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Rinuncia al ricorso: niente sanzioni per il ricorrente

Una società contribuente, dopo aver impugnato per cassazione una sentenza sfavorevole in materia di accertamenti fiscali, ha presentato una rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio, chiarendo un punto fondamentale: la sanzione del cosiddetto ‘doppio contributo unificato’ non si applica in caso di rinuncia. Questa misura, infatti, è prevista solo per le ipotesi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione e non può essere estesa ad altri casi.

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Rinuncia al Ricorso in Cassazione: Quando Non si Paga la Sanzione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un importante aspetto processuale: la rinuncia al ricorso non comporta l’applicazione della sanzione del doppio contributo unificato. Questa decisione offre una prospettiva strategica fondamentale per i contribuenti e i loro legali, delineando nettamente la differenza tra rinunciare a un’impugnazione e vederla respinta. Analizziamo il caso per comprendere le motivazioni e le implicazioni pratiche di questo principio.

Il Contesto: Accertamenti Fiscali e la Tesi della Società

La vicenda ha origine da due avvisi di accertamento notificati dall’Agenzia delle Entrate a una società. L’amministrazione finanziaria aveva ripreso a tassazione un maggior reddito, applicando la normativa sulle cosiddette ‘società di comodo’. Secondo il fisco, la società non era operativa e il suo reddito doveva essere calcolato presuntivamente sul valore degli immobili di sua proprietà.

La società si era difesa sostenendo che gli immobili in questione erano ‘in corso di costruzione’ e, pertanto, esclusi dal calcolo. Inoltre, a sostegno della propria natura operativa, aveva evidenziato di aver ceduto gratuitamente alcune aree al Comune, un atto che, a suo dire, ne confermava il ruolo di operatore immobiliare e non di mero gestore di patrimonio. Tuttavia, sia la Commissione tributaria provinciale che la Corte di Giustizia tributaria di secondo grado avevano respinto le tesi della società, ritenendo non provata l’effettiva attività edificatoria.

Il Ricorso e l’Imprevista Rinuncia al Ricorso

Di fronte alla doppia sconfitta, la società ha presentato ricorso in Cassazione, basandosi su un unico motivo: l’omesso esame da parte dei giudici di appello della cessione gratuita delle aree al Comune. Questo fatto, secondo la difesa, era decisivo per dimostrare la natura edificatoria dell’attività e, di conseguenza, l’illegittimità degli accertamenti.

Tuttavia, in prossimità dell’udienza di discussione, è avvenuto un colpo di scena. La società ha depositato un atto con cui dichiarava di non avere più interesse alla prosecuzione del giudizio, effettuando una formale rinuncia al ricorso.

Le Motivazioni della Corte Suprema

Preso atto della rinuncia, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio. Il punto cruciale della decisione, però, risiede nella statuizione sulle spese e, in particolare, sulla sanzione del doppio contributo unificato. Quest’ultima è una misura prevista dall’art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. n. 115/2002, che obbliga la parte il cui ricorso è stato respinto, dichiarato inammissibile o improcedibile a versare un ulteriore importo pari a quello del contributo unificato già pagato.

La Corte ha stabilito che tale norma non si applica in caso di rinuncia al ricorso. La motivazione è di natura strettamente giuridica: la norma che impone il pagamento ha carattere eccezionale e sanzionatorio. Pertanto, deve essere interpretata in modo restrittivo, applicandola solo ai casi tassativamente elencati (rigetto, inammissibilità, improcedibilità). Estenderla per analogia alla rinuncia, che è un atto dispositivo della parte, sarebbe un’operazione non consentita.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

L’ordinanza ha un’importante valenza pratica. La scelta di rinunciare a un ricorso per cassazione, magari a seguito di una rivalutazione delle probabilità di successo o di un accordo stragiudiziale, non espone il ricorrente al rischio di subire una condanna al pagamento del doppio contributo unificato. Questo distingue nettamente la rinuncia dall’esito negativo del giudizio. La decisione conferma che la rinuncia è un istituto processuale che porta alla chiusura del contenzioso senza conseguenze sanzionatorie per la parte che la effettua, garantendo così una maggiore prevedibilità dei costi legati alla conclusione di un procedimento.

Cosa succede al processo se si effettua una rinuncia al ricorso in Cassazione?
Il processo si estingue, ovvero si chiude definitivamente senza che la Corte emetta una decisione sul merito della questione controversa.

Chi rinuncia al ricorso per cassazione deve pagare la sanzione del ‘doppio contributo unificato’?
No. La Corte di Cassazione ha specificato che la sanzione del pagamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato non si applica nei casi di rinuncia al ricorso.

Perché la sanzione del doppio contributo non si applica alla rinuncia?
Perché la norma che introduce tale sanzione è considerata di natura eccezionale e va interpretata restrittivamente. Si applica solo ai casi espressamente previsti dalla legge (rigetto, inammissibilità, improcedibilità) e non può essere estesa per analogia ad altre situazioni come la rinuncia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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