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Amministratore di sostegno: poteri e nomina estera

In un caso di risarcimento danni per un grave incidente stradale, il Tribunale di Venezia ha esaminato le eccezioni sulla legittimità dell’amministratore di sostegno a rappresentare la vittima, cittadina straniera. La corte ha respinto le contestazioni relative alla delega dei poteri e alla coesistenza di un provvedimento di tutela estero, affermando la piena validità dei poteri dell’amministratore di sostegno a procedere con la causa, privilegiando la protezione effettiva della persona incapace.

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Amministratore di Sostegno: Poteri Rappresentativi e Conflitti con Nomine Estere

Una recente sentenza non definitiva del Tribunale di Venezia offre importanti chiarimenti sui poteri dell’amministratore di sostegno, specialmente in contesti complessi che coinvolgono cittadini stranieri e provvedimenti di tutela emessi da autorità estere. La decisione si è concentrata sulla validità dei poteri rappresentativi dell’amministratore in una causa di risarcimento danni, rigettando le eccezioni sollevate dalla difesa e riaffermando il principio della protezione effettiva della persona beneficiaria.

I Fatti del Caso: Un Grave Incidente e le Sue Conseguenze Giudiziarie

La vicenda trae origine da un tragico incidente stradale avvenuto sull’Autostrada A4, a seguito del quale una donna ha riportato lesioni gravissime che l’hanno condotta a uno stato vegetativo permanente. Data la sua incapacità di provvedere ai propri interessi, il Giudice Tutelare italiano ha nominato un amministratore di sostegno, un ente pubblico che a sua volta ha delegato le funzioni a un avvocato, per assisterla e rappresentarla. L’avvocato, in tale veste, ha avviato un’azione legale contro il conducente del veicolo investitore e la sua compagnia di assicurazioni, chiedendo un cospicuo risarcimento per i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti dalla sua assistita.

Le Eccezioni della Difesa: La Legittimità dell’Amministratore di Sostegno in Discussione

La parte convenuta ha sollevato diverse eccezioni preliminari volte a contestare la legittimità dell’avvocato ad agire in giudizio. In particolare, la difesa ha sostenuto:
1. L’inesistenza dei poteri rappresentativi: si contestava la validità della delega conferita all’avvocato, poiché non proveniva direttamente dal legale rappresentante dell’ente pubblico nominato dal giudice, ma da un suo organo amministrativo e a un soggetto esterno all’ente stesso, in presunta violazione del decreto di nomina.
2. Il conflitto con un provvedimento straniero: essendo la vittima cittadina serba, le autorità della Serbia avevano già nominato un tutore (il padre della donna) con una sentenza passata in giudicato. Secondo la difesa, questo provvedimento estero avrebbe dovuto prevalere, rendendo invalida la successiva nomina dell’amministratore di sostegno italiano.
3. La mancanza di autorizzazione del Giudice Tutelare: si sosteneva che, per avviare un’azione giudiziaria, l’amministratore avrebbe dovuto ottenere una specifica autorizzazione dal giudice, autorizzazione che in questo caso mancava.

Le Motivazioni del Tribunale di Venezia

Il Tribunale ha esaminato e rigettato punto per punto tutte le eccezioni sollevate, fornendo una motivazione chiara e fondata sui principi di tutela della persona fragile.

In primo luogo, riguardo alla validità della delega, la corte ha chiarito che le modalità con cui l’ente pubblico, nominato amministratore, organizza internamente le proprie funzioni e sceglie i suoi delegati rientrano nella sua autonomia gestionale. Una volta che la nomina dell’ente è valida, le questioni relative alla successiva delega sono considerate atti interni di gestione non sindacabili in quella sede, in quanto non pregiudicano la validità della rappresentanza esterna.

Successivamente, affrontando il delicato tema del conflitto con il provvedimento serbo, il giudice ha dato priorità al principio della “protezione efficace” dell’interessata. Sebbene esistesse una nomina tutelare in Serbia, la donna risiedeva stabilmente in una struttura sanitaria in Italia e il provvedimento serbo, che prevedeva il suo rimpatrio, era di fatto inattuabile. In un’ottica di tutela sostanziale, la nomina dell’amministratore di sostegno da parte del giudice italiano è stata ritenuta non solo legittima ma necessaria per garantire la cura degli interessi della donna nel luogo in cui si trovava. Il Tribunale ha sottolineato che, in questi casi, non si può applicare una rigida logica di prevenzione temporale, ma occorre valutare quale misura garantisca la migliore protezione possibile.

Infine, per quanto riguarda la necessità dell’autorizzazione giudiziale, la sentenza ha ribadito un orientamento consolidato della giurisprudenza. L’azione di risarcimento del danno non è un atto di straordinaria amministrazione, ma un atto volto a reintegrare e conservare il patrimonio del beneficiario leso da un fatto illecito. Come tale, rientra nei poteri di ordinaria amministrazione dell’amministratore di sostegno e non necessita di alcuna autorizzazione specifica da parte del Giudice Tutelare.

Le Conclusioni

Con questa pronuncia non definitiva, il Tribunale di Venezia ha confermato la piena titolarità dei poteri rappresentativi in capo all’amministratore di sostegno, permettendo così alla causa di proseguire verso l’esame del merito, cioè l’accertamento delle responsabilità nell’incidente e la quantificazione del danno. La decisione rappresenta un’importante affermazione del principio di tutela sostanziale della persona incapace, dimostrando come l’istituto dell’amministrazione di sostegno possa adattarsi con flessibilità anche a complesse situazioni transnazionali, sempre con l’obiettivo primario di garantire la protezione più efficace possibile al soggetto vulnerabile.

Un terzo può contestare la validità della delega di poteri all’amministratore di sostegno nominato da un ente pubblico?
No. Secondo il Tribunale, una volta che un ente pubblico è validamente nominato amministratore di sostegno, le decisioni interne su come delegare le funzioni sono atti di gestione interna e non possono essere contestate da terzi nel processo, in quanto non inficiano la validità della rappresentanza esterna.

La nomina di un tutore da parte di un’autorità straniera impedisce a un giudice italiano di nominare un amministratore di sostegno?
Non necessariamente. Il Tribunale ha stabilito che, nonostante la preesistente nomina di un tutore in Serbia, la nomina di un amministratore di sostegno in Italia è valida e necessaria per garantire la “protezione efficace” della persona, soprattutto quando questa risiede stabilmente in Italia e il provvedimento straniero è di difficile attuazione.

L’amministratore di sostegno necessita di un’autorizzazione specifica del giudice tutelare per avviare una causa di risarcimento danni?
No. La sentenza conferma che l’azione per il risarcimento del danno è un atto di ordinaria amministrazione, finalizzato a reintegrare il patrimonio del beneficiario. Pertanto, non richiede una specifica autorizzazione preventiva da parte del giudice tutelare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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