LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Assegno contraffatto: banca responsabile per negligenza

Il Tribunale di Milano ha confermato la condanna di una banca per il pagamento di un assegno contraffatto, ribadendo la sua responsabilità per negligenza. La decisione si fonda sulla mancata prova da parte dell’istituto di credito di aver correttamente identificato il presentatore del titolo. È stato, invece, escluso il concorso di colpa del mittente, il quale aveva dimostrato di aver spedito l’assegno tramite raccomandata, un metodo considerato sicuro. La sentenza chiarisce inoltre che tali controversie non sono soggette a mediazione obbligatoria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Assegno Contraffatto: La Banca è Responsabile se Non Identifica il Prenditore

La gestione di un assegno contraffatto rappresenta una delle problematiche più delicate nel diritto bancario. Una recente sentenza del Tribunale di Milano ha riaffermato un principio cruciale: la banca negoziatrice che paga un assegno non trasferibile a una persona diversa dal legittimo beneficiario è responsabile del danno, a meno che non dimostri di aver agito con la massima diligenza. L’onere della prova ricade interamente sull’istituto di credito, che deve dimostrare di aver correttamente identificato il presentatore del titolo. Esaminiamo nel dettaglio questo caso e le sue importanti implicazioni.

I Fatti di Causa

Una società, legittima beneficiaria di un assegno non trasferibile, citava in giudizio la banca negoziatrice dopo aver scoperto che il titolo era stato incassato da un soggetto non autorizzato, il cui nome era stato apposto in modo fraudolento sull’assegno. La società chiedeva il risarcimento del danno, pari all’importo dell’assegno.

In primo grado, il Giudice di Pace accoglieva la domanda, ritenendo la banca unicamente responsabile per negligenza, condannandola al pagamento della somma e delle spese legali. La banca decideva di appellare la decisione, sollevando diverse eccezioni:

1. Improcedibilità della domanda: per mancato esperimento della mediazione obbligatoria.
2. Abuso del processo: per presunta parcellizzazione del credito.
3. Assenza di colpa: sostenendo che la contraffazione non fosse riconoscibile a occhio nudo (ictu oculi).
4. Concorso di colpa del mittente: accusandolo di aver spedito l’assegno con posta ordinaria, un metodo insicuro.
5. Responsabilità concorrente della banca trattaria: nell’ambito della procedura di check truncation.

L’analisi del Tribunale sull’assegno contraffatto e sulla negligenza

Il Tribunale di Milano, in funzione di giudice d’appello, ha rigettato tutte le argomentazioni della banca, confermando la sentenza di primo grado. L’analisi della Corte si è concentrata sui doveri di diligenza che incombono sulla banca negoziatrice, riconducibili allo standard del bonus argentarius.

La responsabilità per contatto sociale

Il Tribunale ha ribadito che la responsabilità della banca negoziatrice in caso di pagamento di un assegno contraffatto o a persona non legittimata è una “responsabilità da contatto sociale”. Ciò significa che, anche senza un contratto diretto con il beneficiario, la banca ha un obbligo professionale di protezione verso tutti i soggetti coinvolti nell’operazione. Questo obbligo impone il rispetto dei doveri di correttezza e buona fede, primo fra tutti quello di identificare con certezza il prenditore.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte d’Appello ha smontato punto per punto le difese della banca.

* Sulla mediazione obbligatoria: Il Tribunale ha chiarito che la controversia, avendo ad oggetto il pagamento di un assegno a un soggetto errato, rientra nei “servizi di pagamento” e non nei “contratti bancari”. Pertanto, citando la Cassazione (Ord. n. 9204/2020), non è soggetta alla procedura di mediazione obbligatoria.

Sulla diligenza nell’identificazione: Questo è il fulcro della decisione. Anche se la falsificazione della firma non fosse stata palesemente visibile ictu oculi*, la banca non è riuscita a fornire la prova liberatoria fondamentale: dimostrare di aver correttamente identificato chi ha presentato l’assegno per l’incasso. La banca non ha depositato alcun documento di riconoscimento del correntista che ha versato l’assegno, né ha annotato gli estremi di un documento sul retro del titolo. Questa omissione costituisce una grave negligenza che fonda la sua responsabilità, come previsto dall’art. 1218 c.c.

* Sul concorso di colpa del mittente: L’accusa di aver spedito l’assegno con posta ordinaria è stata respinta. La società beneficiaria ha infatti provato, tramite la produzione di un documento di intranet, che la spedizione era avvenuta tramite raccomandata/assicurata, un metodo sicuro. La Suprema Corte (Sez. UU, n. 9769/2020) ha stabilito che la spedizione per posta ordinaria può costituire un concorso di colpa, ma in questo caso la prova ha dimostrato il contrario, escludendo ogni responsabilità del mittente.

Sulla responsabilità della banca trattaria: L’argomentazione è stata rigettata perché l’operazione risaliva al 2013, prima dell’entrata in vigore della normativa completa sulla check truncation* del 2016. La banca appellante non ha prodotto in giudizio gli accordi interbancari all’epoca vigenti, rendendo impossibile valutare un’eventuale corresponsabilità.

Conclusioni

La sentenza del Tribunale di Milano rafforza un principio cardine della responsabilità bancaria: la protezione del legittimo beneficiario di un titolo di credito è prioritaria. La banca negoziatrice ha il dovere inderogabile di verificare con la massima diligenza l’identità di chi incassa un assegno. La semplice assenza di una falsificazione grossolana non è sufficiente a esonerarla da responsabilità se non è in grado di dimostrare di aver adempiuto ai suoi obblighi identificativi. Per i clienti, questa decisione sottolinea l’importanza di utilizzare metodi di spedizione tracciabili e sicuri per i titoli di credito, al fine di evitare contestazioni sul concorso di colpa in caso di smarrimento o furto.

Quando una banca è responsabile per il pagamento di un assegno contraffatto?
La banca è considerata responsabile quando paga un assegno non trasferibile a una persona diversa dal legittimo beneficiario, a meno che non riesca a dimostrare di aver agito con la diligenza del ‘buon banchiere’. L’onere della prova è a suo carico: deve dimostrare di aver correttamente identificato il presentatore del titolo, ad esempio tramite un valido documento di riconoscimento.
L’invio di un assegno per posta ordinaria costituisce sempre colpa del mittente?
No, non sempre, ma può costituire un’esposizione volontaria a un rischio superiore al normale. Secondo la giurisprudenza, può configurare un concorso di colpa del mittente. Nel caso specifico esaminato, tuttavia, il mittente ha dimostrato di aver utilizzato una raccomandata/assicurata, un metodo sicuro, escludendo così la propria colpa.La controversia sul pagamento di un assegno a un soggetto non legittimato richiede la mediazione obbligatoria?
No. Secondo la Corte di Cassazione, richiamata nella sentenza, questo tipo di controversia rientra nei “servizi di pagamento” e non nei “contratti bancari”. Di conseguenza, non è soggetta alla procedura di mediazione obbligatoria prevista per le liti in materia di contratti bancari.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati