LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità socio accomandante: limiti e sanzioni

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito che la responsabilità del socio accomandante per i debiti tributari di una società in accomandita semplice è strettamente limitata alla quota di capitale conferita. Di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate non può irrogare sanzioni direttamente al socio accomandante per le violazioni fiscali della società, poiché quest’ultimo è privo di legittimazione passiva. Il Fisco non può agire direttamente nei suoi confronti, ma deve rivolgersi alla società e, eventualmente, al socio accomandatario.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Responsabilità socio accomandante: la Cassazione fissa i paletti per le sanzioni fiscali

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del diritto societario e tributario, delineando con chiarezza i limiti della responsabilità del socio accomandante per i debiti fiscali e le sanzioni di una società in accomandita semplice (s.a.s.). Questa decisione offre importanti spunti di riflessione per chiunque investa in questo tipo di società, confermando che la sua esposizione patrimoniale non può superare la quota di capitale conferita, anche di fronte alle pretese dell’Erario.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un atto di irrogazione di sanzioni emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di un’associazione, quale socia accomandante di una società in accomandita semplice. Le sanzioni erano relative all’omesso versamento dell’Irap per due annualità e dell’Iva per un anno da parte della società. L’associazione aveva impugnato l’atto, ottenendo ragione sia in primo grado che in appello presso la Commissione Tributaria Regionale. Quest’ultima aveva sottolineato che, per le obbligazioni tributarie di una s.a.s., la pretesa impositiva deve essere rivolta esclusivamente alla società e al socio accomandatario, poiché la responsabilità del socio accomandante è limitata per legge alla sua quota di partecipazione. L’Agenzia delle Entrate, non soddisfatta, ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La decisione della Corte di Cassazione e la responsabilità socio accomandante

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando integralmente la decisione dei giudici di merito. I giudici di legittimità hanno riaffermato un orientamento consolidato, stabilendo che il socio accomandante è privo di legittimazione passiva rispetto alle obbligazioni tributarie della società. In altre parole, l’Erario non può agire direttamente contro il socio accomandante per recuperare imposte o sanzioni dovute dalla società.

Il Principio della Responsabilità Limitata

Il fulcro della decisione si basa sull’articolo 2313 del Codice Civile, che limita la responsabilità del socio accomandante alla quota conferita. Questo principio, valido per le obbligazioni civili, viene esteso dalla Corte anche a quelle di natura tributaria, incluse Iva e Irap. La norma non autorizza i creditori sociali, Fisco compreso, a rivolgersi direttamente al socio accomandante. La sua funzione è quella di regolare i rapporti interni alla società, stabilendo un confine netto alla sua esposizione patrimoniale.

L’impossibilità di irrogare sanzioni dirette

La Corte ha inoltre chiarito che le sanzioni amministrative tributarie hanno carattere personale. Secondo l’articolo 5 del D.Lgs. 472/1997, ciascuno risponde per la propria azione od omissione, cosciente e volontaria. Di conseguenza, una sanzione non può essere automaticamente estesa al socio accomandante, che per sua natura è estraneo all’amministrazione della società. Sebbene al socio accomandante sia riconosciuto un potere di controllo sui bilanci, un’eventuale colpa per omesso controllo non è sufficiente a giustificare l’irrogazione di una sanzione per debiti della società, specialmente quando, come nel caso di specie, la violazione non deriva da un maggior reddito accertato e imputato per trasparenza al socio, ma da un omesso versamento di imposte da parte della società.

le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sulla netta distinzione tra la figura del socio accomandatario, che amministra e risponde illimitatamente, e quella del socio accomandante, il cui ruolo è assimilabile a quello di un finanziatore con responsabilità limitata. I giudici hanno specificato che la limitazione della responsabilità ex art. 2313 c.c. opera come una barriera invalicabile per i creditori, incluso il Fisco. Qualsiasi pretesa deve essere indirizzata alla società. Il socio accomandante non può essere considerato un coobbligato solidale per i debiti tributari della società. La sua eventuale responsabilità emerge solo in una fase successiva ed eventuale, qualora il patrimonio sociale si riveli insufficiente, e comunque sempre e solo nei limiti della quota da lui sottoscritta e non ancora versata.

le conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un importante baluardo a protezione del patrimonio del socio accomandante. La decisione chiarisce che l’amministrazione finanziaria non può ‘scavalcare’ la società per colpire direttamente il socio con responsabilità limitata, né per il recupero di imposte né, a maggior ragione, per l’irrogazione di sanzioni. Questa pronuncia offre certezza giuridica agli investitori, confermando che la scelta della forma societaria della s.a.s. garantisce un’efficace limitazione del rischio d’impresa per i soci non amministratori, anche di fronte alle pretese fiscali.

Un socio accomandante risponde direttamente dei debiti tributari (IVA, Irap) di una società in accomandita semplice?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il socio accomandante è privo di legittimazione passiva rispetto alle obbligazioni tributarie della società. La sua responsabilità è limitata alla quota di capitale conferita e l’Erario non può agire direttamente nei suoi confronti.

È possibile irrogare sanzioni tributarie direttamente a un socio accomandante per violazioni commesse dalla società?
No. Le sanzioni amministrative hanno carattere personale. Poiché il socio accomandante non partecipa all’amministrazione, non può essere ritenuto direttamente responsabile per le omissioni della società, come il mancato versamento di imposte. Una sanzione può essergli irrogata solo in casi specifici, come per infedele dichiarazione a seguito di un maggior reddito imputatogli per trasparenza, ma non per le violazioni operative della società.

In che modo è limitata la responsabilità del socio accomandante?
La responsabilità del socio accomandante per le obbligazioni sociali, incluse quelle tributarie, è limitata per legge all’ammontare della sua quota di capitale conferita nella società, come stabilito dall’art. 2313 del Codice Civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati