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abito

L’abito religioso è il vestito proprio portato dai membri di un istituto di vita consacrata. Gli abiti religiosi degli istituti maschili hanno, in genere, fogge diverse a seconda dell’epoca e del luogo nel quale l’Istituto è stato fondato. Spesso essi si ispirano ai ceti sociali più umili come quelli dei contadini, della servitù, dei pellegrini ecc. In seguito essi diventano un abito che contraddistingue ogni Istituto. A seconda dell’ordine, l’abito consiste in una tunica lunga fino alle caviglie, più o meno ampia ed elaborata. I colori più diffusi sono il nero, il bianco e il marrone, negli ultimi decenni, con la rinascita o la fondazione di tanti istituti si trovano anche altri colori come il blu, grigio, azzurro. La tonaca è in genere cinta da cintura in pelle come per i benedettini, domenicani, agostiniani e altri, ma può essere anche di stoffa come è per i gesuiti, certosini e altri. L’unica famiglia religiosa ad essere cinta dalla corda è quella francescana. Molti ordini fanno uso dello scapolare così: i carmelitani, certosini, benedettini e altri. Lo scapolare può aver un colore diverso da quello dell’abito come per i girolamini o i cistercensi, marrone o nero su abito bianco. Altro elemento tipico dell’abito maschile è il cappuccio in particolare per gli ordini monastici e ordini mendicanti. Ogni abito religioso ha inoltre a corredo il mantello, con o senza cappuccio, lungo fino alle caviglie o più corto dello stesso colore dell’abito oppure l’opposto. Mantello nero su abito bianco per esempio: domenicani, certosini, oppure mantello bianco su abito scuro (marrone) per i carmelitani. Una parte dell’abito poco conosciuta è l’abito corale o cocolla usato dagli ordini monastici che viene indossato sopra l’abito “da lavoro”. Questo abito, molto ampio e senza cintura viene indossato dai monaci con l’intento di sottolineare la differenza tra momenti di vita “profana” nel chiostro da quelli sacri nel coro o chiesa. Questa tipologia di abiti sopraelencati è caratteristica degli istituti maschili medievali ma non è la regola. Oggi, molti istituti non adottano più un vestito proprio. L’abito religioso resta allora un vestito semplice, soprattutto per le donne, o la talare o il clergyman.

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