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Accertamento illecito finanziario: quando inizia?

Un ex direttore generale di un istituto di credito, sanzionato dall’Autorità di Vigilanza per carenze informative in un prospetto di offerta di azioni, aveva ottenuto l’annullamento della sanzione in appello. La Corte territoriale aveva ritenuto tardiva la procedura sanzionatoria. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, specificando che il termine per un accertamento di illecito finanziario decorre solo dal momento in cui l’Autorità acquisisce tutti gli elementi necessari a valutare compiutamente l’illecito, e non dalla prima ricezione di documenti o sospetti.

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Accertamento Illecito Finanziario: La Cassazione Chiarisce il ‘Dies a Quo’

La tempestività è un principio cardine nel diritto sanzionatorio. Ma da quando decorre esattamente il termine per un accertamento di illecito finanziario? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo punto cruciale, stabilendo che il ‘dies a quo’ non coincide con la mera ricezione di documenti, ma con il momento in cui l’Autorità di Vigilanza ha un quadro informativo completo. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Carenze Informative e Sanzioni

Il caso riguarda un ex direttore generale di un importante istituto di credito. L’Autorità di Vigilanza sui Mercati Finanziari gli aveva irrogato una sanzione amministrativa pecuniaria per violazioni legate a carenze informative. In particolare, le contestazioni riguardavano un prospetto per l’offerta di azioni pubblicato alcuni anni prima, che ometteva informazioni cruciali emerse da rilievi dell’Autorità di Vigilanza Bancaria.

L’ex dirigente aveva impugnato la sanzione, chiedendone l’annullamento o, in subordine, la riduzione.

La Decisione della Corte d’Appello: Procedura Tardiva?

La Corte d’appello territoriale accoglieva l’opposizione e annullava la delibera sanzionatoria. Secondo i giudici di merito, l’Autorità di Vigilanza era a conoscenza di elementi sufficienti per avviare l’indagine ben prima di quanto avesse effettivamente fatto. Già da alcuni anni, infatti, l’istituto di credito aveva trasmesso documenti e relazioni che, secondo la Corte d’Appello, avrebbero dovuto far scattare immediatamente la procedura sanzionatoria. Di conseguenza, l’avvio formale delle indagini, avvenuto anni dopo, è stato ritenuto tardivo e in violazione del termine di 180 giorni previsto dall’art. 195 del Testo Unico della Finanza (TUF), rendendo illegittima la sanzione.

Il Ricorso in Cassazione e l’Accertamento Illecito Finanziario

L’Autorità di Vigilanza ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la decisione della Corte d’Appello su più fronti. Il fulcro del ricorso era la scorretta interpretazione del concetto di ‘accertamento’ e del relativo momento iniziale (‘dies a quo’).

L’Autorità ha sostenuto che il semplice possesso di alcuni documenti, da cui potevano emergere sospetti, non equivaleva a un ‘accertamento’ completo dell’illecito. Quest’ultimo, infatti, richiede un’analisi approfondita, la raccolta di tutti gli elementi probatori e una valutazione ponderata sulla sussistenza della violazione. Nel caso di specie, l’acquisizione materiale dei documenti decisivi, come la nota specifica dell’Autorità di Vigilanza Bancaria, era avvenuta solo in una data molto più recente, a seguito di un’attività di indagine mirata.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto i motivi del ricorso, cassando la sentenza d’appello. Gli Ermellini hanno chiarito un principio fondamentale: l’accertamento di un illecito finanziario non coincide né con la consumazione della violazione, né con la mera constatazione di un fatto potenzialmente rilevante. Il termine per la notifica della contestazione inizia a decorrere solo quando l’amministrazione ha acquisito un quadro conoscitivo completo, che le permetta di ricostruire l’illecito in tutti i suoi elementi e di valutarne la fondatezza.

La Corte ha inoltre ribadito che il giudice non può sostituirsi all’autorità di vigilanza nel valutare l’opportunità e i tempi dello svolgimento delle indagini. È prerogativa esclusiva dell’organo di controllo decidere quando e come esercitare i propri poteri ispettivi per riscontrare la sussistenza di un illecito. Giudicare ‘tardivo’ l’inizio di un’indagine, come fatto dalla Corte d’Appello, significa entrare indebitamente nel merito di scelte discrezionali dell’amministrazione.

Le Conclusioni: Quando Inizia Realmente l’Accertamento?

La decisione della Cassazione stabilisce che il ‘dies a quo’ per la contestazione di un illecito finanziario è ancorato al momento in cui l’attività di indagine e controllo può ritenersi definita nella sua integralità. Questo avviene quando l’Autorità dispone di tutti gli elementi informativi e probatori necessari. La semplice ricezione di documentazione, anche se ‘allarmante’, non è sufficiente a far scattare il cronometro, se per una piena comprensione dei fatti sono necessarie ulteriori e specifiche attività di indagine. Questa pronuncia rafforza l’autonomia dell’Autorità di Vigilanza e garantisce che le procedure sanzionatorie si basino su un quadro probatorio solido e completo, piuttosto che su sospetti iniziali.

Quando inizia a decorrere il termine per contestare un illecito finanziario secondo la Corte di Cassazione?
Il termine per la contestazione (fissato in 180 giorni dall’art. 195 del TUF) inizia a decorrere non dalla mera conoscenza di un fatto o dalla ricezione di un documento, ma solo dal momento in cui l’Autorità di Vigilanza ha acquisito tutti gli elementi informativi e probatori necessari per una completa ricostruzione e valutazione dell’illecito.

Può il giudice valutare nel merito l’opportunità delle indagini svolte dall’Autorità di Vigilanza?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la valutazione sull’opportunità di esercitare i poteri di indagine e sui tempi del loro svolgimento è rimessa esclusivamente all’autorità competente. Il giudice non può sostituirsi ad essa giudicando ‘tardivo’ l’inizio di un’ispezione o di un’indagine.

La semplice ricezione di documenti sospetti da parte dell’Autorità di Vigilanza fa partire il termine per la sanzione?
No. Secondo la sentenza, l’acquisizione di documenti, anche se potenzialmente rilevanti, non segna l’inizio del termine se non consente di avere un quadro completo. L’accertamento si considera concluso solo all’esito dell’acquisizione completa ed effettiva di tutti i documenti necessari, che può richiedere un’ulteriore e successiva attività di indagine.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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