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Aliud pro alio: quando un bene è completamente diverso

Una società fornitrice di calcestruzzo è stata citata in giudizio per aver consegnato un prodotto con resistenza inferiore a quella pattuita, causando danni a una pavimentazione industriale. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13214/2024, ha chiarito la distinzione tra vizi della cosa e la consegna di “aliud pro alio” (una cosa per un’altra). Secondo i giudici, si ha aliud pro alio solo quando il bene è totalmente diverso e funzionalmente inidoneo all’uso previsto, non quando presenta solo difetti o qualità inferiori. La Corte ha cassato la sentenza d’appello per motivazione carente, rinviando il caso per una nuova valutazione.

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Aliud pro alio: quando un bene è talmente diverso da giustificare la risoluzione del contratto?

Nel mondo dei contratti di compravendita e fornitura, può accadere che il bene consegnato non corrisponda a quello ordinato. Ma quando questa differenza è tale da configurare non un semplice difetto, ma la consegna di una cosa completamente diversa? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13214 del 14 maggio 2024, torna sul concetto di aliud pro alio, tracciando una linea netta tra vizi e inidoneità funzionale assoluta. L’analisi di questo caso, relativo a una fornitura di calcestruzzo, offre spunti fondamentali per comprendere i rimedi a disposizione dell’acquirente.

I Fatti di Causa

Una società costruttrice commissionava a un’altra azienda la fornitura di calcestruzzo con una specifica classe di resistenza (RCK 250) per la realizzazione della pavimentazione industriale di un proprio stabilimento. A seguito della posa, la pavimentazione presentava delle fratture. La società acquirente citava quindi in giudizio la fornitrice, sostenendo che l’inadempimento consisteva nell’aver fornito un calcestruzzo di classe inferiore (RCK 200), inidoneo all’uso previsto.

Il Tribunale di primo grado accoglieva la domanda, riconoscendo l’ipotesi di vendita di aliud pro alio e condannando la società fornitrice al risarcimento dei danni. La decisione veniva parzialmente confermata in appello.

Il Ricorso in Cassazione e l’analisi dell’aliud pro alio

La società fornitrice ha proposto ricorso in Cassazione, contestando la qualificazione del suo inadempimento come consegna di aliud pro alio. Secondo la ricorrente, la Corte d’Appello aveva adottato una motivazione apparente, limitandosi a recepire le conclusioni della consulenza tecnica senza spiegare adeguatamente perché un calcestruzzo di resistenza inferiore dovesse considerarsi un bene completamente diverso e non semplicemente un bene con qualità inferiori a quelle pattuite.

La difesa ha sottolineato che la differenza tra RCK 250 e RCK 200 non rendeva il prodotto un genere merceologico differente, ma si trattava di una carenza di qualità che rientrava nelle garanzie per vizi, soggette a termini di decadenza e prescrizione ben precisi, che in questo caso non erano stati rispettati.

le motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendo fondata la censura relativa alla motivazione apparente. I giudici hanno colto l’occasione per ribadire la distinzione fondamentale tra le diverse forme di inadempimento nella compravendita:
1. Vizio redibitorio (art. 1490 c.c.): imperfezioni che rendono la cosa inidonea all’uso o ne diminuiscono il valore, ma il bene appartiene comunque al genere pattuito.
2. Mancanza di qualità promesse o essenziali (art. 1497 c.c.): il bene, pur rimanendo nello stesso genere, è privo di caratteristiche specifiche garantite dal venditore o necessarie per l’uso.
3. Consegna di aliud pro alio: si verifica quando il bene consegnato è completamente eterogeneo rispetto a quello pattuito per natura, individualità e destinazione. La cosa venduta appartiene a un genere del tutto diverso o presenta difetti tali da impedirle di assolvere alla sua funzione economico-sociale.

Nel caso specifico, la Corte di Cassazione ha stabilito che la Corte d’Appello non aveva sufficientemente motivato le ragioni per cui la minore resistenza del calcestruzzo (RCK 200 anziché RCK 250) avesse inciso sulla funzione economico-sociale del bene al punto da renderlo un aliud, ovvero un bene incapace di svolgere la sua intrinseca funzione di “calcestruzzo”. La sentenza impugnata si era limitata a definire il materiale “inidoneo all’uso” senza spiegare se questa inidoneità fosse totale e definitiva, compromettendo la stessa identità del bene. Mancava, in altre parole, la dimostrazione che il prodotto fornito non potesse essere qualificato come calcestruzzo, ma come qualcosa di diverso.

le conclusioni

La Suprema Corte ha cassato la sentenza e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di Perugia, in diversa composizione, enunciando il seguente principio di diritto: “Sussiste consegna di aliud pro alio, che dà luogo all’azione contrattuale di risoluzione ai sensi dell’art. 1453 c.c., qualora il bene consegnato sia completamente eterogeneo rispetto a quello pattuito, per natura, individualità, consistenza e destinazione, cosicché, appartenendo ad un genere diverso, si riveli funzionalmente del tutto inidoneo ad assolvere allo scopo economico-sociale della res promessa e, quindi, a fornire l’utilità presagita“.

La decisione sottolinea che, per configurare l’ipotesi di aliud pro alio, non è sufficiente una semplice difformità qualitativa, anche se rilevante, ma è necessaria una radicale diversità che renda il bene incapace di soddisfare la funzione per cui è stato acquistato. La Corte d’Appello dovrà quindi riesaminare il caso, approfondendo se la minore resistenza del calcestruzzo abbia comportato una tale compromissione funzionale.

Quando si verifica la consegna di “aliud pro alio” in un contratto di vendita?
Si verifica quando il bene consegnato è completamente diverso da quello pattuito per natura, genere e funzione, risultando del tutto inidoneo ad assolvere allo scopo economico-sociale per cui era stato acquistato.

Qual è la differenza tra un vizio del bene e la consegna di “aliud pro alio”?
Un bene viziato o privo di qualità promesse appartiene comunque al genere pattuito, ma presenta difetti o caratteristiche inferiori. Un bene consegnato in “aliud pro alio” appartiene a un genere merceologico completamente diverso o è così difettoso da essere funzionalmente inutile.

In questo caso, perché la Corte di Cassazione ha annullato la precedente sentenza?
Perché la Corte d’Appello ha fornito una motivazione apparente, non spiegando in modo adeguato perché la fornitura di un calcestruzzo con minore resistenza costituisse la consegna di un bene totalmente diverso (“aliud pro alio”) anziché un bene con una semplice mancanza di qualità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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