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Azione revocatoria: ipoteca su beni del garante

Un istituto di credito ha intentato un’azione revocatoria contro due fideiussori che avevano concesso un’ipoteca sui propri beni a favore di una terza società, sostenendo che tale atto pregiudicasse il recupero del credito. La Corte di Cassazione ha confermato l’inefficacia dell’ipoteca, ribadendo i principi fondamentali dell’azione revocatoria, come la nozione di danno al creditore (eventus damni) e la consapevolezza del debitore (scientia damni). Tuttavia, ha parzialmente accolto il ricorso dei garanti sulla questione delle spese legali, stabilendo che la banca deve rimborsare le spese sostenute dalla garante risultata estranea al rapporto debitorio principale.

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Azione Revocatoria: La Cassazione sull’Ipoteca Concessa dal Garante

L’azione revocatoria è uno strumento di tutela fondamentale per i creditori, che consente di neutralizzare gli atti con cui un debitore diminuisce la propria garanzia patrimoniale. Con l’ordinanza n. 14851 del 28 maggio 2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un caso emblematico, chiarendo i presupposti per l’esercizio di tale azione nei confronti di un’ipoteca concessa da un fideiussore.

I Fatti del Caso: La Concessione di un’Ipoteca da Parte del Garante

La vicenda trae origine dall’iniziativa di un istituto di credito che, vantando un cospicuo credito nei confronti di un fideiussore per le obbligazioni di una società, agiva in giudizio per far dichiarare l’inefficacia di un’ipoteca volontaria. Tale ipoteca era stata concessa dal fideiussore e da un’altra garante sui propri beni immobili a favore di una società terza. Secondo la banca, questo atto dispositivo pregiudicava in modo significativo le sue ragioni creditorie, rendendo più difficile e incerto il recupero del dovuto.

L’Azione Revocatoria e la Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello hanno dato ragione alla banca. I giudici di merito hanno ritenuto sussistenti tutti i presupposti dell’azione revocatoria ai sensi dell’art. 2901 del codice civile. In particolare, hanno confermato la presenza dell’ eventus damni, ovvero del pregiudizio per il creditore, e della scientia damni, ossia la consapevolezza del debitore-fideiussore di arrecare tale pregiudizio. La Corte d’Appello, tuttavia, ha riformato parzialmente la prima sentenza, riconoscendo che la seconda garante, non essendo direttamente legata al rapporto debitorio con la banca, non doveva essere condannata al pagamento delle spese legali.

La Decisione della Cassazione sull’Azione Revocatoria

I garanti hanno impugnato la decisione d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, sollevando diverse censure. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibili quasi tutti i motivi di ricorso, in quanto volti a ottenere un riesame dei fatti già accertati dai giudici di merito, operazione preclusa in sede di legittimità.

La Corte ha colto l’occasione per ribadire alcuni principi cardine in materia di azione revocatoria:

L’Eventus Damni e la Scientia Damni

L’eventus damni non consiste solo in una diminuzione quantitativa del patrimonio del debitore, ma si configura anche quando l’atto dispositivo ne altera la composizione qualitativa, comportando una maggiore difficoltà o incertezza nell’esazione del credito. La concessione di un’ipoteca è un classico esempio di atto che, pur non trasferendo la proprietà del bene, ne compromette la ‘fruttuosità’ in caso di esecuzione forzata. Per quanto riguarda la scientia damni, è sufficiente la semplice consapevolezza del debitore di arrecare pregiudizio al creditore, desumibile anche da presunzioni.

La Natura Gratuita dell’Atto

Un punto cruciale della decisione riguarda la qualificazione dell’ipoteca come atto a titolo gratuito. La Corte ha specificato che, quando un’ipoteca viene concessa successivamente al sorgere del debito garantito, essa ha natura gratuita. Questo vale anche se l’ipoteca è stata pattuita in cambio di una dilazione di pagamento, poiché tale elemento attiene ai motivi del negozio e non alla sua causa giuridica. La qualificazione come atto gratuito è fondamentale perché rende irrilevante lo stato soggettivo del terzo beneficiario della garanzia.

La Questione delle Spese Legali e la Vittoria Parziale dei Ricorrenti

L’unico motivo di ricorso accolto dalla Cassazione ha riguardato la regolamentazione delle spese processuali. I giudici hanno rilevato che la Corte d’Appello, pur avendo correttamente escluso la condanna alle spese per la garante estranea al debito, aveva omesso di condannare la banca a rimborsarle le spese sostenute nel primo grado di giudizio. La Cassazione ha affermato il principio secondo cui la parte evocata in giudizio senza fondamento, se si costituisce per difendersi, ha diritto al rimborso delle spese legali dalla parte che l’ha ingiustamente chiamata in causa, in applicazione del principio di soccombenza.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale. In primo luogo, ha chiarito che l’azione revocatoria è esperibile non solo contro atti di alienazione, ma anche contro tutti quegli atti che, come la concessione di una garanzia reale (ipoteca), possono compromettere la consistenza futura del patrimonio del debitore, alterandone la qualità e rendendo più complessa l’azione esecutiva del creditore. L’atto dispositivo del fideiussore, compiuto dopo la nascita del credito garantito, richiede solo la prova della scientia damni in capo al fideiussore stesso, ovvero la consapevolezza di ledere le ragioni del creditore. La situazione patrimoniale del debitore principale è irrilevante a tal fine. Sul fronte delle spese, la motivazione si basa sull’art. 91 del codice di procedura civile e sul principio di causalità: chi evoca in giudizio un soggetto che si rivela poi estraneo alla controversia, causandogli la necessità di difendersi, deve sopportare i costi di tale difesa in caso di soccombenza.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre importanti spunti pratici. Per i creditori, conferma la robustezza dello strumento dell’azione revocatoria anche nei confronti di atti, come la concessione di ipoteche da parte di garanti, che qualitativamente peggiorano la garanzia patrimoniale. Per i debitori e i garanti, funge da monito sulla revocabilità degli atti dispositivi posti in essere con la consapevolezza di pregiudicare i creditori. Infine, la decisione sulle spese legali rafforza il diritto alla refusione delle spese per chiunque sia ingiustamente trascinato in un contenzioso, anche se non è il destinatario di una specifica domanda, riaffermando un principio di equità e responsabilità processuale.

Quando un creditore può contestare un’ipoteca concessa da un garante su un proprio bene?
Un creditore può contestarla attraverso l’azione revocatoria se dimostra che l’atto di concessione dell’ipoteca gli arreca un pregiudizio (eventus damni), anche solo rendendo più difficile o incerto il recupero del credito, e che il garante-debitore era consapevole di tale pregiudizio (scientia damni).

La concessione di un’ipoteca in cambio di una dilazione di pagamento è considerata un atto a titolo gratuito o oneroso ai fini dell’azione revocatoria?
Secondo la Corte, la costituzione di un’ipoteca successiva al sorgere del credito garantito ha natura di atto a titolo gratuito. La contestuale pattuizione di una dilazione di pagamento è considerata un mero motivo dell’accordo e non ne altera la causa gratuita, rendendo così irrilevante lo stato soggettivo del terzo beneficiario della garanzia.

Se una persona viene citata in giudizio ma risulta estranea alla causa, ha diritto al rimborso delle spese legali?
Sì. La Corte ha stabilito che la parte chiamata in giudizio ingiustificatamente, anche se non è destinataria di una domanda specifica, ha diritto al rimborso delle spese processuali sostenute per difendersi. L’obbligo di rimborso grava sulla parte che ha avviato il giudizio e che è risultata soccombente su quel punto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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