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Appello sentenza non definitiva: termini e modalità

In un caso di divisione ereditaria, la Cassazione ha chiarito le regole per l’impugnazione di una sentenza non definitiva. La Corte ha dichiarato inammissibile un appello sentenza non definitiva perché non è stato proposto congiuntamente all’appello contro la sentenza finale che dichiarava l’estinzione del giudizio. La decisione sottolinea che la riserva d’appello non congela i termini sine die, ma impone un’impugnazione simultanea per concentrare il giudizio di secondo grado.

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Appello Sentenza Non Definitiva: Quando e Come Impugnare in Caso di Estinzione del Processo

Nel labirinto delle procedure legali, i tempi e le modalità di impugnazione sono fondamentali. Un errore può costare l’intero processo, come dimostra una recente sentenza della Corte di Cassazione. Il caso analizzato offre una lezione cruciale sull’appello sentenza non definitiva, specialmente quando il giudizio di primo grado si conclude con una declaratoria di estinzione. La vicenda, nata da una complessa divisione ereditaria, mette in luce l’importanza di coordinare le impugnazioni per evitare di perdere il diritto di far valere le proprie ragioni.

I Fatti: La Lunga Vicenda di una Divisione Ereditaria

La controversia ha origine nel 1992, quando una sorella cita in giudizio l’altra per la rescissione per lesione di un atto di divisione di beni ereditari. La ricorrente sosteneva di aver ricevuto una quota significativamente inferiore al suo diritto. Il Tribunale, con una sentenza non definitiva del 2000, rigetta le domande. La parte soccombente formula una riserva di appello, scegliendo di posticipare l’impugnazione a dopo la conclusione del giudizio.

Il processo di primo grado, tuttavia, prosegue a rilento fino a quando, nel 2009, viene dichiarato estinto con una sentenza definitiva. Questa sentenza di estinzione viene appellata e la Corte d’Appello, nel 2012, conferma la decisione, che passa in giudicato. Solo a questo punto, nel 2014, la sorella soccombente decide di proporre appello avverso la vecchia sentenza non definitiva del 2000.

Il Nodo Procedurale: L’Appello della Sentenza Non Definitiva

La questione centrale giunta all’attenzione della Cassazione è prettamente procedurale: era ammissibile l’appello proposto nel 2014 contro la sentenza non definitiva del 2000? La Corte d’Appello aveva ritenuto di sì, decidendo nel merito. La Cassazione, tuttavia, è di parere opposto. L’errore fatale, secondo i giudici di legittimità, è stato non proporre l’appello sentenza non definitiva contestualmente all’appello contro la sentenza che dichiarava l’estinzione del processo.

Il Principio del “Simultaneus Processus”

Il Codice di Procedura Civile, all’art. 340, è chiaro: quando si fa riserva di appello, l’impugnazione contro la sentenza non definitiva deve essere proposta unitamente a quella contro la sentenza che definisce il giudizio. Lo scopo di questa norma è la concentrazione e l’economia processuale, evitando la frammentazione delle impugnazioni e garantendo che il giudice di secondo grado abbia un quadro completo della controversia.

La Decisione della Cassazione e le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza della Corte d’Appello senza rinvio, dichiarando l’appello originario inammissibile perché tardivo. La tesi della ricorrente, secondo cui il termine per impugnare la sentenza non definitiva sarebbe iniziato a decorrere solo dal passaggio in giudicato della sentenza di estinzione, è stata giudicata erronea.

Le motivazioni della Corte si fondano su una lettura coordinata degli articoli 340 c.p.c. e 129 delle disposizioni di attuazione. L’art. 129, che regola gli effetti dell’estinzione sulla sentenza non definitiva, si applica quando la decisione sull’estinzione diventa inoppugnabile in primo grado. Ma se, come nel caso di specie, la sentenza che dichiara l’estinzione viene appellata, si apre un procedimento di gravame. In questo contesto, vige la regola generale dell’art. 340 c.p.c.: l’appello contro la sentenza non definitiva doveva essere proposto insieme a quello contro la sentenza di estinzione. Non avendolo fatto, la parte ha perso il diritto di impugnare la pronuncia del 2000, che è di fatto passata in giudicato.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante monito per avvocati e parti processuali. La scelta di riservare l’appello contro una sentenza non definitiva è una strategia che richiede un’attenta pianificazione. La regola è che tutte le doglianze, sia quelle relative alle questioni preliminari decise dalla sentenza non definitiva, sia quelle relative alla decisione finale, devono confluire in un unico atto di appello. Proporre le impugnazioni in momenti separati, come avvenuto in questo caso, conduce a una declaratoria di inammissibilità, vanificando anni di contenzioso. La concentrazione delle impugnazioni non è una mera formalità, ma un principio cardine per l’efficienza del sistema giudiziario.

Quando va proposto l’appello avverso una sentenza non definitiva per cui si è fatta riserva?
L’appello deve essere proposto unitamente e nello stesso atto con cui si impugna la sentenza definitiva che conclude il giudizio di primo grado, ai sensi dell’art. 340 del codice di procedura civile.

Cosa succede se si appella solo la sentenza definitiva che dichiara l’estinzione del processo, senza impugnare anche la sentenza non definitiva oggetto di riserva?
Si perde il diritto di appellare la sentenza non definitiva. Un appello proposto separatamente e in un secondo momento sarà dichiarato inammissibile per tardività, poiché la sentenza non definitiva, non essendo stata impugnata nei modi e nei tempi corretti, acquista efficacia di giudicato.

La regola dell’appello congiunto vale anche se la sentenza definitiva dichiara l’estinzione del processo?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che, anche nel caso in cui il processo sia dichiarato estinto con sentenza, l’appello contro la sentenza non definitiva oggetto di riserva deve essere proposto congiuntamente all’appello contro la sentenza di estinzione. In caso contrario, si decade dal diritto di impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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