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Adempimento del contratto: cosa succede se è tardivo?

Un ex socio otteneva un trasferimento immobiliare forzato dopo un ritardo. Successivamente, ha citato in giudizio la controparte per danni, sostenendo che la sua rinuncia agli utili societari era diventata invalida a causa del ritardato adempimento del contratto. La Corte di Cassazione ha respinto questa tesi, affermando che, avendo imposto l’esecuzione del contratto, ne aveva confermato la validità e la sua rinuncia rimaneva vincolante. Eventuali danni sono limitati al solo ritardo e non alla perdita della controprestazione.

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Adempimento del Contratto: Se si Ottiene l’Esecuzione, Non si Può Contestare la Controprestazione

L’adempimento del contratto è il momento cruciale di ogni accordo, ma cosa accade quando una delle parti adempie in ritardo? Può la parte che subisce il ritardo, dopo aver ottenuto l’esecuzione forzata della prestazione, sostenere che la propria obbligazione sia venuta meno? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un’importante chiarimento su questo punto, stabilendo un principio fondamentale in materia di obbligazioni e sinallagma contrattuale.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una transazione tra due fratelli, ex soci di una società in accomandita semplice. A seguito del recesso di uno dei due, l’altro si era impegnato a trasferirgli un immobile a titolo di liquidazione della quota. A fronte di tale obbligo, il socio receduto aveva rinunciato ai canoni che gli sarebbero spettati.

Tuttavia, il trasferimento immobiliare non avveniva spontaneamente. Il socio receduto era quindi costretto ad agire in giudizio per ottenere una sentenza che tenesse luogo del contratto non concluso (ex art. 2932 c.c.), ottenendo così, seppur tardivamente, la proprietà del bene.

Successivamente, lo stesso socio riteneva di aver subito un danno a causa del ritardo e agiva nuovamente in giudizio. La sua tesi era che il ritardato adempimento avesse fatto venir meno la ‘causa’ della sua rinuncia ai canoni, trasformando tale rinuncia in una perdita economica risarcibile. A tutela di questo presunto credito, avviava anche un’azione revocatoria contro la vendita di un altro immobile effettuata dalla società.

La Decisione della Corte d’Appello

In secondo grado, i giudici accoglievano la tesi del fratello. Secondo la Corte d’Appello, il ritardo nell’adempimento aveva spezzato il sinallagma negoziale, ovvero il legame di reciprocità tra le prestazioni. Di conseguenza, la rinuncia ai canoni, effettuata nella prospettiva di un tempestivo trasferimento immobiliare, era diventata priva di fondamento giuridico, generando un danno risarcibile.

Le Motivazioni della Cassazione sul Corretto Adempimento del Contratto

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente questa decisione, accogliendo il ricorso della sorella. L’errore fondamentale della Corte d’Appello, secondo i giudici di legittimità, risiede nell’aver confuso i rimedi a disposizione della parte non inadempiente.

L’articolo 1453 del Codice Civile offre una scelta chiara a chi subisce un inadempimento: può chiedere l’adempimento del contratto o la sua risoluzione.

Nel caso di specie, il fratello ha scelto la prima via: ha insistito per l’adempimento e lo ha ottenuto, seppur tramite una sentenza. Scegliendo di pretendere e ottenere la prestazione, egli ha implicitamente confermato la piena validità ed efficacia del contratto originario. Non è possibile, quindi, affermare che la sua controprestazione (la rinuncia ai canoni) sia diventata priva di causa.

Il contratto, infatti, non è stato risolto. Al contrario, ha avuto la sua esecuzione. La causa della rinuncia ai canoni era il trasferimento dell’immobile, e quel trasferimento è avvenuto. Il fatto che sia avvenuto in ritardo può dar luogo a una richiesta di risarcimento per i danni specifici derivanti dal ritardo (ad esempio, il mancato godimento del bene per un certo periodo), ma non può invalidare la controprestazione pattuita.

In altre parole, una volta che la prestazione dovuta viene ottenuta, anche coattivamente, il contratto si considera adempiuto e non si può sostenere che la propria obbligazione sia venuta meno. Sarebbe stato diverso se il fratello avesse scelto di chiedere la risoluzione del contratto: in quel caso, venendo meno l’intero accordo, anche la sua rinuncia ai canoni sarebbe stata travolta, e avrebbe potuto chiedere la restituzione dei canoni persi.

Conclusioni: la Scelta che Vincola

La decisione della Cassazione riafferma un principio cardine del diritto dei contratti: la scelta tra manutenzione del contratto (richiesta di adempimento) e la sua demolizione (richiesta di risoluzione) è vincolante e determina le conseguenze risarcitorie. Chi sceglie di far valere il contratto e ne ottiene l’esecuzione, non può poi comportarsi come se quel contratto non fosse più valido per quanto riguarda i propri obblighi. L’adempimento del contratto, sebbene tardivo, consolida il rapporto giuridico, lasciando spazio solo al risarcimento dei danni direttamente riconducibili al ritardo, e non alla messa in discussione dell’intero equilibrio contrattuale.

Se una parte esegue la sua prestazione in ritardo, la controprestazione dell’altra parte perde la sua validità?
No. Secondo la Corte, se la parte adempiente sceglie di chiedere e ottenere l’adempimento del contratto, anche se forzato e tardivo, conferma la validità dell’intero accordo. Di conseguenza, la propria controprestazione non diventa priva di causa e rimane dovuta.

Quali sono le alternative per una parte che subisce l’inadempimento altrui?
La parte può scegliere tra due strade principali: chiedere l’adempimento del contratto (cioè costringere l’altra parte a eseguire la prestazione) oppure chiedere la risoluzione del contratto (cioè lo scioglimento dell’accordo), oltre al risarcimento del danno in entrambi i casi.

Dopo aver ottenuto l’adempimento forzato, si può ancora chiedere la risoluzione del contratto?
No. Una volta ottenuta la prestazione, anche se coattivamente, il contraente non può più domandare la risoluzione del contratto, poiché l’interesse all’esecuzione è stato soddisfatto. Il contratto ha avuto la sua esecuzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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