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Notifica pignoramento: il vizio è sanabile

Un contribuente ha impugnato un pignoramento presso terzi, lamentando vizi nella notifica, come l’invio via PEC da parte di un funzionario non qualificato. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1687/2024, ha respinto il ricorso. Ha stabilito che tali difetti non rendono la notifica pignoramento inesistente, ma semplicemente nulla. La nullità è stata sanata dal momento che il contribuente ha ricevuto l’atto e ha potuto esercitare il suo diritto di difesa proponendo opposizione, dimostrando così il raggiungimento dello scopo della comunicazione.

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Notifica Pignoramento Errata? La Cassazione Chiarisce: Nullità Sanabile, non Inesistenza

La correttezza della procedura di notifica è un pilastro fondamentale del nostro ordinamento, garantendo il diritto di difesa. Ma cosa succede se una notifica pignoramento presenta dei vizi formali? È da considerarsi totalmente inesistente o può essere ‘salvata’? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1687 del 16 gennaio 2024, offre un’importante chiave di lettura, distinguendo tra nullità sanabile e inesistenza giuridica, un principio con notevoli implicazioni pratiche per debitori e creditori.

I Fatti del Caso: Un Pignoramento Contestato

Un contribuente si opponeva a un atto di pignoramento presso terzi notificato dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione per un debito di oltre 37.000 euro. Il debitore sollevava diverse eccezioni di natura procedurale, sostenendo che l’atto fosse giuridicamente inesistente o radicalmente nullo. I motivi principali del ricorso erano tre:
1. Inesistenza della notifica: Eseguita da un dipendente dell’Agenzia privo della qualifica di ufficiale della riscossione e tramite Posta Elettronica Certificata (PEC), una modalità a suo dire non prevista dalla legge per quell’atto specifico.
2. Nullità della costituzione in giudizio: L’Agenzia si era costituita nel primo grado di giudizio con il patrocinio di un avvocato del libero foro anziché dell’Avvocatura Generale dello Stato, cosa che avrebbe reso, secondo il ricorrente, inesistente la sua costituzione e le relative produzioni documentali.
3. Nullità dell’atto di pignoramento: L’atto era privo di firma digitale e di attestazione di conformità, vizi che ne avrebbero compromesso la validità.

Il Tribunale di primo grado aveva respinto l’opposizione, ritenendo che i vizi della notifica fossero stati sanati dal momento che il contribuente aveva ricevuto l’atto e aveva potuto impugnarlo tempestivamente.

L’Analisi della Corte di Cassazione e la corretta notifica pignoramento

La Suprema Corte ha confermato la decisione del Tribunale, rigettando tutti i motivi di ricorso e fornendo chiarimenti su ciascun punto controverso.

La Rappresentanza in Giudizio dell’Agenzia di Riscossione

In primo luogo, i giudici hanno smontato la tesi sulla presunta nullità della costituzione in giudizio dell’Agenzia. Citando un precedente delle Sezioni Unite (sentenza n. 30008/2019), la Corte ha ribadito che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può legittimamente avvalersi di avvocati del libero foro senza bisogno di delibere specifiche, tranne che per i casi riservati per convenzione all’Avvocatura dello Stato. La costituzione in giudizio era quindi perfettamente valida.

Il Principio Cruciale sulla Notifica Pignoramento: Nullità vs. Inesistenza

Il cuore della decisione riguarda la distinzione tra inesistenza e nullità della notifica. La Corte ha spiegato che l’inesistenza si configura solo in due casi estremi: la totale mancanza materiale dell’atto o quando l’attività svolta è così priva degli elementi essenziali da non essere neppure riconoscibile come notificazione.

Ogni altra difformità dal modello legale, come l’errata individuazione del soggetto che esegue la notifica (un dipendente anziché un ufficiale giudiziario) o l’uso di una modalità non prevista (la PEC), rientra nella categoria della nullità.

Questo vizio, a differenza dell’inesistenza, è suscettibile di sanatoria. In base al principio del ‘raggiungimento dello scopo’ (art. 156 c.p.c.), se l’atto, nonostante il difetto, è giunto a conoscenza del destinatario e questi ha potuto esercitare il proprio diritto di difesa (come in questo caso, proponendo opposizione), la nullità si considera sanata. L’obiettivo della norma, ovvero informare il debitore, è stato comunque raggiunto.

La Validità dell’Atto Anche Senza Firma

Infine, la Corte ha respinto anche il motivo relativo alla mancanza di firma sull’atto di pignoramento. Richiamando consolidata giurisprudenza, ha affermato che l’atto di pignoramento ex art. 72 bis d.p.r. 602/1973 è valido anche se privo della sottoscrizione del singolo funzionario, a condizione che rechi l’indicazione a stampa dell’agente della riscossione. Tale indicazione è sufficiente a rendere l’atto inequivocabilmente riferibile all’ente titolare del potere di espropriazione forzata.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione si fonda sul principio di strumentalità delle forme processuali. Le norme sulla notifica non sono fini a se stesse, ma servono a garantire la conoscenza legale di un atto per permettere al destinatario di difendersi. Quando questo scopo è raggiunto, il vizio formale perde la sua rilevanza e non può essere usato per invalidare l’intera procedura. La Corte distingue nettamente un vizio formale, che genera una nullità sanabile, da un’anomalia radicale che porta all’inesistenza, una categoria da applicare solo in casi eccezionali.

Le Conclusioni

L’ordinanza stabilisce un punto fermo di grande rilevanza pratica: un errore nella notifica pignoramento, come l’utilizzo della PEC o l’intervento di un soggetto non qualificato, non comporta automaticamente l’inesistenza dell’atto. Se il debitore dimostra di aver ricevuto la comunicazione, impugnandola, sana di fatto il vizio procedurale. Questa pronuncia consolida un orientamento volto a privilegiare la sostanza sulla forma, evitando che mere irregolarità procedurali, che non abbiano causato un reale pregiudizio al diritto di difesa, possano paralizzare l’azione di riscossione.

Una notifica di pignoramento eseguita via PEC o da un dipendente non qualificato è valida?
La notifica è affetta da nullità, ma non è inesistente. Secondo la Corte, se il destinatario riceve l’atto e propone opposizione, il vizio si considera sanato perché l’atto ha raggiunto il suo scopo di portare l’esecuzione a conoscenza del debitore, permettendogli di difendersi.

L’atto di pignoramento dell’Agenzia di Riscossione è valido se manca la firma del funzionario?
Sì, è valido. La Corte ha stabilito che per la validità dell’atto è sufficiente che esso rechi l’indicazione a stampa dell’agente della riscossione, così da essere inequivocabilmente riferibile a quest’ultimo, che è il titolare del potere di procedere.

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione può essere difesa in giudizio da un avvocato privato anziché dall’Avvocatura dello Stato?
Sì. La Cassazione ha confermato che, salvo casi specifici riservati per convenzione all’Avvocatura dello Stato, l’Agenzia può avvalersi di avvocati del libero foro senza particolari formalità, rendendo la sua costituzione in giudizio pienamente valida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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