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Azione revocatoria: no ad atti di terzi acquirenti

La Corte di Cassazione stabilisce che l’azione revocatoria non può essere esperita contro un atto (nella specie, un contratto di locazione ultranovennale) posto in essere dal terzo acquirente di un bene ipotecato, ma solo contro gli atti di disposizione compiuti dal debitore originario. La tutela del creditore ipotecario contro gli atti pregiudizievoli del terzo acquirente risiede nell’azione di risarcimento del danno per fatto illecito e nelle norme sull’opponibilità degli atti.

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Azione Revocatoria: Inapplicabile agli Atti del Terzo Acquirente

Introduzione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha tracciato un confine netto sull’ambito di applicazione dell’azione revocatoria, uno strumento fondamentale per la tutela del credito. Con la sentenza in esame, i giudici hanno stabilito che tale azione può colpire unicamente gli atti di disposizione patrimoniale compiuti dal debitore e non può essere estesa agli atti successivi posti in essere da terzi acquirenti del bene, anche se questi ultimi risultano pregiudizievoli per il creditore. Analizziamo la vicenda e le importanti conclusioni della Corte.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un mutuo di 500.000 euro concesso da un istituto di credito a una società, garantito da un’ipoteca su due immobili di proprietà della stessa. Successivamente, la società mutuataria, divenuta inadempiente, vende gli immobili a una seconda società, che a sua volta li cede a una terza.

Quest’ultima società, divenuta proprietaria dei beni ipotecati, stipula un contratto di locazione della durata di trent’anni con un’altra impresa, la quale a sua volta cede il contratto. Il problema per il creditore sorge dal fatto che il canone di locazione viene interamente pagato in anticipo, rendendo gli immobili molto meno appetibili in caso di vendita forzata all’asta.

Di fronte a questo atto, che di fatto depotenziava la sua garanzia ipotecaria, l’istituto di credito decide di agire in giudizio, non contro il suo debitore originario, ma direttamente contro il terzo proprietario, chiedendo la revoca del contratto di locazione trentennale.

La Questione Giuridica sull’Azione Revocatoria

Il cuore della controversia risiede in una domanda fondamentale: può un creditore utilizzare l’azione revocatoria per rendere inefficace un atto compiuto non dal proprio debitore, ma da un soggetto che ha acquistato il bene ipotecato in un momento successivo?

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano risposto affermativamente, ritenendo che il creditore potesse scegliere di attaccare l’atto che, nella catena dei trasferimenti, risultava più dannoso per le sue ragioni, a prescindere da chi lo avesse compiuto. La questione è quindi giunta all’esame della Corte di Cassazione, chiamata a definire i confini applicativi dell’articolo 2901 del codice civile.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni dei gradi precedenti, accogliendo le ragioni dei ricorrenti. I giudici supremi hanno chiarito che l’azione revocatoria è un mezzo di conservazione della garanzia patrimoniale che opera specificamente nel rapporto tra creditore e debitore. Il suo scopo è quello di neutralizzare gli atti con cui il debitore diminuisce il proprio patrimonio a danno del creditore.

Estendere questo strumento agli atti di un terzo, che non ha alcun rapporto obbligatorio diretto con il creditore, snaturerebbe la sua funzione. Il terzo acquirente di un bene ipotecato non è debitore del creditore ipotecario e non ha quindi l’obbligo di conservare il proprio patrimonio per soddisfare un debito altrui.

La Corte precisa che il creditore non è privo di tutele. Se l’atto del terzo acquirente (come la locazione trentennale) causa un danno al creditore, rendendo di fatto impossibile o più difficile il soddisfacimento del suo diritto, la via da percorrere non è la revocatoria, bensì l’azione di risarcimento del danno per fatto illecito, ai sensi dell’articolo 2043 del codice civile. Inoltre, il rapporto tra creditore ipotecario e terzo acquirente è già regolato da norme specifiche (artt. 2812 e 2923 c.c.) che disciplinano l’opponibilità degli atti compiuti dal terzo (come locazioni o vendite) nei confronti del creditore che intende espropriare il bene.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza riafferma un principio cardine del nostro ordinamento: l’azione revocatoria è un rimedio specifico e mirato, destinato a colpire esclusivamente gli atti dispositivi del debitore. Non può essere trasformata in un’azione generica contro qualsiasi pregiudizio subito dal creditore. Per gli atti dannosi posti in essere da terzi acquirenti di beni ipotecati, il creditore dovrà avvalersi di altri strumenti giuridici, come l’azione risarcitoria per fatto illecito o le norme sulla opponibilità previste in materia di esecuzione immobiliare. Questa decisione fornisce certezza giuridica, delineando con precisione i perimetri di tutela a disposizione dei creditori.

Un creditore può usare l’azione revocatoria contro un atto compiuto dal terzo acquirente di un bene ipotecato?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’azione revocatoria può essere esperita solo contro gli atti di disposizione patrimoniale compiuti dal debitore originario, poiché è un rimedio a tutela della garanzia patrimoniale nel rapporto diretto tra creditore e debitore.

Qual è lo scopo principale dell’azione revocatoria?
Lo scopo dell’azione revocatoria è quello di conservare la garanzia patrimoniale del creditore, rendendo inefficaci nei suoi confronti gli atti con cui il debitore ha disposto del proprio patrimonio in modo pregiudizievole per le ragioni del creditore stesso.

Quale tutela ha il creditore se un terzo acquirente compie un atto che danneggia la sua garanzia ipotecaria?
Il creditore non è privo di tutela. Può agire contro il terzo acquirente con un’azione di risarcimento del danno per fatto illecito (ex art. 2043 c.c.) se l’atto del terzo ha reso irrealizzabile il soddisfacimento del credito. Inoltre, può avvalersi delle norme specifiche sull’opponibilità degli atti del terzo in sede di esecuzione forzata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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