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Procura speciale cassazione: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4773/2024, ha chiarito le conseguenze della presentazione di un’istanza di decisione collegiale priva della necessaria nuova procura speciale cassazione. Il caso riguardava un ricorso in materia di tasse automobilistiche. A seguito di una proposta di definizione accelerata, il difensore del ricorrente ha chiesto la decisione collegiale senza munirsi di una nuova procura ad hoc. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che la mancanza di questo requisito fondamentale non porta all’estinzione del giudizio, ma alla sua definizione in conformità alla proposta originaria, con conseguente condanna del ricorrente a una sanzione pecuniaria.

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Procura Speciale Cassazione: La Mancanza Rende il Ricorso Inammissibile

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 4773 del 22 febbraio 2024) ha fatto luce su un aspetto cruciale della nuova procedura accelerata per i ricorsi. La decisione sottolinea l’importanza imprescindibile di una procura speciale cassazione nuova e specifica quando si intende contestare la proposta di definizione del relatore. La mancanza di questo documento non è una mera formalità, ma un vizio che conduce direttamente all’inammissibilità del ricorso e a sanzioni per il ricorrente.

I Fatti del Caso: Il Contenzioso sulle Tasse Automobilistiche

La vicenda ha origine da un contenzioso tributario. Un contribuente aveva impugnato alcune cartelle di pagamento relative a tasse automobilistiche per gli anni 2007, 2009 e 2010. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano respinto le sue ragioni, dichiarando il ricorso originario inammissibile perché presentato in ritardo rispetto ai termini di legge.

Il contribuente, non rassegnato, ha proposto ricorso per cassazione contro la decisione di secondo grado.

Il Procedimento Accelerato e la Richiesta Irrituale con la vecchia procura speciale in cassazione

In Cassazione, il caso è stato avviato al procedimento accelerato previsto dall’art. 380-bis del codice di procedura civile. Il consigliere delegato ha formulato una proposta di inammissibilità del ricorso. Di fronte a questa proposta, la parte ricorrente ha una scelta: o rimanere in silenzio, accettando di fatto una rinuncia tacita al ricorso, oppure presentare un’istanza per portare la discussione davanti al collegio dei giudici.

Nel caso di specie, il difensore del contribuente ha optato per la seconda via, depositando un’istanza di decisione. Tuttavia, lo ha fatto senza essere munito di una nuova procura speciale, come espressamente richiesto dalla norma. Questo dettaglio procedurale si è rivelato fatale.

La Decisione della Corte: Inammissibilità per Difetto di Procura Speciale

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno chiarito che, sebbene il difensore avesse manifestato l’intenzione di proseguire il giudizio, l’istanza era “irrituale” proprio per la mancanza della nuova procura speciale. Questa irregolarità ha impedito al collegio di discutere nel merito le ragioni del ricorso, portando a una decisione conforme alla proposta iniziale di inammissibilità.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha svolto un’approfondita analisi dell’art. 380-bis c.p.c., come riformato. Il punto centrale è che la richiesta di decisione collegiale, per essere valida, deve rispettare due requisiti: essere depositata entro 40 giorni e, soprattutto, essere sottoscritta da un difensore munito di una nuova procura speciale cassazione.

Questo requisito non è casuale: serve a garantire che il ricorrente sia pienamente consapevole delle conseguenze della sua scelta. Infatti, se il collegio conferma la proposta del relatore, scattano automaticamente sanzioni pecuniarie. La nuova procura assicura che il cliente abbia dato un consenso informato a procedere, assumendosi il rischio di tali sanzioni.

La Corte ha stabilito un principio di diritto fondamentale: un’istanza irrituale (tardiva o senza nuova procura) non comporta l’estinzione del giudizio come avverrebbe in caso di silenzio. Al contrario, impone la fissazione dell’udienza collegiale. Tuttavia, in quella sede, il collegio, accertata l’irregolarità, non può fare altro che definire il giudizio “in conformità alla proposta”, dichiarando l’inammissibilità del ricorso e applicando le sanzioni previste.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un monito importante per avvocati e loro assistiti. Nel contesto del nuovo rito accelerato in Cassazione, l’istanza per ottenere una decisione collegiale è un atto che richiede la massima attenzione formale. La procura speciale cassazione non è un optional, ma un requisito ontologico del subprocedimento. Agire senza di essa equivale a presentare un’istanza priva di effetti utili per la discussione nel merito, ma pienamente efficace nel determinare l’inammissibilità del ricorso e la condanna a una sanzione economica. La parte ricorrente, oltre a vedere rigettato il proprio appello, è stata condannata a pagare 2.000,00 euro alla Cassa delle Ammende e al versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato.

Cosa succede se un avvocato chiede la decisione collegiale in Cassazione senza una nuova procura speciale?
L’istanza viene considerata irregolare. Questo non causa l’estinzione del processo, ma porta alla fissazione di un’udienza in cui il collegio dei giudici, rilevata l’irregolarità, dichiara il ricorso inammissibile in conformità alla proposta iniziale del relatore.

Perché è necessaria una nuova procura speciale per questa specifica istanza?
È richiesta per assicurare che il ricorrente sia pienamente consapevole delle conseguenze della sua richiesta. Se il ricorso viene definito in conformità alla proposta, scattano automaticamente delle sanzioni. La nuova procura dimostra che il cliente ha dato un consenso specifico e informato a procedere, accettando questo rischio.

Il ricorrente può evitare le sanzioni se l’istanza è dichiarata irregolare?
No. Secondo la Corte, la definizione del giudizio in conformità alla proposta, a seguito di un’istanza irregolare, comporta l’applicazione automatica delle sanzioni previste dall’art. 96, quarto comma, cod. proc. civ., come una sanzione a favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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