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Arbitrato estero societario: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rinviato a pubblica udienza la decisione sulla validità di una clausola di arbitrato estero societario. La questione, sorta da un ricorso contro il riconoscimento di un lodo svizzero, riguarda la compatibilità di tale clausola, inserita nello statuto di una S.p.A. italiana, con le norme imperative dell’ordinamento italiano. Data la complessità, il valore nomofilattico e l’assenza di precedenti specifici, la Corte ha ritenuto opportuno un approfondimento in pubblica udienza.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Societario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Arbitrato Estero Societario: la Cassazione Fa il Punto e Rinvia

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riacceso i riflettori su una questione di fondamentale importanza per le società italiane con vocazione internazionale: la validità della clausola di arbitrato estero societario. Si tratta della possibilità, per una società di capitali italiana, di prevedere nel proprio statuto che le controversie tra soci, amministratori e società siano decise da un tribunale arbitrale con sede all’estero. La Suprema Corte, riconoscendo la delicatezza e la complessità del tema, ha scelto di non decidere in camera di consiglio, rinviando la causa a una pubblica udienza per un esame più approfondito.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dall’impugnazione di un decreto con cui la Corte d’Appello di Genova aveva dichiarato efficace in Italia un lodo arbitrale emesso a Ginevra. La parte soccombente nel giudizio arbitrale si era opposta al riconoscimento del lodo, sostenendo un argomento radicale: la clausola compromissoria contenuta nello statuto della società italiana, che deferiva la controversia ad arbitri svizzeri, era da considerarsi nulla. Secondo il ricorrente, tale clausola violava le norme imperative dell’ordinamento italiano in materia di arbitrato societario, le quali prevedono specifiche garanzie e limiti non derogabili.

La Questione sull’Arbitrato Estero Societario

Il cuore del problema è il bilanciamento tra due principi fondamentali: da un lato, l’autonomia statutaria, che consente alle società di organizzarsi e di scegliere le modalità di risoluzione delle proprie controversie interne; dall’altro, l’esistenza di norme imperative poste a tutela di interessi generali, come la corretta amministrazione della giustizia e la protezione dei soci e dei terzi.

Il ricorrente ha sostenuto che le norme italiane sull’arbitrato societario (D.Lgs. n. 5/2003) costituiscono un sistema chiuso e inderogabile. Permettere un arbitrato estero societario significherebbe eludere queste tutele, affidando la risoluzione di delicate liti societarie a un sistema giuridico straniero, con regole procedurali e sostanziali differenti e con un lodo finale non soggetto agli stessi mezzi di impugnazione previsti in Italia.

Le Motivazioni della Corte

La Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione non ha risolto la controversia, ma ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha disposto la rimessione della causa alla pubblica udienza. Questa scelta non è meramente procedurale, ma indica la grande rilevanza che i giudici attribuiscono alla questione. Le motivazioni alla base del rinvio sono state chiaramente esplicitate e si possono riassumere nei seguenti punti:

1. Complessità e Rilevanza: La questione della validità di una clausola compromissoria per arbitrato estero contenuta nello statuto di una società italiana è stata definita di ‘particolare complessità e rilevanza’.
2. Valore Nomofilattico: La decisione che verrà presa avrà un chiaro ‘valore nomofilattico’, ovvero servirà a stabilire un principio di diritto uniforme per tutti i casi futuri, data la sua importanza per l’ordinamento.
3. Contrasti Dottrinali: Sul tema esistono ‘contrastanti opinioni della dottrina’, segno che la comunità giuridica è divisa sull’interpretazione corretta delle norme.
4. Assenza di Precedenti: La Corte ha sottolineato ‘l’assenza di specifici precedenti di legittimità’, evidenziando come non si sia mai pronunciata in modo diretto su questo specifico problema.

In presenza di questi elementi, la Corte ha ritenuto indispensabile un dibattito pubblico e approfondito, anziché una decisione più rapida in camera di consiglio.

Le Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria della Cassazione lascia la questione aperta, ma lancia un segnale forte al mondo imprenditoriale e legale. La futura decisione che verrà presa in pubblica udienza è destinata a fare da spartiacque, definendo i confini dell’autonomia statutaria in materia di risoluzione delle controversie societarie. La sentenza finale chiarirà se le società italiane possono legittimamente optare per un arbitrato estero per le loro liti interne o se, al contrario, debbano inderogabilmente sottostare alle procedure previste dalla legge italiana. L’esito avrà un impatto significativo sulla redazione degli statuti societari, specialmente per quelle realtà che operano in un contesto internazionale e che vedono nell’arbitrato estero uno strumento di maggiore neutralità e specializzazione.

Qual è la questione principale al centro dell’ordinanza?
La questione principale è se una clausola contenuta nello statuto di una società per azioni italiana, che devolve le controversie societarie a un arbitrato con sede all’estero (in questo caso, in Svizzera), sia valida secondo il diritto italiano.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha rinviato la causa a una pubblica udienza perché ha ritenuto la questione di particolare complessità e rilevanza, con un alto valore nomofilattico (cioè importante per l’uniforme interpretazione della legge), data la presenza di opinioni dottrinali contrastanti e l’assenza di precedenti specifici in materia.

Cosa significa che la causa è stata rinviata a pubblica udienza?
Significa che la Corte ha ritenuto la questione troppo importante per essere decisa con la procedura semplificata della camera di consiglio. La trattazione in pubblica udienza permetterà una discussione più approfondita e un contraddittorio orale tra le parti, prima che il collegio emetta la sua decisione finale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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