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Appello incidentale tardivo: termini perentori e udienza

Una società e la sua socia si opponevano a un’esecuzione immobiliare. In appello, la banca proponeva un appello incidentale tardivo. La Cassazione accoglie il ricorso della socia, dichiarando l’appello della banca inammissibile perché depositato oltre i termini calcolati dalla data della prima udienza fissata, non da quella di rinvio. Respinge invece il ricorso della società nel merito.

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Appello Incidentale Tardivo: la Cassazione fissa i termini perentori

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia processuale, specificando le regole per il calcolo dei termini di un appello incidentale tardivo. La decisione chiarisce che il punto di riferimento temporale è l’udienza originariamente fissata nell’atto di citazione, e non eventuali rinvii successivi. Questa pronuncia offre spunti cruciali per gli operatori del diritto, sottolineando l’importanza del rispetto rigoroso delle scadenze processuali.

I Fatti del Caso: Opposizione a Esecuzione e Doppio Appello

La vicenda trae origine da un’azione esecutiva avviata da un istituto di credito nei confronti di una società immobiliare e della sua socia accomandataria, sulla base di un contratto di mutuo fondiario. Entrambe le parti intimate si opponevano all’esecuzione. La società sosteneva la nullità del mutuo per illiceità della causa, mentre la socia eccepiva il beneficio di preventiva escussione del patrimonio sociale.

Il Tribunale di primo grado rigettava l’opposizione della società ma accoglieva quella della socia. Di conseguenza, la società proponeva appello principale e l’istituto di credito rispondeva con un appello incidentale, contestando la propria condanna al pagamento delle spese legali in favore della socia.

La Questione dell’Appello Incidentale Tardivo in Cassazione

La Corte d’Appello, pur rigettando l’appello principale della società, accoglieva parzialmente l’appello incidentale della banca, compensando parte delle spese del primo grado. La socia, tuttavia, ricorreva in Cassazione, sostenendo, tra i vari motivi, che l’appello incidentale tardivo della banca fosse stato depositato oltre il termine di legge. L’atto, infatti, era stato depositato meno di venti giorni prima della data di udienza indicata nell’atto di citazione in appello, sebbene l’udienza fosse stata poi rinviata d’ufficio.

Parallelamente, anche la società immobiliare presentava ricorso in Cassazione, lamentando vizi di merito relativi alla presunta nullità del contratto di mutuo e alla responsabilità precontrattuale della banca.

La Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha adottato due decisioni distinte per i due ricorsi.

1. Accoglimento del ricorso della socia: La Corte ha ritenuto fondato il motivo relativo alla tardività dell’appello incidentale della banca.
2. Inammissibilità del ricorso della società: I motivi presentati dalla società sono stati giudicati inammissibili in quanto miravano a un riesame del merito dei fatti, non consentito in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Suprema Corte sull’Appello Incidentale Tardivo

La Corte ha ribadito un orientamento consolidato: il termine per la proposizione dell’appello incidentale deve essere calcolato a ritroso partendo dalla data dell’udienza indicata nell’atto di citazione originale. Qualsiasi differimento successivo di tale udienza, disposto ai sensi dell’art. 168-bis, quarto comma, cod. proc. civ. (ad esempio, per assenza del giudice in quel giorno), è irrilevante ai fini della tempestività dell’impugnazione incidentale.

Nel caso specifico, la banca aveva depositato la sua comparsa di risposta con appello incidentale il 5 aprile 2022, mentre l’udienza originaria era fissata per il 14 aprile 2022. Il termine di venti giorni non era stato rispettato. Il successivo rinvio al 26 aprile non poteva sanare questa tardività. Di conseguenza, la Suprema Corte ha cassato la sentenza d’appello sul punto, dichiarando l’inammissibilità dell’appello incidentale e rendendo definitiva la decisione di primo grado sulla condanna della banca alle spese.

Per quanto riguarda il ricorso della società, la Corte lo ha dichiarato inammissibile perché le censure sollevate richiedevano una nuova valutazione delle prove e dei fatti (come la reale destinazione delle somme mutuate), attività preclusa al giudice di legittimità. La Corte d’Appello aveva già accertato l’assenza di prove a sostegno della tesi della società, e tale accertamento non poteva essere rimesso in discussione in Cassazione.

Le Conclusioni: il Principio di Diritto e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un principio procedurale di massima importanza: la certezza dei termini processuali non può essere scalfita da eventi successivi come il rinvio d’ufficio di un’udienza. Per calcolare la scadenza per un appello incidentale tardivo, l’unico riferimento valido è la data della prima udienza di comparizione fissata nell’atto di citazione. Gli avvocati devono prestare la massima attenzione a questa scadenza perentoria per non incorrere in dichiarazioni di inammissibilità che possono compromettere irrimediabilmente le ragioni dei propri assistiti. La pronuncia, inoltre, conferma la netta distinzione tra il giudizio di merito e quello di legittimità, ribadendo che la Corte di Cassazione non può sostituirsi ai giudici dei gradi inferiori nella ricostruzione dei fatti della causa.

Da quale data si calcola il termine per proporre un appello incidentale?
Il termine si calcola a ritroso partendo dalla data dell’udienza di comparizione indicata nell’atto di citazione originale, non da eventuali date di rinvio successive.

Un rinvio d’ufficio dell’udienza sposta il termine per l’appello incidentale?
No, il rinvio dell’udienza disposto dal giudice non incide sulla tempestività dell’appello incidentale. Il termine rimane ancorato alla data della prima udienza fissata nell’atto di citazione.

È possibile chiedere in Cassazione di riesaminare i fatti, come la reale destinazione delle somme di un mutuo?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti o le prove. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità), non rivalutare gli accertamenti di fatto compiuti nei precedenti gradi di giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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