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Notifica raccomandata informativa: la prova decisiva

Un contribuente si oppone a una cartella esattoriale per un vizio di notifica. La Cassazione chiarisce che la prova della notifica raccomandata informativa, sebbene non fornita con l’avviso di spedizione, può essere data con altri mezzi idonei, come l’avviso di ricevimento firmato da un familiare. La sentenza di primo grado è stata annullata.

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Notifica Raccomandata Informativa: L’Avviso di Ricevimento Come Prova Decisiva

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali sulla prova della notifica raccomandata informativa (nota anche come C.A.N.), un adempimento fondamentale nel processo di notificazione degli atti quando questi non vengono consegnati direttamente nelle mani del destinatario. La Suprema Corte ha stabilito un principio di diritto che valorizza l’avviso di ricevimento come strumento probatorio idoneo a dimostrare il perfezionamento della procedura, anche in assenza di altri documenti.

I Fatti del Caso: Una Notifica Contestata

Un contribuente aveva proposto opposizione avverso un’intimazione di pagamento, lamentando un vizio nella notifica di una delle cartelle esattoriali sottostanti. Nello specifico, la cartella era stata consegnata nelle mani della moglie convivente, ma il contribuente sosteneva che l’Ente della Riscossione non avesse fornito la prova del successivo e obbligatorio invio della raccomandata informativa, necessaria per perfezionare la notifica ai sensi dell’art. 139 del codice di procedura civile.

La Decisione del Tribunale di Primo Grado

Il Tribunale di primo grado aveva accolto parzialmente l’opposizione del contribuente. Il giudice aveva ritenuto che, sebbene l’Ente della Riscossione avesse prodotto un “mero avviso di spedizione ed un elenco di plichi”, mancava la documentazione essenziale in grado di attestare l’effettiva spedizione della raccomandata informativa al corretto destinatario. Di conseguenza, la notifica della cartella era stata dichiarata irrituale e l’atto annullato.

Il Ricorso per Cassazione e la Prova della Notifica Raccomandata Informativa

L’Ente della Riscossione ha impugnato la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo che la relazione del messo notificatore, attestante l’avvenuto invio della raccomandata, avesse efficacia fidefacente fino a querela di falso. In subordine, l’Ente ha evidenziato di aver prodotto in giudizio altri documenti idonei a provare l’invio, tra cui l’avviso di ricevimento della raccomandata stessa, firmato per il ritiro dalla suocera del contribuente.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Ente, cassando la sentenza del Tribunale. I giudici hanno chiarito un punto fondamentale: l’attestazione del messo notificatore copre con fede privilegiata solo l’avvenuta spedizione di una raccomandata con un certo numero, ma non prova di per sé che tale spedizione sia stata indirizzata al corretto destinatario. La prova di quest’ultimo elemento è onere di chi effettua la notifica.

Tuttavia, la Corte ha specificato che questa prova non deve necessariamente consistere nella ricevuta di spedizione prodotta dall’ufficio postale. Può essere fornita anche attraverso “altro idoneo mezzo di prova”. Nel caso di specie, l’avviso di ricevimento della raccomandata informativa, che riportava il numero della spedizione e attestava il ritiro dell’atto da parte di un familiare presso l’indirizzo del destinatario, è stato ritenuto un documento pienamente idoneo a dimostrare il perfezionamento della notifica.

La Corte ha quindi enunciato il seguente principio di diritto: “in caso di notificazione non eseguita a mani proprie del destinatario, l’invio della raccomandata informativa, che non sia documentato allegando il relativo avviso di spedizione, può essere provato attraverso altro idoneo mezzo di prova, tra cui l’avviso di ricevimento univocamente riferibile alla raccomandata stessa”.

Conclusioni

Questa ordinanza riveste una notevole importanza pratica. Conferma che, nel contenzioso relativo alla regolarità delle notifiche, l’avviso di ricevimento della raccomandata informativa assume un valore probatorio cruciale. Per gli enti notificatori, conservare e produrre in giudizio tale documento diventa essenziale per difendersi dalle contestazioni. Per i cittadini, la sentenza chiarisce che la semplice assenza della distinta di postalizzazione non è sufficiente a far dichiarare nulla una notifica, se esistono altri elementi, come appunto l’avviso di ricevimento firmato, che ne dimostrano il corretto completamento.

L’attestazione del messo notificatore sull’invio della raccomandata informativa fa sempre piena prova?
No. Secondo la Corte, l’attestazione copre con fede privilegiata solo il fatto che una raccomandata con un determinato numero sia stata spedita, ma non prova che sia stata inviata al corretto destinatario presso il suo indirizzo. Quest’ultima circostanza deve essere provata dalla parte che notifica.

Come può essere provato l’invio della notifica raccomandata informativa se manca l’avviso di spedizione?
La prova può essere fornita attraverso “altro idoneo mezzo di prova”. La sentenza identifica specificamente l’avviso di ricevimento della raccomandata come uno di questi mezzi idonei, a condizione che sia univocamente riferibile alla spedizione in questione.

L’avviso di ricevimento firmato da un familiare del destinatario è una prova sufficiente?
Sì. Nel caso specifico, l’avviso di ricevimento era stato firmato dalla suocera del destinatario. La Corte ha ritenuto questo documento una prova idonea e sufficiente a dimostrare che la raccomandata informativa aveva raggiunto la sfera di conoscibilità del destinatario, perfezionando così la notifica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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