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Interventore adesivo dipendente: quando può impugnare?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società di riscossione, intervenuta nel giudizio come interventore adesivo dipendente. La Corte chiarisce che l’interventore non ha un’autonoma legittimazione a impugnare la sentenza se la parte principale, in questo caso l’ente impositore, non ha presentato a sua volta impugnazione, prestando così acquiescenza alla decisione.

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Interventore adesivo dipendente: limiti al diritto di impugnazione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante chiarificazione sui poteri processuali dell’interventore adesivo dipendente, specialmente nel contesto del processo tributario. Questa figura, pur partecipando al giudizio per sostenere una delle parti, non gode di un’autonoma facoltà di impugnazione. La decisione analizzata dimostra come il suo destino processuale sia indissolubilmente legato a quello della parte che affianca.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un avviso di accertamento ICI per l’anno 2007, emesso da un Comune nei confronti di una società contribuente per un’area adibita a cava. La società impugnava l’atto impositivo dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale. Nel corso di questo giudizio di primo grado, la società concessionaria del servizio di accertamento e riscossione per il Comune interveniva a sostegno dell’ente impositore.

Il primo giudice accoglieva il ricorso della contribuente, annullando l’avviso di accertamento. Sorprendentemente, il Comune, parte principale del giudizio, decideva di non appellare la sentenza sfavorevole. Al contrario, la società concessionaria, in qualità di interventore, proponeva appello dinanzi alla Commissione Tributaria Regionale, che però lo rigettava. La concessionaria decideva quindi di portare la questione fino in Cassazione.

Il Ruolo dell’Interventore Adesivo Dipendente nel Processo

La Corte di Cassazione ha incentrato la propria decisione sulla questione pregiudiziale della legittimazione ad impugnare della società concessionaria. Nel processo tributario, l’intervento volontario è configurabile unicamente come interventore adesivo dipendente. Ciò significa che il terzo interviene non per far valere un diritto proprio e autonomo, ma per sostenere le ragioni di una delle parti, avendo un interesse riflesso all’esito favorevole della lite per quest’ultima.

Il Codice di procedura civile stabilisce che tale interventore può “sostenere le ragioni di alcuna delle parti, quando vi ha un proprio interesse”. Tuttavia, la sua posizione è accessoria e subordinata a quella della parte adiuvata (sostenuta).

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza: l’interventore adesivo dipendente non possiede un’autonoma legittimazione ad impugnare. Il suo diritto di proporre appello o ricorso sussiste solo se anche la parte principale, che egli sostiene, decide di impugnare la decisione.

Nel caso specifico, il Comune, destinatario della sentenza di primo grado sfavorevole, ha scelto di non presentare appello. Questo comportamento equivale ad acquiescenza, ovvero all’accettazione della decisione. Di conseguenza, venendo meno l’impugnazione della parte principale, anche l’interventore adesivo ha perso il potere di contestare autonomamente la sentenza. Il ricorso della società concessionaria è stato quindi considerato proposto da un soggetto non legittimato e, pertanto, dichiarato inammissibile.

Conclusioni

La pronuncia in esame è un monito fondamentale per tutti i soggetti che intervengono in un giudizio a sostegno di una delle parti. La posizione dell’interventore adesivo è intrinsecamente debole dal punto di vista dell’iniziativa processuale. La sua capacità di proseguire la controversia nei gradi di giudizio successivi dipende interamente dalle scelte della parte che affianca. Se la parte principale decide di non impugnare una sentenza sfavorevole, l’interventore non può sostituirsi ad essa, e la sua partecipazione al processo si conclude. Questa ordinanza rafforza la necessità, per un interventore, di coordinare strettamente la propria strategia processuale con quella della parte adiuvata, per non vedere vanificate le proprie ragioni a causa dell’inerzia altrui.

Un interventore adesivo dipendente può impugnare una sentenza autonomamente?
No, secondo la giurisprudenza costante della Corte di Cassazione, l’interventore adesivo dipendente non ha un’autonoma legittimazione ad impugnare. Può proporre impugnazione solo se anche la parte principale che sostiene (adiuvata) decide di farlo.

Cosa succede se la parte principale non impugna la sentenza sfavorevole?
Se la parte adiuvata non impugna una sentenza ad essa sfavorevole, presta acquiescenza alla decisione. Di conseguenza, l’interventore adesivo dipendente perde il potere di impugnare autonomamente, in quanto la sua posizione processuale è subordinata a quella della parte principale.

Perché il ricorso della società concessionaria è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la società concessionaria agiva come interventore adesivo dipendente a sostegno del Comune. Poiché il Comune (parte principale) non ha impugnato la sentenza di primo grado che gli era sfavorevole, la società concessionaria ha perso la legittimazione a proporre autonomamente appello e, successivamente, ricorso per cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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