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Ricorso inammissibile: i termini per l’impugnazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile per tardività, chiarendo un punto cruciale sui termini di impugnazione. L’aver notificato un atto di revocazione contro una sentenza fa scattare il termine breve di 60 giorni per proporre ricorso per cassazione avverso la stessa decisione. In questo caso, il ricorrente ha mancato tale scadenza, rendendo il suo ricorso inammissibile sin dall’origine, a prescindere dall’esito del giudizio di revocazione.

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Ricorso Inammissibile: Quando la Revocazione Accorcia i Tempi per la Cassazione

Nel complesso mondo del diritto processuale, il rispetto dei termini è un principio cardine. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un’importante lezione su come la proposizione di un giudizio di revocazione possa influenzare i termini per presentare un ricorso per cassazione, portando a un esito di ricorso inammissibile se non si agisce con la massima attenzione. Questo caso, nato da una controversia su contributi di bonifica, si è trasformato in un esempio emblematico di rigore procedurale.

I Fatti del Caso: un Contributo Consortile Contesto

La vicenda ha origine da un’ingiunzione di pagamento emessa da un Consorzio di bonifica nei confronti di una contribuente per contributi relativi all’anno 2014. La contribuente si oppone e la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) le dà ragione, annullando l’avviso di pagamento.

Il Consorzio decide di appellare la decisione, ma la Commissione Tributaria Regionale (CTR) dichiara l’appello improcedibile perché notificato in ritardo. Non arrendendosi, il Consorzio intraprende due strade contemporaneamente: presenta un ricorso per cassazione contro la sentenza della CTR e, parallelamente, avvia un giudizio di revocazione contro la stessa sentenza. La CTR accoglie la richiesta di revocazione, ma questo non salverà le sorti del giudizio in Cassazione.

Ricorso Inammissibile: Il Rapporto tra Cassazione e Revocazione

Il punto centrale della questione, e la ragione per cui la Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, risiede nell’interazione tra i due procedimenti. La legge stabilisce un principio fondamentale: la notificazione di un atto di impugnazione (in questo caso, l’atto di citazione per revocazione) equivale alla notificazione della sentenza stessa ai fini della decorrenza dei termini per proporre altre impugnazioni.

Nel caso specifico, il Consorzio ha notificato il ricorso per revocazione il 25 maggio 2022. Da quella data, ha iniziato a decorrere il termine breve di 60 giorni per proporre ricorso per cassazione, come previsto dall’art. 325 del codice di procedura civile. Tuttavia, il ricorso per cassazione è stato presentato solo l’8 ottobre 2022, ben oltre la scadenza. Questa tardività ha reso il ricorso originariamente inammissibile.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, nella sua ordinanza, ha chiarito con precisione la logica giuridica dietro la sua decisione. Non si tratta di una ‘sopravvenuta carenza di interesse’ a seguito della revocazione, come sostenuto dal ricorrente. Il vizio del ricorso era, infatti, originario e insanabile.

I giudici hanno spiegato che la proposizione della revocazione, secondo la normativa vigente (art. 398 c.p.c.), non sospende automaticamente il termine per ricorrere in cassazione. Una tale sospensione avrebbe dovuto essere richiesta esplicitamente e concessa dal giudice della revocazione, cosa che non è avvenuta.

Di conseguenza, la notifica dell’atto di revocazione ha avuto l’effetto di ‘cristallizzare’ la conoscenza della sentenza da impugnare, facendo scattare il termine breve. Il mancato rispetto di questo termine perentorio ha reso il successivo ricorso per cassazione tardivo e, pertanto, inammissibile fin dal principio. La successiva sentenza di revocazione non ha potuto sanare questo difetto procedurale iniziale.

Conclusioni: L’Importanza dei Termini Processuali

Questa pronuncia ribadisce un principio cruciale per chiunque operi nel contenzioso: la gestione dei termini processuali è un’attività che non ammette distrazioni, specialmente quando si percorrono strade procedurali complesse e parallele. La scelta di avviare un giudizio di revocazione deve essere attentamente ponderata nelle sue conseguenze sugli altri mezzi di impugnazione. L’ordinanza serve da monito: un errore di calcolo sui tempi può compromettere irrimediabilmente le possibilità di successo, trasformando un potenziale diritto in un ricorso inammissibile e comportando la condanna alle spese e al pagamento del doppio contributo unificato.

Quando inizia a decorrere il termine breve per proporre ricorso per cassazione se è stata notificata una citazione per revocazione?
Il termine breve di 60 giorni inizia a decorrere dalla data di notificazione della citazione per revocazione, poiché tale notifica equivale, ai fini della decorrenza dei termini per impugnare, alla notificazione della sentenza stessa.

La proposizione di un ricorso per revocazione sospende automaticamente i termini per il ricorso in cassazione?
No. Secondo l’articolo 398 del codice di procedura civile, la proposizione della revocazione non sospende il termine per proporre ricorso per cassazione. La sospensione può essere concessa solo dal giudice della revocazione su specifica istanza di parte.

Cosa succede al ricorso per cassazione se la sentenza impugnata viene poi revocata?
Se il ricorso per cassazione era già tardivo al momento della sua proposizione, viene dichiarato inammissibile per questo vizio originario, indipendentemente dall’esito della revocazione. Se, invece, il ricorso fosse stato tempestivo, la successiva revoca della sentenza avrebbe portato a una declaratoria di inammissibilità per sopravvenuta carenza di interesse.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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