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Accollo del mutuo: effetti su prescrizione e usura

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 421/2025, ha chiarito importanti aspetti legati all’accollo del mutuo. Ha stabilito che l’adesione della banca all’accollo tra il debitore originario e il terzo determina la competenza territoriale del giudice. Inoltre, la notifica di precetto e pignoramento all’accollante interrompe in modo permanente la prescrizione del credito. Infine, ha ribadito che il superamento della soglia di usura durante il rapporto (usura sopravvenuta) non invalida la clausola sugli interessi, se questa era legittima al momento della stipula del contratto.

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Accollo del Mutuo: la Cassazione su Competenza, Prescrizione e Usura

L’operazione di accollo del mutuo è una pratica comune nelle compravendite immobiliari, ma solleva questioni giuridiche complesse che possono sfociare in contenziosi. Con la recente ordinanza n. 421/2025, la Corte di Cassazione è intervenuta per fare chiarezza su tre aspetti cruciali: la competenza territoriale del giudice, l’interruzione della prescrizione e la validità dei tassi di interesse in caso di usura sopravvenuta.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dall’opposizione a un decreto ingiuntivo notificato da un istituto di credito all’erede di un soggetto che aveva acquistato un immobile, accollandosi il relativo mutuo. A seguito dell’inadempimento, la banca aveva avviato le procedure di recupero del credito. L’erede, divenuta parte del processo, ha contestato la pretesa creditoria sollevando diverse eccezioni, tutte respinte sia in primo grado che in appello.

La controversia è quindi giunta in Cassazione, dove la ricorrente ha riproposto le sue doglianze basate su tre motivi principali: incompetenza territoriale del giudice che ha emesso il decreto, intervenuta prescrizione del credito e applicazione di tassi usurari.

I Motivi del Ricorso e l’Accollo del Mutuo

L’erede ha articolato il suo ricorso su tre punti fondamentali:

1. Incompetenza Territoriale: Secondo la ricorrente, il giudice competente non doveva essere quello del luogo dell’accollo, bensì quello legato al contratto di mutuo originario, poiché l’accollo era un accordo interno tra il vecchio e il nuovo debitore.
2. Prescrizione del Credito: Si sosteneva che la prescrizione non fosse stata validamente interrotta, in quanto gli atti esecutivi (precetto e pignoramento) erano stati notificati all’accollante solo in qualità di proprietario dell’immobile e non come debitore diretto.
3. Usurarietà dei Tassi: La ricorrente lamentava che i tassi di interesse, nel corso del rapporto, avessero superato la soglia anti-usura (c.d. usura sopravvenuta), rendendo nulla la relativa clausola contrattuale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, fornendo importanti chiarimenti su ciascuno dei punti sollevati.

Sulla Competenza Territoriale e l’Accollo del Mutuo

La Cassazione ha confermato che, quando il creditore (la banca) aderisce all’accordo di accollo, questo non è più un semplice patto interno tra i debitori, ma diventa un contratto a favore di terzo. Di conseguenza, la banca acquista un diritto diretto nei confronti del nuovo debitore (l’accollante). Pertanto, l’azione legale intrapresa dalla banca si fonda proprio sull’accollo, rendendo corretta la scelta del foro competente legato a tale contratto. La notifica del precetto e del pignoramento all’accollante è stata interpretata come prova dell’adesione della banca all’accollo stesso.

Sull’Effetto Interruttivo Permanente della Prescrizione

La Corte ha ribadito un principio consolidato: l’avvio di un processo esecutivo, tramite la notifica di precetto e pignoramento, produce un effetto interruttivo permanente della prescrizione. Questo effetto, ai sensi dell’art. 2945, comma 2, c.c., perdura per tutta la durata del processo esecutivo. L’interruzione non è istantanea, ma sospende il decorso del tempo fino alla chiusura della procedura. La Corte ha ritenuto irrilevante che la procedura esecutiva si fosse poi estinta a causa della confisca penale dell’immobile, poiché tale estinzione non era imputabile a inerzia del creditore.

Sul Principio dell’Usura Sopravvenuta

Infine, in merito alla questione dell’usura, la Cassazione ha richiamato l’orientamento delle Sezioni Unite (sent. n. 24675/2017). Il momento per verificare se un tasso di interesse è usurario è quello della stipula del contratto. Se in quella data i tassi erano conformi alla legge, un loro eventuale superamento della soglia in un momento successivo (‘usura sopravvenuta’) non rende nulla o inefficace la clausola. La Corte ha inoltre specificato che la pretesa del creditore di riscuotere interessi divenuti superiori alla soglia non costituisce, di per sé, una violazione del dovere di buona fede.

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida tre principi di fondamentale importanza pratica nel diritto bancario e processuale:

1. L’adesione del creditore all’accollo del mutuo lo rende parte attiva del rapporto e radica la competenza territoriale nel foro dell’accollo.
2. L’azione esecutiva interrompe la prescrizione in modo permanente per tutta la sua durata, proteggendo il creditore diligente.
3. L’usura va valutata al momento della pattuizione degli interessi; l’usura sopravvenuta non invalida il contratto.

In caso di accollo del mutuo, quale tribunale è competente se il creditore agisce contro il nuovo debitore?
Il tribunale competente è quello del luogo in cui è sorto l’obbligo derivante dall’accollo, a condizione che il creditore (la banca) abbia aderito all’accordo, anche attraverso atti concludenti come l’avvio di un’azione legale contro l’accollante.

La notifica di un atto di precetto e di un pignoramento interrompe la prescrizione in modo permanente?
Sì, secondo la Corte l’introduzione del processo esecutivo determina un’interruzione della prescrizione con effetto permanente, che dura per tutto il corso della procedura esecutiva, ai sensi dell’art. 2945, comma 2, del codice civile.

Se i tassi di interesse di un mutuo superano la soglia di usura durante il rapporto, il contratto diventa nullo?
No. La Corte ha ribadito che la legittimità dei tassi di interesse deve essere valutata al momento in cui sono stati concordati. Il superamento della soglia nel corso del rapporto (c.d. usura sopravvenuta) non comporta la nullità o l’inefficacia della clausola relativa agli interessi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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