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epatite B

L’epatite B è una malattia infettiva, causata dal virus HBV, appartenente alla famiglia Hepadnaviridae, che colpisce il fegato degli hominoidea. Originariamente nota come “epatite da siero“, la malattia è causa di epidemie in alcune parti dell’Asia e in Africa ed è a carattere endemico in Cina. Circa un quarto della popolazione mondiale, più di due miliardi di persone, è stato contagiato dal virus dell’epatite B ed esistono circa 350 milioni di portatori cronici del virus. La trasmissione di epatite B avviene tramite esposizione a sangue infetto o a fluidi corporei come sperma e liquidi vaginali, mentre il DNA virale è stato rilevato anche nella saliva, nelle lacrime e nell’urina di portatori cronici con alto titolo nel siero sanguigno. Il virus dell’epatite B non può essere però trasmesso attraverso il contatto casuale, come per esempio il tocco delle mani, la condivisione di posate o bicchieri, l’allattamento, baci, abbracci, tosse o starnuti. Il virus è comunque in grado di sopravvivere fino a 7 giorni nell’ambiente. La malattia provoca un’infiammazione acuta del fegato, vomito, ittero e, raramente, porta alla morte. L’epatite B cronica può causare cirrosi epatica e cancro al fegato, una malattia mortale con una scarsa risposta alla chemioterapia. L’infezione si può prevenire con la vaccinazione. Si calcola che ogni anno muoiano 600.000 persone per le conseguenze dell’epatite B. Nel caso l’infezione coinvolga un bambino non vaccinato, evento possibile per varie cause (alla nascita, dalla madre infetta anche se asintomatica; per contatto con tagli o ferite aperte di adulti o altri bambini infetti, ecc.), lo sviluppo di condizioni croniche avviene con una frequenza variabile tra l’80-90% dei casi (in caso di infezione nel primo anno di vita) e il 50-60% (nel caso di infezione prima dei 6 anni). Per prevenire questi rischi, la posizione ufficiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è che tutti i neonati dovrebbero ricevere la loro prima dose di vaccino entro le prime 24 ore dalla nascita; il Vaccino antiepatite B è efficace nel 95% dei casi nel prevenire l’infezione e le sue conseguenze croniche, ed è stato il primo vaccino ad essere sviluppato come forma di prevenzione contro gravi tumori. Il vaccino antiepatite B è considerato particolarmente sicuro; gli effetti collaterali sono, come per gli altri vaccini, rari e molto blandi (arrossamento della pelle nel punto dell’iniezione, febbre leggera di breve durata); nonostante numerosi studi a lungo termine, non è mai emersa evidenza di gravi eventi avversi causalmente connessi alla vaccinazione .

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