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Azione pauliana: il credito deve essere valido

Un professionista ha intentato un’azione pauliana per revocare la vendita di un immobile, sostenendo che l’atto ledeva il suo diritto a una provvigione e al risarcimento dei danni. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che, non essendo il professionista iscritto all’albo dei mediatori, non aveva diritto ad alcuna provvigione. Di conseguenza, mancava il presupposto fondamentale per l’azione pauliana: un credito certo ed esigibile da tutelare. Anche la pretesa risarcitoria è stata ritenuta infondata, in quanto derivante dalla perdita di una provvigione mai sorta.

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Azione Pauliana e Credito: Senza un Diritto Valido, l’Azione non Procede

L’azione pauliana è uno strumento fondamentale per la tutela del credito, ma il suo successo dipende da un presupposto non negoziabile: l’esistenza di un credito valido e tutelabile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che, se il credito posto a fondamento dell’azione è giuridicamente inesistente, come nel caso di una provvigione richiesta da un mediatore non iscritto all’albo, l’azione è destinata a fallire. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un professionista aveva agito in giudizio per ottenere la revoca di un contratto di compravendita immobiliare stipulato tra un venditore e una società acquirente. Secondo il ricorrente, tale vendita era stata effettuata in suo danno, pregiudicando il suo diritto a ricevere una provvigione per l’attività di intermediazione svolta e, in subordine, il suo diritto al risarcimento dei danni. Inizialmente, il professionista aveva messo in contatto il venditore con una prima società, con la quale era stato firmato un contratto preliminare. Successivamente, tale preliminare era stato consensualmente risolto e il venditore aveva venduto l’immobile a una seconda società. Il professionista, ritenendo lesi i suoi diritti, ha quindi esperito l’azione pauliana per rendere inefficace quest’ultima vendita nei suoi confronti.

L’Azione Pauliana e la Carenza del Credito

I giudici di merito, sia in primo grado che in appello, avevano rigettato la domanda. La Corte d’Appello, in particolare, aveva evidenziato come il professionista non fosse iscritto nell’apposito albo dei mediatori, requisito richiesto dalla Legge n. 39/1989 per avere diritto alla provvigione. Senza un valido diritto alla provvigione, veniva a mancare il presupposto stesso dell’azione pauliana: un credito da tutelare. Il caso è quindi giunto dinanzi alla Corte di Cassazione.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha confermato le decisioni dei gradi precedenti, rigettando il ricorso sulla base di tre motivazioni principali.

Il Diritto alla Provvigione e l’Iscrizione all’Albo

Il primo motivo del ricorso contestava la normativa italiana (L. 39/1989) ritenendola in contrasto con le direttive europee sulla liberalizzazione dei servizi. La Cassazione ha respinto questa tesi, richiamando una consolidata giurisprudenza delle Sezioni Unite (sent. n. 19161/2017), secondo cui l’obbligo di iscrizione all’albo per i mediatori non è in contrasto con il diritto comunitario e rimane un requisito indispensabile per maturare il diritto alla provvigione. Poiché il ricorrente non era iscritto, non poteva vantare alcun credito a titolo di provvigione.

Il Presupposto del Credito Risarcitorio

Il ricorrente sosteneva che l’azione pauliana potesse fondarsi anche su un credito di natura risarcitoria, derivante dal comportamento del venditore che, risolvendo il primo preliminare e vendendo ad altri, gli avrebbe causato un danno. La Corte ha ritenuto anche questa argomentazione infondata. Il presunto danno, infatti, consisteva nella perdita della provvigione. Se il diritto alla provvigione è legalmente inesistente, non può sorgere un diritto al risarcimento per la sua mancata percezione. In altre parole, non si può essere risarciti per la perdita di qualcosa che non si aveva il diritto di ottenere.

L’Irrilevanza di un Presunto Riconoscimento di Debito

Infine, il ricorrente aveva fatto riferimento a un presunto atto di riconoscimento di debito da parte di una delle società coinvolte. La Corte ha considerato questo punto inammissibile, in quanto l’azione era stata chiaramente fondata sulla pretesa provvigione e sul conseguente risarcimento, non su un diverso titolo creditorio. L’assenza di un credito valido, di qualsiasi natura, ha reso l’azione pauliana improcedibile.

Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione ribadisce un principio cardine: l’azione pauliana non è uno strumento utilizzabile in astratto, ma serve a proteggere un diritto di credito concreto e giuridicamente valido. La mancanza di tale presupposto, come nel caso di una provvigione per un mediatore non abilitato, determina l’infondatezza dell’azione. Questa pronuncia consolida l’importanza dell’iscrizione all’albo per i professionisti del settore immobiliare e sottolinea come non sia possibile aggirare tale requisito facendo leva su pretese risarcitorie derivate.

È possibile esercitare un’azione pauliana per proteggere un credito da provvigione se non si è iscritti all’albo dei mediatori?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la mancata iscrizione all’albo dei mediatori, richiesta dalla L. 39/1989, rende giuridicamente inesistente il diritto alla provvigione. Di conseguenza, non essendoci un credito valido da tutelare, l’azione pauliana non può essere esercitata.

La normativa italiana che richiede l’iscrizione all’albo dei mediatori è in contrasto con le direttive europee?
No. La Corte, richiamando la giurisprudenza delle Sezioni Unite, ha confermato che l’obbligo di iscrizione per i mediatori previsto dalla normativa italiana non contrasta con le direttive europee in materia di liberalizzazione dei servizi e resta pienamente valido ed efficace.

Un presunto diritto al risarcimento danni per la perdita di una provvigione non dovuta può fondare un’azione pauliana?
No. Se il diritto alla provvigione è inesistente perché manca l’iscrizione all’albo, non può sorgere un diritto al risarcimento per la sua mancata corresponsione. Mancando il danno ingiusto, anche il credito risarcitorio è infondato e non può costituire il presupposto per un’azione pauliana.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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