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Trasformazione eterogenea: imposta fissa, non prop.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14465/2024, ha stabilito che la trasformazione eterogenea regressiva di una società a responsabilità limitata in una fondazione è soggetta all’imposta di registro in misura fissa e non proporzionale. Secondo i giudici, tale operazione costituisce una modifica statutaria e non un atto di trasferimento patrimoniale oneroso, rendendo inapplicabile la tassazione più gravosa richiesta dall’Amministrazione Finanziaria.

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Trasformazione Eterogenea Regressiva: La Cassazione Sceglie l’Imposta Fissa

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 14465 del 23 maggio 2024, ha fornito un chiarimento fondamentale sul regime fiscale applicabile a una particolare operazione societaria: la trasformazione eterogenea regressiva. Questo caso riguardava il passaggio di una società a responsabilità limitata (s.r.l.) a una fondazione. La questione centrale era se tale operazione dovesse essere soggetta all’imposta di registro in misura proporzionale, come sostenuto dall’Amministrazione Finanziaria, o in misura fissa. La Corte ha optato per la seconda soluzione, stabilendo un principio di diritto importante per il mondo non-profit e societario.

I Fatti del Caso: Da Società a Fondazione

Una fondazione si è vista recapitare un avviso di liquidazione dall’Agenzia delle Entrate relativo all’atto con cui una s.r.l. si era trasformata, appunto, in fondazione. L’amministrazione fiscale aveva negato l’applicazione dell’imposta di registro in misura fissa (prevista dall’art. 4 della Tariffa allegata al d.P.R. 131/1986), sostenendo che mancasse il presupposto soggettivo, ovvero che la trasformazione non avvenisse tra enti con oggetto commerciale. Di conseguenza, aveva applicato l’imposta proporzionale del 3% sul valore del patrimonio, oltre a imposte catastali fisse.
Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione al contribuente, affermando che ciò che rileva non è la natura dei soggetti coinvolti, ma il fatto che l’operazione non comporti un effettivo trasferimento di patrimonio. L’Agenzia delle Entrate ha quindi proposto ricorso per Cassazione.

L’Analisi della Corte e la natura della Trasformazione Eterogenea Regressiva

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia, confermando la correttezza delle decisioni di merito. Il ragionamento dei giudici si è concentrato sulla corretta interpretazione delle norme sull’imposta di registro, in particolare degli articoli 4 e 9 della Tariffa.

La Corte ha chiarito che l’articolo 4, che prevede l’imposta fissa, si applica agli “atti propri delle società”, tra cui sono esplicitamente incluse le modifiche statutarie e le trasformazioni. La norma non pone alcuna distinzione tra trasformazioni omogenee (tra società) ed eterogenee (tra società ed enti di tipo diverso), né richiede che l’ente risultante dalla trasformazione abbia natura commerciale.

La Trasformazione come Modifica Statutaria

Il punto cruciale della decisione è la qualificazione giuridica dell’operazione. La trasformazione eterogenea regressiva è vista come l’ultima modifica statutaria di una società. Non è un atto traslativo di ricchezza, ma un cambiamento della forma giuridica del soggetto, che prosegue la sua esistenza con una nuova veste e un nuovo scopo. Il patrimonio non viene trasferito a un soggetto terzo; semplicemente, rimane in capo allo stesso ente, che ha mutato la sua natura da lucrativa a non lucrativa. È irrilevante, ai fini dell’imposta sull’atto, la successiva destinazione dei beni al di fuori della sfera imprenditoriale.

La Differenza con gli Atti a Contenuto Patrimoniale

La Corte ha inoltre spiegato perché l’articolo 9 della Tariffa, che prevede l’imposta proporzionale, non sia applicabile. Tale articolo si riferisce agli “atti aventi per oggetto prestazioni a contenuto patrimoniale”, che la giurisprudenza interpreta come atti onerosi, caratterizzati da un corrispettivo. Nella trasformazione in fondazione, non vi è alcun corrispettivo: il capitale sociale non viene rimborsato ai soci, ma continua a essere impiegato per i fini del nuovo ente. Manca quindi l’elemento oneroso che giustificherebbe una tassazione proporzionale, la quale colpirebbe una manifestazione di ricchezza che, in realtà, non si è verificata.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Cassazione si fondano su una lettura sistematica e letterale della normativa. L’art. 4 della Tariffa, Parte Prima, allegata al d.P.R. n. 131/1986, si applica agli “atti propri delle società di qualunque tipo ed oggetto”, includendo alla lettera c) le trasformazioni. La Corte sottolinea che questa disposizione non pone limitazioni riguardo al tipo di società o all’oggetto sociale. Citando una precedente pronuncia delle Sezioni Unite (n. 23051/2022), i giudici ribadiscono che il requisito dell’oggetto commerciale o agricolo riguarda solo gli “enti diversi” dalle società, non le società stesse. Pertanto, essendo l’atto originato da una società (la s.r.l.), l’operazione rientra a pieno titolo nell’ambito dell’art. 4.

La Corte ha anche respinto l’argomento dell’Agenzia basato su un conferimento di denaro effettuato da un terzo co-fondatore, qualificandolo come un atto distinto e successivo alla trasformazione, irrilevante per la qualificazione fiscale di quest’ultima, in ossequio al principio sancito dall’art. 20 del T.U.R., che impone di valutare l’atto per la sua “intrinseca natura” e i suoi “effetti giuridici”, senza considerare elementi extratestuali.

Conclusioni

In definitiva, la Corte di Cassazione ha sancito il seguente principio di diritto: “in tema di imposta di registro, la trasformazione eterogenea regressiva è soggetta all’imposta in misura fissa, ai sensi dell’art. 4, lett c, della Parte Prima della Tariffa allegata al d.P.R. n. 131 del 1986, visto che integra una modifica statutaria (sia pure l’ultima) di una società”. Questa decisione offre certezza giuridica a enti e società che intendono intraprendere percorsi di riorganizzazione, specialmente verso il settore non-profit, chiarendo che il cambiamento di scopo non deve essere penalizzato da un’imposizione proporzionale che presupporrebbe un trasferimento di ricchezza inesistente.

Quale imposta di registro si applica alla trasformazione di una società in una fondazione?
Si applica l’imposta di registro in misura fissa, ai sensi dell’art. 4, lett. c), della Tariffa allegata al d.P.R. n. 131/1986, poiché l’operazione è qualificata come una modifica statutaria.

Perché la trasformazione eterogenea regressiva non è soggetta a imposta proporzionale?
Perché non costituisce un atto oneroso con corrispettivo. Il capitale sociale non viene restituito ai soci ma resta impiegato nel nuovo ente con scopi diversi. La tassazione proporzionale, prevista dall’art. 9, si applica solo ad atti con contenuto patrimoniale che implicano una controprestazione, assente in questo caso.

L’Amministrazione Finanziaria può considerare elementi esterni all’atto di trasformazione per determinarne la tassazione?
No. Secondo l’art. 20 del Testo Unico sull’Imposta di Registro (T.U.R.), la tassazione deve basarsi esclusivamente sulla natura intrinseca e sugli effetti giuridici dell’atto registrato, prescindendo da elementi esterni o da altri atti collegati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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