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Responsabilità Agenzia Entrate: il giudicato esclude i danni

Una società ha chiesto un risarcimento milionario all’Agenzia delle Entrate, sostenendo che un accertamento fiscale illegittimo avesse causato il suo fallimento. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, stabilendo un principio fondamentale: non può esserci responsabilità dell’Agenzia delle Entrate se l’atto impositivo è stato confermato come legittimo con una sentenza definitiva dalle commissioni tributarie. Il giudicato tributario preclude la possibilità di considerare l’atto come illecito in una successiva causa civile per danni.

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Responsabilità Agenzia Entrate: Quando il Giudicato Tributario Annulla la Richiesta di Danni

L’operato dell’Amministrazione Finanziaria può avere un impatto profondo sulla vita delle imprese. Ma cosa accade quando un contribuente ritiene di aver subito un danno ingiusto a causa di un accertamento fiscale? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini della responsabilità Agenzia Entrate, stabilendo un nesso indissolubile tra la legittimità dell’atto impositivo e il diritto al risarcimento. Se l’accertamento è dichiarato legittimo in via definitiva, non c’è spazio per una successiva richiesta di danni.

I Fatti: Dalla Verifica Fiscale alla Richiesta di Risarcimento

Il caso ha origine dalla richiesta di risarcimento danni, per un totale di 5 milioni di euro, avanzata da una società e dal suo legale rappresentante nei confronti dell’Agenzia delle Entrate e di alcuni suoi funzionari. Secondo la società, la condotta illecita tenuta durante una verifica fiscale nel 2003 aveva portato all’emissione di un avviso di accertamento errato, al diniego di un rimborso IVA e, a cascata, alla perdita di una commessa fondamentale, al tracollo finanziario e, infine, alla dichiarazione di fallimento.

La tesi della società si basava sull’idea che i funzionari avessero agito in modo abusivo e irregolare, redigendo un verbale di constatazione contenente affermazioni non veritiere e omettendo le necessarie verifiche, causando così un danno ingiusto e risarcibile.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno respinto le pretese della società. Il Tribunale ha sottolineato un punto cruciale: lo stesso avviso di accertamento, ritenuto causa di tutti i mali, era stato oggetto di un separato contenzioso davanti alle commissioni tributarie. Quel giudizio si era concluso con una sentenza definitiva che aveva confermato la piena legittimità dell’operato dell’Agenzia. A questo si aggiungeva l’archiviazione di un procedimento penale a carico dei funzionari. La Corte d’Appello, a sua volta, ha dichiarato l’impugnazione inammissibile, ritenendola priva di ragionevoli probabilità di accoglimento proprio alla luce del giudicato formatosi in sede tributaria.

La Responsabilità Agenzia Entrate e il Ruolo del Giudicato

La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, che ha colto l’occasione per ribadire alcuni principi cardine in materia di responsabilità della Pubblica Amministrazione. La Corte ha spiegato che la responsabilità per gli atti dei propri funzionari può essere di due tipi:

1. Responsabilità diretta: Si configura quando l’atto del funzionario è una diretta espressione del potere pubblico (come l’emissione di un avviso di accertamento). In questo caso, l’Amministrazione risponde direttamente.
2. Responsabilità indiretta: Si applica per attività puramente materiali del dipendente, non direttamente collegate all’esercizio di un potere pubblico, secondo un modello simile a quello tra datore di lavoro e dipendente (art. 2049 c.c.).

Nel caso in esame, la richiesta di danni derivava da un atto tipico della funzione pubblica: l’accertamento fiscale. La Corte ha quindi applicato i principi della responsabilità diretta.

Le Motivazioni

La motivazione centrale della Cassazione è perentoria: una richiesta di risarcimento danni contro la Pubblica Amministrazione per un presunto atto illegittimo può essere accolta solo se, e solo dopo che, quell’atto è stato annullato dal giudice competente. Nel contesto fiscale, il giudice competente è la commissione tributaria.

Nel caso di specie, non solo l’atto non era stato annullato, ma la sua legittimità era stata confermata con una sentenza passata in giudicato. Tale ‘giudicato tributario’ ha un effetto preclusivo nel successivo giudizio civile. In altre parole, il giudice civile non può rimettere in discussione la legittimità di un atto che un altro giudice specializzato ha già dichiarato valido in via definitiva. Se l’atto è legittimo, viene a mancare il presupposto fondamentale della responsabilità civile: il ‘fatto illecito’. Senza un fatto illecito, non può esistere un danno risarcibile.

La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili le censure relative a una presunta responsabilità ‘indiretta’ per altre condotte materiali, in quanto il ricorso era generico e non specificava adeguatamente quali fossero tali comportamenti illeciti e come fossero stati presentati nei gradi di merito.

Conclusioni

La decisione della Cassazione rafforza un principio di certezza del diritto e di coerenza tra ordinamenti giurisdizionali. Il contribuente che si ritiene danneggiato da un atto dell’Amministrazione Finanziaria deve prima di tutto impugnare tale atto nelle sedi competenti, ovvero le commissioni tributarie. Solo in caso di annullamento dell’atto, e quindi di accertamento della sua illegittimità, si aprirà la strada per una eventuale azione di risarcimento del danno in sede civile. In assenza di un annullamento, e a maggior ragione in presenza di un giudicato che ne affermi la legittimità, la responsabilità Agenzia Entrate per i danni derivanti da quell’atto deve considerarsi esclusa.

È possibile chiedere un risarcimento danni all’Agenzia delle Entrate per un avviso di accertamento?
Sì, ma solo a condizione che l’avviso di accertamento sia stato preventivamente annullato con una sentenza definitiva dalle competenti commissioni tributarie. Se l’atto è giudicato legittimo, non è possibile chiedere un risarcimento per i danni che ne sono derivati.

La decisione di un giudice tributario ha effetto in una causa civile per danni?
Sì, la sentenza definitiva del giudice tributario (il cosiddetto ‘giudicato tributario’) che accerta la legittimità di un atto impositivo preclude al giudice civile la possibilità di considerare lo stesso atto come un ‘fatto illecito’ e quindi di condannare l’Agenzia al risarcimento dei danni.

Cosa si intende per responsabilità ‘diretta’ della Pubblica Amministrazione?
Si ha responsabilità ‘diretta’ quando l’attività del dipendente pubblico si manifesta come una diretta espressione dei poteri dell’ente (ad esempio, l’emissione di un provvedimento amministrativo). In questo caso, la condotta del dipendente è imputata direttamente all’Amministrazione stessa, che ne risponde.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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