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Rinuncia al ricorso: no al doppio contributo unificato

Un’agenzia territoriale, dopo aver impugnato una sentenza sfavorevole in materia di rimborso IMU, ha presentato rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione, nel dichiarare l’estinzione del giudizio, ha stabilito un principio fondamentale: la rinuncia al ricorso non comporta l’obbligo di pagare il doppio del contributo unificato. Questa sanzione si applica solo nei casi di rigetto o inammissibilità dell’impugnazione, non quando il processo si estingue per volontà della parte ricorrente.

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Rinuncia al Ricorso: Quando si Evita il Raddoppio del Contributo Unificato

L’istituto della rinuncia al ricorso rappresenta uno strumento processuale di grande importanza, le cui conseguenze economiche sono state recentemente chiarite dalla Corte di Cassazione. Con l’ordinanza n. 9652/2024, i giudici hanno ribadito un principio fondamentale: chi rinuncia all’impugnazione non è tenuto a versare il cosiddetto “doppio contributo unificato”, una sanzione prevista solo in caso di sconfitta nel merito. Questa decisione offre un importante chiarimento per i litiganti e i loro legali.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una controversia tributaria tra un’Agenzia Territoriale per la Casa e un Comune del Piemonte. L’Agenzia aveva richiesto il rimborso dell’IMU versata per l’anno 2012, ma la sua istanza era stata respinta dal Comune. L’ente ha quindi impugnato il diniego, ma ha visto le sue ragioni respinte sia in primo che in secondo grado dalla Commissione Tributaria. Non arrendendosi, l’Agenzia ha proposto ricorso per Cassazione, basandolo su tre distinti motivi.

La Rinuncia al Ricorso e la decisione della Corte

Prima che si tenesse l’udienza camerale, l’Agenzia ha depositato un atto di rinuncia al ricorso, manifestando il venir meno del proprio interesse a proseguire il giudizio. La Corte di Cassazione ha preso atto di tale volontà e, verificato che la rinuncia era stata ritualmente sottoscritta dal difensore munito di procura speciale, ha dichiarato l’estinzione del processo. Inoltre, poiché il Comune non si era costituito in giudizio, la Corte non ha emesso alcuna pronuncia sulle spese legali.

Le Motivazioni della Corte: Niente Doppio Contributo con la Rinuncia al Ricorso

Il punto centrale e di maggior interesse dell’ordinanza risiede nelle motivazioni relative all’inapplicabilità del raddoppio del contributo unificato. La Corte ha spiegato in modo inequivocabile che l’articolo 13, comma 1-quater, del d.P.R. n. 115/2002 prevede l’obbligo di versare un ulteriore importo, pari a quello già pagato per l’iscrizione a ruolo, solo per il ricorrente la cui impugnazione sia stata respinta integralmente o dichiarata inammissibile o improcedibile.

I giudici hanno sottolineato che questa norma ha una natura lato sensu sanzionatoria e, in quanto tale, è di stretta interpretazione. Non può, quindi, essere applicata per analogia a casi non espressamente contemplati, come l’estinzione del giudizio per rinuncia al ricorso. La volontaria rinuncia da parte del ricorrente è una fattispecie del tutto estranea a quelle previste dalla legge per l’applicazione della sanzione.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione conferma un orientamento consolidato e offre certezza giuridica. La scelta di rinunciare a un’impugnazione, magari a seguito di una rivalutazione delle possibilità di successo, non solo pone fine alla controversia ma protegge il litigante da ulteriori oneri economici. La distinzione tra una sconfitta nel merito (rigetto) e una volontaria interruzione del processo (rinuncia) è netta: solo nel primo caso scatta la sanzione del doppio contributo, incentivando così una valutazione ponderata prima di intraprendere o proseguire un contenzioso dall’esito incerto.

Cosa succede a un processo se la parte che ha fatto ricorso decide di rinunciare?
Il processo viene dichiarato estinto. Questo significa che il giudizio si conclude senza una decisione nel merito della questione, e la sentenza impugnata diventa definitiva.

Chi effettua la rinuncia al ricorso deve pagare il doppio del contributo unificato?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’obbligo di versare un importo aggiuntivo pari al contributo unificato già pagato si applica solo nei casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, non in caso di estinzione per rinuncia.

Perché la Corte distingue tra la rinuncia e il rigetto di un ricorso ai fini del contributo unificato?
La norma che prevede il raddoppio del contributo ha una natura sanzionatoria ed eccezionale. Per questo motivo, deve essere interpretata in modo molto restrittivo e non può essere estesa a situazioni non esplicitamente previste dalla legge, come l’estinzione del giudizio dovuta a una scelta volontaria del ricorrente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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