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Scissione societaria e agevolazioni: conta la sostanza

La Corte di Cassazione, con la sentenza 18795/2024, ha stabilito un principio fondamentale in tema di scissione societaria e agevolazioni fiscali. Il caso riguardava il diniego di un beneficio fiscale su imposte ipotecaria e catastale a una società, nata da scissione, perché non iscritta formalmente nel libro soci della cedente alla data richiesta dalla legge. La Corte ha dato ragione al contribuente, affermando che attraverso la scissione la società beneficiaria subentra in tutti i diritti della società originaria, inclusi quelli fiscali. Pertanto, la condizione per l’agevolazione è da considerarsi soddisfatta in via sostanziale, prevalendo il principio della successione giuridica sul mero dato formale dell’iscrizione.

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Scissione Societaria e Agevolazioni: La Cassazione Privilegia la Sostanza sulla Forma

Nel complesso mondo del diritto tributario, il rapporto tra operazioni societarie straordinarie e benefici fiscali è spesso fonte di contenzioso. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto un importante chiarimento sul tema delle scissione societaria agevolazioni, stabilendo che la successione giuridica tra società prevale su requisiti puramente formali. Analizziamo insieme questa decisione per comprenderne la portata e le implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Una Cessione Immobiliare Agevolata

La vicenda trae origine da un’operazione di cessione di un complesso immobiliare. La normativa fiscale prevedeva un regime agevolato per le imposte ipotecaria e catastale a una specifica condizione: che tutti i soci della società acquirente risultassero iscritti nel libro soci della società venditrice entro una data prefissata (30 settembre 2015).

Nel caso di specie, la società che ha effettivamente acquistato gli immobili era stata costituita in una data successiva a quella richiesta, attraverso un’operazione di scissione parziale di un’altra società (una holding olandese). Era quest’ultima, la società scissa, ad essere regolarmente iscritta come socio della venditrice alla data di riferimento. L’Agenzia delle Entrate, basandosi su un’interpretazione letterale della norma, ha revocato l’agevolazione, sostenendo che la società acquirente, in quanto entità giuridica, non esisteva e quindi non poteva essere iscritta nel libro soci entro il termine previsto.

La Questione Giuridica: Formalità vs. Successione Sostanziale

Il cuore della controversia si è concentrato su un punto cruciale: in un’operazione di scissione societaria, il diritto a un’agevolazione fiscale, maturato in capo alla società scissa, si trasferisce automaticamente alla società beneficiaria? Oppure il mancato rispetto di un requisito formale, come l’iscrizione nominativa della nuova società entro un termine, fa venir meno il beneficio?

L’Agenzia delle Entrate ha sostenuto una visione formalistica, mentre la società contribuente ha difeso il principio della successione universale, secondo cui la nuova entità eredita diritti e posizioni giuridiche della società da cui ha origine, senza soluzione di continuità.

La Decisione della Cassazione sulle Scissione Societaria e Agevolazioni

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando le decisioni dei giudici di merito e dando ragione alla società. I giudici hanno chiarito che l’elemento determinante non è il dato formale dell’iscrizione del nome della nuova società, ma la natura della successione che si verifica tra la società scissa e quella beneficiaria.

La scissione societaria, infatti, produce effetti traslativi e dà luogo a una successione a titolo particolare nelle posizioni giuridiche trasferite. Ciò significa che tutto ciò che competeva alla società originaria viene trasferito alla nuova società, inclusi i diritti a beneficiare di agevolazioni fiscali. La società beneficiaria, in sostanza, ‘subentra’ nella posizione della scissa, ereditandone lo ‘status’ di socio qualificato ai fini del beneficio.

Inammissibilità dell’Abuso del Diritto

Un altro aspetto interessante è che l’Agenzia ha tentato di sollevare, per la prima volta in sede di Cassazione, la questione di un possibile abuso del diritto, suggerendo che l’operazione di scissione potesse essere strumentale. La Corte ha dichiarato tale argomento del tutto inammissibile, in quanto non era mai stato contestato nei gradi di merito e avrebbe richiesto accertamenti di fatto complessi, preclusi nel giudizio di legittimità.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione sul principio civilistico della successione tra società, come disciplinato dall’art. 2506 del codice civile. La norma non richiede specifici requisiti di residenza o altro, ma solo l’iscrizione nel registro dei soci. Al momento rilevante, la società scissa era regolarmente iscritta, e la società beneficiaria è subentrata in tale posizione di diritto. La scissione non crea una discontinuità, ma un trasferimento di posizioni giuridiche. Di conseguenza, il diritto all’agevolazione, già esistente in capo alla società originaria, si è semplicemente trasferito alla nuova entità. Rigettare il beneficio fiscale sulla base di un’interpretazione meramente formale sarebbe contrario alla natura stessa dell’operazione di scissione.

Le Conclusioni

Questa sentenza rafforza un principio di grande importanza per le operazioni di riorganizzazione aziendale. La Corte di Cassazione ha ribadito che, in materia di scissione societaria e agevolazioni, bisogna guardare alla sostanza economica e giuridica dell’operazione piuttosto che fermarsi a un’interpretazione letterale e restrittiva delle norme. La successione nei diritti è una conseguenza diretta della scissione, e questo include anche i diritti a godere di benefici fiscali. Per le imprese, ciò significa una maggiore certezza del diritto nel pianificare operazioni straordinarie, sapendo che i diritti acquisiti non andranno persi per questioni puramente formali legate alla tempistica della costituzione di nuove entità.

Una società nata da una scissione può beneficiare di un’agevolazione fiscale se, alla data richiesta, non era ancora formalmente costituita ma la società da cui origina (la scissa) sì?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la società beneficiaria della scissione subentra nella posizione di diritto della società scissa. Se quest’ultima possedeva i requisiti per l’agevolazione alla data richiesta (come l’iscrizione nel libro soci), tale diritto si trasferisce alla nuova società senza interruzioni, rendendo irrilevante la data di costituzione formale della beneficiaria.

È possibile sollevare per la prima volta in Cassazione un’eccezione di abuso del diritto per un’operazione societaria?
No. La Corte ha ritenuto inammissibile tale prospettazione perché non era stata contestata nei precedenti gradi di giudizio e perché richiederebbe accertamenti di fatto complessi, che non possono essere svolti in sede di legittimità. L’eccezione deve essere sollevata per tempo per permettere il contraddittorio tra le parti.

Il rigetto di un ricorso dell’Agenzia delle Entrate comporta automaticamente il riconoscimento di una lite temeraria a suo carico?
No. Nel caso esaminato, il ricorso incidentale del contribuente per lite temeraria (art. 96 c.p.c.) è stato respinto. La Corte ha confermato che la valutazione sulla presenza di colpa grave o malafede nell’agire dell’Agenzia è un accertamento di merito, insindacabile in Cassazione se adeguatamente motivato, come avvenuto nei gradi precedenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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