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Rinuncia al ricorso: come si estingue il giudizio

Un Comune aveva impugnato in Cassazione una sentenza sfavorevole in materia di ICI contro una società contribuente. In pendenza di giudizio, le parti hanno raggiunto una transazione e il Comune ha effettuato una formale rinuncia al ricorso, accettata dalla società. La Corte di Cassazione ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio, disponendo la compensazione delle spese di lite e escludendo l’obbligo di versare un ulteriore contributo unificato a carico del rinunciante.

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Rinuncia al Ricorso: Quando un Accordo Pone Fine al Contenzioso Tributario

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come un contenzioso, anche se giunto al massimo grado di giudizio, possa concludersi in anticipo. La chiave di volta è la rinuncia al ricorso, un istituto processuale che, a seguito di un accordo transattivo tra le parti, permette di porre fine alla lite in modo definitivo. Analizziamo come la Corte di Cassazione ha applicato la normativa vigente per dichiarare l’estinzione del giudizio e quali sono le implicazioni pratiche per le parti coinvolte.

I Fatti del Contenzioso

La vicenda trae origine da una disputa fiscale tra un Comune e una società operante nel settore dell’estrazione. L’ente locale aveva emesso avvisi di accertamento per il mancato pagamento dell’ICI, relativa agli anni dal 2007 al 2011, su un terreno edificabile di proprietà della società. Su tale terreno insistevano i fabbricati utilizzati per l’attività produttiva.

La Commissione Tributaria Regionale, confermando la decisione di primo grado, aveva dato ragione alla società. I giudici di merito avevano ritenuto che il terreno dovesse considerarsi pertinenziale ai fabbricati, data la durevolezza del vincolo e l’attività ultratrentennale svolta in loco. Di conseguenza, il valore imponibile ai fini ICI era diverso da quello preteso dal Comune. Insoddisfatto della decisione, il Comune aveva proposto ricorso per cassazione.

La Svolta: La Rinuncia al Ricorso in Cassazione

Prima che la Suprema Corte potesse decidere nel merito, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo. Le parti hanno raggiunto una transazione, ovvero un accordo per risolvere la controversia in via amichevole. A seguito di tale accordo, il Comune ricorrente ha depositato un atto formale di rinuncia al ricorso, notificato alla società contribuente, la quale ha accettato.

Questo atto ha cambiato radicalmente il corso del processo, spostando l’attenzione dal merito della questione fiscale (la natura pertinenziale del terreno) alla procedura per terminare il giudizio.

Le Conseguenze Giuridiche della Rinuncia al Ricorso

L’ordinanza della Corte di Cassazione si concentra sulle conseguenze processuali della rinuncia. La decisione si fonda su precise disposizioni normative che regolano questa evenienza.

Estinzione del Giudizio

La conseguenza principale della rinuncia, regolarmente notificata e accettata dalla controparte, è l’estinzione del giudizio. La Corte non entra più nel merito della lite, ma prende semplicemente atto della volontà delle parti di non proseguire, dichiarando formalmente concluso il procedimento.

Regime delle Spese Legali

Un aspetto cruciale riguarda la gestione delle spese legali. L’articolo 391, quarto comma, del codice di procedura civile, stabilisce che se la rinuncia viene accettata, il rinunciante non è tenuto a rimborsare le spese alla controparte. Le spese di lite vengono quindi compensate, ovvero ogni parte sostiene le proprie. Questo rappresenta un incentivo a raggiungere accordi, poiché si evita il rischio di una condanna al pagamento delle spese in caso di soccombenza.

Esclusione del Raddoppio del Contributo Unificato

La normativa (art. 13, comma 1-quater, d.P.R. 115/2002) prevede che la parte che ha proposto un’impugnazione respinta, dichiarata inammissibile o improcedibile, debba versare un ulteriore importo pari al contributo unificato già pagato. La Corte chiarisce che tale obbligo non si applica nei casi di estinzione del giudizio per rinuncia, poiché si tratta di una causa sopravvenuta che non equivale a un esito negativo dell’impugnazione.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte sono di natura prettamente procedurale. Il fulcro del ragionamento è che la rinuncia al ricorso, formalizzata e accettata, attiva un meccanismo automatico previsto dalla legge. La Corte rileva la presenza della dichiarazione scritta del ricorrente e l’accettazione della controparte. Questi due elementi sono sufficienti per determinare l’estinzione del giudizio, conformemente all’articolo 391 del codice di procedura civile. La decisione sulle spese e sul contributo unificato è una diretta conseguenza delle specifiche norme che disciplinano l’istituto della rinuncia, come interpretate dalla giurisprudenza consolidata.

Conclusioni

Questa ordinanza dimostra come la transazione e la conseguente rinuncia al ricorso rappresentino strumenti efficaci per la gestione delle controversie legali. Consentono alle parti di raggiungere una soluzione concordata, evitando le incertezze e i costi di un lungo iter giudiziario. La decisione della Cassazione ribadisce le regole chiare che governano questo istituto: l’estinzione del giudizio, la compensazione delle spese in caso di accettazione e l’inapplicabilità del raddoppio del contributo unificato. Si tratta di un’importante conferma della volontà del legislatore di favorire le soluzioni conciliative, anche quando il contenzioso è arrivato al suo stadio più avanzato.

Cosa succede se una parte decide di rinunciare a un ricorso per cassazione?
Se la rinuncia viene formalizzata per iscritto, notificata alla controparte e da questa accettata, la Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio, ponendo fine al processo.

Chi paga le spese legali quando un ricorso viene ritirato?
In caso di rinuncia accettata dalla controparte, la legge (art. 391, comma 4, c.p.c.) prevede che il rinunciante non sia condannato al pagamento delle spese legali in favore dell’altra parte. Le spese vengono quindi compensate, e ciascuna parte sostiene i propri costi.

In caso di rinuncia al ricorso, si deve versare il doppio del contributo unificato?
No. L’obbligo di versare un’ulteriore somma pari al contributo unificato versato per l’impugnazione non si applica quando il giudizio si estingue per rinuncia, poiché questa non è una delle cause (rigetto, inammissibilità o improcedibilità) previste dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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