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Azione revocatoria credito: la tutela non viene meno

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3302/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di azione revocatoria credito. Un creditore, che ottiene il trasferimento coattivo di un immobile a soddisfazione del suo credito, non perde il diritto di agire in revocatoria se il bene è gravato da ipoteche che ne impediscono la piena soddisfazione. La Corte ha chiarito che il credito non può considerarsi estinto fino a quando l’immobile non viene liberato dai pesi ipotecari, legittimando così l’azione del creditore per rendere inefficaci le ipoteche costituite in suo danno.

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Azione Revocatoria Credito: la Tutela Persiste se il Bene Trasferito è Ipotecato

L’azione revocatoria credito rappresenta uno degli strumenti più importanti a tutela dei creditori. Ma cosa succede quando un creditore ottiene il trasferimento di un immobile in pagamento del suo debito, ma questo bene è gravato da pesanti ipoteche? Il suo credito può considerarsi estinto, precludendogli ogni ulteriore azione? A questa domanda ha risposto la Corte di Cassazione con la recente ordinanza n. 3302 del 5 febbraio 2024, stabilendo che la soddisfazione del creditore non è piena finché l’immobile non è libero da gravami.

I Fatti di Causa: Un Complesso Intreccio tra Finanziamenti e Garanzie Immobiliari

La vicenda trae origine da un cospicuo finanziamento concesso da un privato a due persone. L’accordo prevedeva che, in caso di mancata restituzione della somma entro un termine stabilito, il finanziamento si sarebbe trasformato in una caparra confirmatoria per l’acquisto di un immobile di proprietà delle debitrici.

Successivamente, e prima della scadenza del termine per la restituzione, le debitrici concedevano due ipoteche sul medesimo immobile a favore di un istituto di credito per garantire un’altra operazione finanziaria. Alla scadenza, non avendo restituito il prestito e rifiutandosi di stipulare l’atto di vendita definitivo, il creditore si rivolgeva al Tribunale ottenendo una sentenza (ex art. 2932 c.c.) che trasferiva coattivamente a suo favore la proprietà dell’immobile, subordinando però l’effetto al pagamento del saldo prezzo e alla liberazione del bene dalle ipoteche nel frattempo iscritte dalla banca.

L’Azione Revocatoria Credito e la Decisione dei Giudici di Merito

A questo punto, il creditore intentava un’azione revocatoria per far dichiarare inefficaci nei suoi confronti le ipoteche concesse alla banca, sostenendo che tali atti pregiudicavano le sue ragioni. Tuttavia, sia il Tribunale che la Corte d’Appello respingevano la sua domanda. Secondo i giudici di merito, il credito originario del finanziatore si era estinto nel momento in cui era stato ‘trasformato’ in caparra confirmatoria per l’acquisto immobiliare. Di conseguenza, venendo meno la sua qualità di creditore, non era più legittimato a esperire l’azione revocatoria.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ribaltato completamente questa visione, accogliendo il ricorso del creditore. Gli Ermellini hanno chiarito che il ragionamento dei giudici di merito era errato, in quanto non si può considerare un credito pienamente soddisfatto, e quindi estinto, quando al creditore viene trasferito un bene gravato da ipoteche di importo rilevantissimo. La soddisfazione è solo parziale e apparente.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che, finché l’immobile non risulta liberato dalle ipoteche, il creditore non può considerarsi effettivamente soddisfatto. La sua ragione di credito non è più la restituzione della somma originaria, ma si è trasformata nel diritto, concreto e attuale, di vedere l’immobile trasferitogli libero da pesi e gravami. Una siffatta ragione di credito, anche se mutata nella sua forma, è più che sufficiente a giustificare l’esercizio dell’azione revocatoria.

La tutela conservativa garantita dall’azione revocatoria, infatti, non può essere negata laddove la ragione di credito sia stata solo parzialmente soddisfatta, senza che si sia determinata l’integrale estinzione del credito stesso. Il trasferimento di un bene ipotecato non costituisce un adempimento pieno e liberatorio.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela dei creditori, specificando che la loro posizione non viene meno a seguito di meccanismi di adempimento che si rivelano solo parziali. Il principio affermato è chiaro: un credito si estingue solo con la piena e totale soddisfazione del creditore. Il trasferimento di un bene gravato da ipoteche non costituisce piena soddisfazione, e il creditore mantiene il diritto di agire con un’azione revocatoria credito per rimuovere gli ostacoli che si frappongono al suo effettivo soddisfacimento. La sentenza è stata quindi cassata con rinvio alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questo fondamentale principio di diritto.

Un creditore può esercitare l’azione revocatoria anche dopo aver ottenuto il trasferimento di un immobile dal debitore?
Sì, secondo la Cassazione può farlo se il trasferimento non soddisfa pienamente il suo credito. Nello specifico, se l’immobile trasferito è gravato da ipoteche, il credito non si considera estinto e il creditore mantiene il diritto di agire in revocatoria per rendere inefficaci tali ipoteche.

Il credito originario si estingue se viene trasformato in caparra per l’acquisto di un immobile?
Non necessariamente in modo completo. La Corte ha chiarito che se l’operazione complessiva (in questo caso, l’acquisto dell’immobile) non porta alla piena soddisfazione del creditore a causa di gravami come le ipoteche, la ragione di credito persiste, seppur in forma diversa (il diritto a ottenere il bene libero da pesi), e giustifica la tutela revocatoria.

Cosa significa che la ragione di credito è stata solo “parzialmente soddisfatta”?
Significa che il creditore ha ricevuto qualcosa dal debitore, ma ciò che ha ricevuto non estingue completamente il suo diritto. Nel caso di specie, il creditore ha ottenuto una sentenza che gli trasferisce un immobile, ma essendo questo ipotecato, il suo valore effettivo è ridotto e non soddisfa integralmente il suo diritto a ricevere il bene libero da gravami come pattuito. L’estinzione del credito sarà completa solo quando l’immobile sarà libero dalle ipoteche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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