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Abuso di posizione dominante: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di una grande azienda farmaceutica per abuso di posizione dominante. La società aveva attuato una complessa strategia brevettuale per ritardare l’ingresso sul mercato di farmaci generici concorrenti, causando un danno economico al Servizio Sanitario Nazionale. La sentenza chiarisce che anche l’uso di strumenti legali legittimi, se finalizzato a escludere i concorrenti, integra un illecito antitrust. L’accertamento dell’Autorità Garante è stato ritenuto prova privilegiata della condotta, mentre il nesso causale e il danno sono stati provati tramite presunzioni.

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Abuso di Posizione Dominante: La Cassazione Conferma la Condanna a un Colosso Farmaceutico

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su un’importante controversia in materia di concorrenza, confermando la condanna per abuso di posizione dominante a carico di una nota azienda farmaceutica. Il caso riguarda l’adozione di una strategia complessa finalizzata a ritardare l’ingresso nel mercato di farmaci generici, con conseguente danno per la spesa sanitaria pubblica. La decisione offre spunti cruciali sull’intersezione tra diritto della proprietà intellettuale e normativa antitrust.

I Fatti: Una Strategia Brevettuale Contestata

Al centro della vicenda vi è un farmaco ampiamente utilizzato per la cura del glaucoma. Alla scadenza del brevetto principale, ci si aspettava l’ingresso sul mercato di versioni generiche, notevolmente meno costose. Tuttavia, l’azienda titolare del farmaco ‘originator’ ha messo in atto una serie di azioni per prolungare la propria esclusiva. In particolare, ha richiesto e ottenuto un brevetto divisionale e un certificato di protezione complementare (CPC) solo in Italia, creando uno stato di incertezza giuridica che ha di fatto scoraggiato e ritardato l’ingresso dei concorrenti.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) aveva già sanzionato questa condotta, qualificandola come un abuso di posizione dominante volto a escludere i produttori di farmaci generici. A seguito di tale decisione, i Ministeri della Salute e dell’Economia hanno avviato un’azione civile per ottenere il risarcimento dei danni subiti dal Servizio Sanitario Nazionale, quantificati nel maggior costo sostenuto per rimborsare il farmaco di marca anziché i suoi equivalenti generici.

Il Giudizio di Merito: Dalla Reiezione alla Condanna

Il percorso giudiziario è stato complesso. In primo grado, il Tribunale aveva respinto la domanda dei Ministeri, ritenendo non sufficientemente provato il nesso causale tra la condotta dell’azienda e il ritardo dei generici. La Corte d’Appello, tuttavia, ha ribaltato la decisione. I giudici di secondo grado hanno riconosciuto il valore di ‘prova privilegiata’ all’accertamento dell’AGCM riguardo alla condotta anticoncorrenziale, condannando l’azienda farmaceutica a un cospicuo risarcimento.

L’abuso di posizione dominante secondo la Cassazione

L’azienda ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, sollevando diversi motivi di ricorso. La Suprema Corte, però, ha respinto integralmente l’appello, confermando la condanna e fornendo chiarimenti fondamentali sul concetto di abuso di posizione dominante in questo contesto.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Le argomentazioni della Cassazione si sono concentrate su tre pilastri fondamentali: il valore della decisione dell’AGCM, la natura della condotta abusiva e la prova del danno.

Prova Privilegiata e Irrilevanza della Validità del Brevetto

La Corte ha chiarito che l’accertamento dell’AGCM, confermato dal giudice amministrativo, costituisce una prova privilegiata della condotta illecita. Il punto cruciale non era la legittimità o la validità dei singoli titoli di privativa (brevetto divisionale e CPC), ma l’uso strategico e distorto di tali strumenti. La condotta è stata valutata nel suo complesso come una strategia articolata con un’unica finalità escludente, rendendo irrilevante, ai fini antitrust, la successiva conferma della validità di un brevetto da parte di un organo tecnico.

L’Abuso del Diritto come Condotta Anticoncorrenziale

Richiamando la giurisprudenza europea, la Cassazione ha ribadito un principio cardine: anche l’esercizio di diritti formalmente legittimi può configurare un abuso se l’impresa dominante se ne avvale con modalità diverse da una normale concorrenza basata sui meriti e con l’obiettivo di ostacolare i concorrenti. La strategia dell’azienda farmaceutica, volta a prolungare artificialmente la protezione brevettuale e a generare incertezza, è stata considerata un tipico esempio di tale abuso.

La Prova del Nesso Causale e del Danno

Infine, la Corte ha ritenuto che la Corte d’Appello avesse correttamente utilizzato lo strumento delle presunzioni per dimostrare il nesso di causalità tra la strategia abusiva e il ritardo nell’ingresso dei generici. Elementi come la posizione dominante dell’azienda, gli effetti escludenti della sua condotta, le dichiarazioni rese dai concorrenti e le stesse diffide inviate dall’azienda farmaceutica sono stati considerati indizi gravi, precisi e concordanti. Anche la quantificazione del danno, basata sulla differenza di prezzo tra il farmaco di marca e quello generico moltiplicata per i volumi di vendita, è stata giudicata corretta.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione rafforza la tutela della concorrenza nel settore farmaceutico, un mercato di enorme rilevanza sociale ed economica. Viene stabilito con chiarezza che le strategie brevettuali non possono essere utilizzate come uno scudo per implementare pratiche escludenti. La sentenza sottolinea l’importanza di valutare la condotta di un’impresa dominante non attraverso l’analisi di singoli atti, ma guardando all’intera strategia e alla sua finalità complessiva. Per le aziende del settore, è un monito a competere sulla base dei meriti dei propri prodotti e non attraverso l’uso distorto degli strumenti legali a loro disposizione.

L’esercizio di un diritto, come la richiesta di un brevetto, può costituire un abuso di posizione dominante?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che anche l’esercizio di diritti formalmente legittimi, come le richieste di brevetti, può integrare un abuso di posizione dominante se fa parte di una strategia complessiva volta a escludere o ritardare l’ingresso dei concorrenti nel mercato, e non a competere sulla base dei meriti.

Che valore ha la decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza (AGCM) in un successivo giudizio civile per risarcimento danni?
La decisione dell’AGCM, una volta divenuta definitiva, costituisce una ‘prova privilegiata’ della sussistenza della condotta anticoncorrenziale e della posizione dell’impresa sul mercato. Ciò significa che il giudice civile, pur non essendo vincolato in modo assoluto, deve tenerne conto con particolare forza, e la parte accusata non può rimettere in discussione i fatti sulla base dello stesso materiale probatorio già valutato in sede amministrativa.

Come si prova il nesso causale tra la condotta abusiva di un’azienda farmaceutica e il danno subito dal sistema sanitario?
Il nesso causale può essere provato anche attraverso presunzioni gravi, precise e concordanti. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto sufficienti elementi come la posizione dominante dell’azienda, gli effetti escludenti della sua strategia brevettuale e le prove che i concorrenti avessero effettivamente ritardato il loro ingresso sul mercato a causa dell’incertezza legale creata, per stabilire, secondo il criterio del ‘più probabile che non’, che il danno era conseguenza diretta della condotta abusiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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