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Notifica società cancellata: la regola dei 5 anni

La Corte di Cassazione chiarisce la validità della notifica a una società cancellata. In ambito fiscale, grazie a una norma speciale, una società si considera ‘viva’ per cinque anni dopo la cancellazione dal Registro delle Imprese. L’ordinanza stabilisce che l’avviso di accertamento notificato all’ex legale rappresentante in questo lasso di tempo è pienamente legittimo, poiché la società, per il Fisco, non è ancora estinta. La decisione ribalta un precedente verdetto che riteneva la notifica nulla.

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Notifica società cancellata: per il Fisco sopravvive per 5 anni

La cancellazione di una società dal Registro delle Imprese segna la fine della sua esistenza giuridica, ma cosa succede ai debiti fiscali non ancora saldati? La notifica a una società cancellata è un tema complesso che genera frequenti contenziosi. Un’importante ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: per l’Amministrazione Finanziaria, la società non si estingue immediatamente, ma sopravvive per ben cinque anni ai soli fini della riscossione dei tributi.

I fatti di causa

Il caso riguarda un avviso di accertamento per IRES, IRAP e IVA relativo all’anno d’imposta 2014, emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di una S.r.l. L’atto impositivo è stato notificato nel 2019, ma la società era già stata cancellata dal Registro delle Imprese l’anno precedente, nel 2018.

La notifica era stata indirizzata all’ex legale rappresentante. Quest’ultima ha impugnato l’atto, sostenendo che, essendo la società estinta, la pretesa fiscale avrebbe dovuto essere rivolta ai soci, e non più all’ente non esistente.

La Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione alla contribuente, annullando l’accertamento. Secondo i giudici d’appello, con la cancellazione si verifica un fenomeno successorio e i debiti si trasferiscono ai soci; pertanto, la notifica all’ex rappresentante legale della società estinta era da considerarsi invalida. L’Agenzia delle Entrate ha quindi proposto ricorso per cassazione.

La questione della notifica alla società cancellata

Il cuore della controversia ruota attorno all’interpretazione dell’articolo 28, comma 4, del D.Lgs. n. 175/2014. Questa norma stabilisce che, ai soli fini della validità degli atti di liquidazione, accertamento e riscossione, l’estinzione della società ha effetto solo dopo cinque anni dalla richiesta di cancellazione.

Si tratta di una disposizione speciale per la materia fiscale che deroga alla regola generale del Codice Civile (art. 2495 c.c.), la quale prevede l’estinzione immediata della società con la cancellazione. La Corte di Cassazione è stata chiamata a decidere se questa ‘sopravvivenza fiscale’ quinquennale renda legittima la notifica eseguita nei confronti della società, come se fosse ancora in vita, per il tramite del suo ex rappresentante legale.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassando la sentenza d’appello. I giudici hanno affermato che l’art. 28 citato introduce una fictio iuris, ovvero una finzione giuridica, con finalità di natura sostanziale.

In base a tale finzione, per i rapporti tributari, la società non si estingue con la cancellazione, ma continua a esistere per i cinque anni successivi. Questo differimento degli effetti dell’estinzione opera esclusivamente nei confronti dell’Amministrazione Finanziaria e degli altri enti impositori.

La conseguenza diretta è che, in questo arco temporale, la società rimane il soggetto passivo d’imposta e, quindi, il destinatario corretto degli atti impositivi. Di conseguenza, anche la capacità processuale e la rappresentanza legale non vengono meno. L’ex liquidatore o l’ex amministratore conservano i poteri di rappresentanza sostanziale e processuale della società, essendo legittimati non solo a ricevere le notifiche, ma anche a impugnare gli atti e a conferire mandato ai difensori.

La Corte ha specificato che la notifica può essere eseguita alternativamente:
1. Presso il domicilio fiscale dell’ente (ai sensi dell’art. 60 del d.P.R. 600/1973).
2. Direttamente alla persona fisica che rappresentava la società (ai sensi dell’art. 145 c.p.c.).

Nel caso di specie, la notifica all’ex legale rappresentante era, pertanto, pienamente rituale e valida, poiché effettuata entro il quinquennio dalla cancellazione.

Le conclusioni

L’ordinanza consolida un orientamento fondamentale per la gestione del contenzioso tributario relativo alle società estinte. Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Per l’Amministrazione Finanziaria: Viene garantita una finestra temporale di cinque anni per notificare validamente atti di accertamento e riscossione, senza dover ricercare immediatamente i singoli soci successori.
2. Per gli ex amministratori e liquidatori: Devono essere consapevoli di conservare un ruolo di rappresentanza per questo periodo, con il dovere di ricevere e gestire eventuali atti fiscali per conto della società ‘fittiziamente’ superstite.
3. Per i soci: La loro responsabilità per i debiti sociali tributari, sebbene non cancellata, è di fatto posticipata. Essi subentreranno come successori solo dopo il decorso del quinquennio o per i debiti non ancora contestati formalmente alla società in questo lasso di tempo.

In sintesi, la regola della ‘sopravvivenza quinquennale’ agisce come uno scudo protettivo per l’Erario, semplificando le procedure di accertamento e garantendo una maggiore efficacia nell’azione di riscossione dei tributi dovuti da società che hanno cessato la loro attività.

È valida la notifica di un avviso di accertamento a una società già cancellata dal registro delle imprese?
Sì, è valida se effettuata entro cinque anni dalla richiesta di cancellazione. Secondo l’art. 28, comma 4, del d.lgs. n. 175/2014, ai soli fini fiscali, la società si considera esistente per questo periodo, e la notifica è legittima.

A chi deve essere notificato l’atto impositivo destinato a una società cancellata da meno di cinque anni?
L’atto deve essere notificato alla società stessa. La notifica può avvenire presso il domicilio fiscale dell’ente oppure, in via alternativa, direttamente alla persona fisica che la rappresentava (l’ex legale rappresentante), il quale conserva i poteri per ricevere tali atti.

La cancellazione della società estingue immediatamente i debiti fiscali?
No. Per effetto della norma speciale fiscale, la società continua a essere soggetto passivo d’imposta per cinque anni. Solo dopo il decorso di questo periodo, i debiti tributari residui si trasferiscono definitivamente ai soci secondo le regole del codice civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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