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Assicurazione per conto altrui: la clausola è nulla

Un conduttore stipula una polizza per danni all’immobile locato. A seguito di un incendio, il proprietario agisce per l’indennizzo, ma l’assicurazione eccepisce una clausola che riserva l’azione legale al solo conduttore (contraente). La Cassazione interviene, dichiarando nulla tale clausola. La Corte stabilisce che nell’assicurazione per conto altrui, il diritto di agire per l’indennizzo spetta all’assicurato (titolare dell’interesse protetto) e non può essere escluso contrattualmente, poiché ciò snaturerebbe la funzione stessa del contratto assicurativo.

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Assicurazione per conto altrui: la Cassazione sancisce la nullità della clausola che esclude il diritto di agire dell’assicurato

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale nel diritto delle assicurazioni: la validità delle clausole che, in un contratto di assicurazione per conto altrui, limitano i diritti del vero beneficiario della polizza. La decisione chiarisce che il diritto dell’assicurato a ricevere l’indennizzo è un elemento essenziale del contratto e non può essere soppresso, neppure con l’accordo delle parti. Analizziamo insieme questo importante caso.

I Fatti di Causa: Un Incendio e una Polizza Controversa

La vicenda ha origine da un contratto di locazione di un immobile commerciale. La società conduttrice, prossima all’esecuzione di uno sfratto per morosità, stipulava con una compagnia assicurativa una polizza a copertura di vari rischi, tra cui i “danni materiali al fabbricato tenuto in locazione”.

Pochi giorni prima della data fissata per lo sfratto, un incendio danneggiava gravemente l’immobile. Di conseguenza, la società proprietaria (locatrice) citava in giudizio sia la società conduttrice, per il risarcimento dei danni, sia la compagnia assicurativa, per ottenere il pagamento dell’indennizzo previsto dalla polizza.

Il Percorso Giudiziario: Decisioni Contrastanti

In primo grado, il Tribunale accoglieva la domanda contro la compagnia assicurativa. I giudici qualificavano il contratto come una assicurazione per conto altrui ai sensi dell’art. 1891 c.c., riconoscendo alla società proprietaria la qualità di “assicurato” e, quindi, il diritto a percepire l’indennizzo.

Tuttavia, la Corte d’Appello ribaltava la decisione. I giudici di secondo grado ritenevano decisiva una clausola del contratto secondo cui “le azioni, le ragioni e i diritti nascenti dalla polizza” potevano essere esercitati esclusivamente dal contraente (la società conduttrice) e dall’assicuratore, escludendo l’assicurato. Tale clausola veniva considerata lecita e opponibile al proprietario dell’immobile, privandolo del diritto di agire in giudizio.

Assicurazione per conto altrui e la decisione della Cassazione

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha cassato con rinvio la sentenza d’appello, stabilendo un principio di diritto fondamentale. La Corte ha dichiarato la nullità della clausola che sottrae all’assicurato il diritto di agire per ottenere il pagamento dell’indennizzo. Secondo gli Ermellini, tale pattuizione snatura la causa stessa del contratto di assicurazione contro i danni, il cui scopo è proprio quello di tutelare l’interesse del soggetto esposto al rischio.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su principi cardine del diritto assicurativo:

1. Il Principio Indennitario: L’assicurazione contro i danni ha una funzione indennitaria, non speculativa. Il diritto all’indennizzo sorge in capo a chi subisce il pregiudizio economico, ovvero il titolare dell’interesse assicurato. Scindere la titolarità di questo interesse dalla titolarità del diritto all’indennizzo trasformerebbe l’assicurazione in una scommessa, vietata dalla legge.

2. La Titolarità del Diritto: L’assicurato è creditore dell’indennizzo non per una designazione delle parti, ma per la natura intrinseca dell’operazione assicurativa. Il suo diritto è un elemento costitutivo del contratto (art. 1904 c.c.). Negare all’assicurato la possibilità di esercitare tale diritto equivale a negare il diritto stesso. Un diritto che non può mai essere esercitato è, di fatto, un diritto inesistente.

3. L’Inderogabilità delle Norme Causali: La clausola in questione non è una semplice deroga a norme procedurali, ma incide sulla causa del contratto. L’art. 1932 c.c., che elenca le norme inderogabili, non esaurisce tutte le ipotesi di nullità. Le norme che definiscono la struttura e la funzione del contratto, come quelle che legano l’indennizzo all’interesse, non possono essere derogate, altrimenti si stipulerebbe un contratto diverso da un’assicurazione.

Conclusioni: L’Inderogabilità del Diritto dell’Assicurato

La sentenza riafferma con forza che, nell’assicurazione per conto altrui, il vero dominus del rapporto non è il contraente che paga il premio, ma l’assicurato che è titolare dell’interesse protetto. Qualsiasi patto che privi quest’ultimo della facoltà di agire in giudizio per la liquidazione e il pagamento dell’indennizzo è nullo. Alle parti è consentito attribuire al contraente un ruolo di rappresentanza gestoria (es. denuncia del sinistro), ma non spogliarlo del diritto sostanziale. Questa decisione consolida la tutela dell’assicurato, garantendo che la copertura assicurativa rimanga uno strumento efficace di protezione patrimoniale e non un mero esercizio formale.

In un’assicurazione per conto altrui, il proprietario del bene (assicurato) può essere escluso dal diritto di agire in giudizio contro l’assicuratore?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il diritto dell’assicurato (il titolare dell’interesse protetto) di agire in giudizio per ottenere l’indennizzo è un elemento fondamentale e non può essere escluso da una clausola contrattuale.

La clausola contrattuale che riserva solo al contraente (chi stipula la polizza) il diritto di esercitare le azioni legali è valida?
No, tale clausola è nulla. Negare all’assicurato il diritto di agire in giudizio per il pagamento dell’indennizzo equivale a negare il diritto stesso, snaturando la causa del contratto di assicurazione e violando il principio indennitario.

Qual è il principio fondamentale che governa il diritto all’indennizzo nell’assicurazione contro i danni?
Il principio fondamentale è l’indissolubile connubio tra la titolarità dell’interesse esposto al rischio e la qualità di “assicurato”. Il diritto all’indennizzo spetta per natura a chi subisce il danno economico, e non può essere attribuito contrattualmente a un soggetto diverso, altrimenti il contratto si trasformerebbe in una scommessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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