevole”.

La domanda che la Corte si pone è fondamentale: l’attore che esercita l’azione revocatoria rimesse deve provare solo che il versamento ha ridotto un debito, oppure deve anche dimostrare che tale riduzione è stata consistente e durevole? O, al contrario, la consistenza e durevolezza sono elementi che la banca convenuta deve provare per eccepire l’irrevocabilità dell’atto?

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza interlocutoria, non ha fornito una risposta, ma ha spiegato perché una risposta è necessaria e urgente. I giudici hanno riconosciuto che le questioni relative al superamento della distinzione tra rimesse solutorie e ripristinatorie e, di conseguenza, alla distribuzione dell’onere probatorio, sono di “particolare rilevanza nomofilattica”.

In altre parole, esiste un’incertezza interpretativa che richiede un intervento chiarificatore da parte della Suprema Corte nella sua funzione di garante dell’uniforme applicazione del diritto. Il dibattito giuridico è ancora aperto, e la difficoltà di inserire una norma apparentemente eccezionale (quella sulle rimesse) all’interno del sistema generale della revocatoria merita un approfondimento in pubblica udienza.

Conclusioni: Cosa Cambia per le Procedure Concorsuali?

La decisione di rinviare la causa a una pubblica udienza è un segnale forte. La Cassazione si prepara a un’analisi approfondita che potrebbe portare a un nuovo principio di diritto sull’azione revocatoria rimesse. Una decisione che chiarisca in modo definitivo gli oneri probatori avrebbe conseguenze pratiche enormi. Se l’onere a carico delle procedure concorsuali venisse alleggerito, queste azioni potrebbero diventare più semplici ed efficaci. Al contrario, una conferma dell’orientamento più rigoroso imporrebbe alle curatele un’attività di allegazione e prova molto dettagliata. Per ora, operatori del diritto e istituti di credito restano in attesa di una pronuncia che potrebbe ridisegnare un pezzo importante del diritto fallimentare.

Qual era la questione giuridica centrale affrontata dalla Corte di Cassazione?
La questione principale riguardava la ripartizione dell’onere della prova nell’azione revocatoria fallimentare per rimesse bancarie: spetta all’attore (la procedura concorsuale) dimostrare sia la natura solutoria della rimessa sia il suo carattere “consistente e durevole” nel ridurre il debito, oppure quest’ultimo è un elemento la cui assenza deve essere provata dalla banca convenuta per evitare la revoca?

Perché la Corte di Cassazione non ha emesso una sentenza definitiva?
La Corte ha ritenuto che le questioni giuridiche, in particolare il superamento della distinzione tra rimesse “solutorie” e “ripristinatorie” e la conseguente distribuzione dell’onere probatorio, fossero di “particolare rilevanza nomofilattica”. Ciò significa che il tema è così importante per l’uniformità del diritto da richiedere una nuova trattazione in pubblica udienza per una riflessione più approfondita e una decisione di principio.

Qual è il significato pratico di questa ordinanza interlocutoria?
L’ordinanza segnala che la Suprema Corte è pronta a riesaminare e potenzialmente a ridefinire le regole per la revocatoria delle rimesse bancarie. La futura decisione potrebbe semplificare o modificare in modo significativo il quadro normativo di queste azioni, con un impatto rilevante sulle procedure concorsuali e sul settore bancario, chiarendo definitivamente cosa deve essere provato e da chi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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