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Revocazione sentenza: proposta relatore non è motivo

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per revocazione sentenza presentato da un Comune. Il motivo del ricorso, un presunto errore di lettura della proposta del relatore, è stato ritenuto infondato, poiché tale proposta è un atto interno, non vincolante e non costituisce un fatto rilevante ai fini della revocazione secondo l’art. 395 c.p.c. Il Comune è stato condannato al pagamento delle spese legali.

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Revocazione Sentenza: La Proposta del Relatore Non è Fatto Rilevante

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti del ricorso per revocazione sentenza, stabilendo un principio fondamentale per la procedura civile. La Corte ha dichiarato inammissibile il tentativo di un Comune di far revocare una propria precedente decisione, basando il ricorso su un presunto errore di lettura della proposta del relatore. Questa pronuncia ribadisce la natura e la funzione degli atti interni al processo decisionale della Corte.

I Fatti di Causa: Un Tentativo di Revocazione Basato su un Presunto Equivoco

Un ente comunale aveva presentato ricorso alla Corte di Cassazione per la revocazione, o in subordine la correzione di errore materiale, di una precedente ordinanza. La decisione originale aveva respinto il ricorso del Comune contro una società di servizi in una controversia relativa alla tassa sui rifiuti (TARI) per l’anno 2016.

Secondo il Comune, la Corte avrebbe commesso un errore di fatto rilevante ai sensi dell’art. 395, n. 4, del codice di procedura civile. L’errore sarebbe consistito in una lettura errata della proposta del giudice relatore, formulata ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c. L’ente sosteneva che la proposta fosse di accoglimento del ricorso per manifesta fondatezza, ma che la Corte l’avesse interpretata come una proposta di rigetto per manifesta infondatezza, decidendo di conseguenza.

La Decisione della Corte e il Principio sulla Revocazione Sentenza

La Corte di Cassazione ha rigettato categoricamente questa tesi, dichiarando il ricorso per revocazione inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato: la proposta del relatore non costituisce un fatto rilevante ai fini della revocazione.

Le Motivazioni: Perché la Proposta del Relatore è Irrilevante

La Corte ha spiegato in modo dettagliato le ragioni della sua decisione. Innanzitutto, la proposta del relatore ai sensi dell’art. 380-bis c.p.c. è un atto interno al procedimento, destinato a fungere da prima interlocuzione tra il relatore e il presidente del collegio. Non ha carattere decisorio e, soprattutto, non è vincolante per il collegio giudicante. I giudici, dopo aver esaminato il contraddittorio tra le parti e discusso in camera di consiglio, sono liberi di confermare la proposta, di non condividerla o persino di rinviare la causa alla pubblica udienza.

Citando precedenti giurisprudenziali, la Corte ha ribadito che tale proposta non può essere considerata un’indebita anticipazione del giudizio né può far sorgere un obbligo di astensione per il relatore. La sua funzione è meramente preparatoria e non può in alcun modo menomare la piena autonomia decisionale del collegio.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che, nel caso specifico, la proposta del relatore era comunque in linea con la decisione finale. La sentenza impugnata per revocazione aveva correttamente evidenziato che la pretesa fiscale era infondata a causa di una specifica comunicazione della società contribuente che attestava l’assenza di produzione di rifiuti nell’immobile. Pertanto, non sussisteva alcun errore materiale o vizio revocatorio.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza consolida un importante principio processuale: non è possibile fondare un ricorso per revocazione sentenza su un presunto fraintendimento della proposta del relatore. Gli atti interni al processo decisionale della Corte non possono essere utilizzati come base per un’impugnazione straordinaria. La decisione finale del collegio è l’unico atto che conta e che può, eventualmente, essere oggetto di impugnazione nei ristretti casi previsti dalla legge. Per gli operatori del diritto, ciò significa che le strategie processuali devono concentrarsi sugli elementi di fatto e di diritto della causa, piuttosto che su atti preparatori e non vincolanti come la proposta del relatore. La Corte ha, di conseguenza, condannato il Comune ricorrente al pagamento delle spese processuali, confermando l’inammissibilità del suo tentativo di revocazione.

È possibile chiedere la revocazione di una sentenza della Cassazione sostenendo che i giudici abbiano frainteso la proposta del relatore?
No. La Corte ha stabilito che la proposta del relatore non è un fatto rilevante ai sensi dell’art. 395 cod. proc. civ. e, pertanto, un suo presunto fraintendimento non può costituire motivo di revocazione.

Che valore ha la proposta del relatore nel giudizio di Cassazione?
Ha il valore di un atto interno, non vincolante per il collegio giudicante. Serve come prima interlocuzione tra il relatore e il presidente e non ha carattere decisorio. Il collegio è libero di discostarsene completamente.

Cosa succede se un ricorso per revocazione viene dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese legali in favore della controparte. Inoltre, la Corte accerta la sussistenza dei presupposti per il versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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