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IMU immobile occupato: esenzione possibile?

Una società immobiliare ha contestato il pagamento dell’IMU per un edificio abusivamente occupato da terzi per oltre due anni. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso, ha stabilito che l’imposta non è dovuta. La decisione si fonda su una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo imporre l’IMU su un immobile occupato, in quanto la perdita di disponibilità del bene fa venir meno la capacità contributiva del proprietario, presupposto fondamentale di ogni tributo.

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IMU immobile occupato: la Cassazione conferma l’esenzione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema di grande rilevanza per i proprietari di immobili: il pagamento dell’IMU immobile occupato abusivamente da terzi. La Corte, applicando un fondamentale principio sancito dalla Corte Costituzionale, ha stabilito che il proprietario spogliato del possesso del proprio bene non è tenuto a versare l’imposta municipale. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le ragioni di questa importante decisione.

I Fatti di Causa: La Lunga Occupazione Abusiva

Una società di valorizzazione immobiliare si è vista recapitare avvisi di accertamento dal Comune per il mancato pagamento dell’IMU relativo agli anni 2013, 2014 e 2015. La società ha impugnato tali avvisi sostenendo di non essere tenuta al pagamento, poiché l’immobile in questione era stato occupato abusivamente da oltre cento persone a partire da luglio 2013.

Nonostante le immediate denunce e le azioni legali intraprese per ottenere lo sgombero, l’occupazione si è protratta per più di due anni. La società ha riacquistato il possesso del bene solo nel novembre 2015, a seguito di un’ordinanza di dissequestro e restituzione emessa dal Tribunale. Sia in primo che in secondo grado, i giudici tributari avevano dato torto alla società, affermando che il proprietario è sempre tenuto al pagamento dell’IMU, anche se privato della disponibilità materiale del bene.

La Decisione della Cassazione sull’IMU per immobile occupato

La Corte di Cassazione ha ribaltato le sentenze precedenti, accogliendo il ricorso della società. Il punto di svolta è rappresentato dalla sentenza n. 60 del 2024 della Corte Costituzionale. Con questa pronuncia, la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della normativa IMU (in particolare l’art. 9, comma 1, del d.lgs. n. 23/2011) nella parte in cui non prevedeva l’esenzione dall’imposta per gli immobili non utilizzabili né disponibili, a causa di un’occupazione abusiva, a condizione che sia stata presentata una denuncia.

La Cassazione ha quindi applicato questo principio al caso di specie. Poiché la società proprietaria aveva tempestivamente denunciato l’occupazione e intrapreso tutte le azioni necessarie per recuperare il proprio bene, non poteva essere considerata soggetto passivo dell’imposta per tutto il periodo dell’illecita occupazione.

Le Motivazioni

La motivazione della decisione si fonda sul principio costituzionale della capacità contributiva, sancito dall’art. 53 della Costituzione. Secondo la Corte Costituzionale, e di conseguenza per la Cassazione, ogni tributo deve basarsi su un indice concreto di ricchezza. La proprietà di un immobile costituisce un valido presupposto per l’imposizione fiscale solo quando il proprietario ha la possibilità di utilizzarlo o di trarne un reddito.

Nel caso di un immobile occupato abusivamente, il proprietario subisce uno ‘spossessamento’ che svuota di contenuto il suo diritto di proprietà. Egli non solo non può godere del bene, ma si trova anche nell’impossibilità di metterlo a reddito. Pretendere il pagamento dell’IMU in una situazione del genere sarebbe irragionevole e violerebbe il principio di capacità contributiva, poiché la proprietà, in quel frangente, non è un indice di ricchezza ma solo una fonte di costi e problemi.

La Corte ha inoltre sottolineato che le sentenze di accoglimento della Corte Costituzionale hanno effetto retroattivo, andando a incidere su tutti i rapporti non ancora esauriti. Pertanto, il principio di esenzione si applica anche a periodi d’imposta precedenti alla sentenza stessa, come nel caso in esame.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione consolida un principio di giustizia ed equità fiscale di fondamentale importanza. I proprietari di immobili che subiscono un’occupazione abusiva possono legittimamente chiedere l’esenzione dal pagamento dell’IMU, a patto di aver sporto regolare denuncia all’autorità giudiziaria. Questa decisione offre una tutela concreta a chi, oltre a subire il danno della perdita del possesso, si vedeva ingiustamente gravato da un onere fiscale su un bene di cui non aveva alcuna disponibilità. Si tratta di un’affermazione chiara: la tassazione deve colpire la ricchezza effettiva, non una mera titolarità giuridica priva di sostanza economica.

Il proprietario di un immobile occupato abusivamente deve pagare l’IMU?
No. Secondo la Corte di Cassazione, che applica una sentenza della Corte Costituzionale, l’IMU non è dovuta per il periodo in cui l’immobile è abusivamente occupato, poiché viene a mancare il presupposto della capacità contributiva.

Quali sono le condizioni per ottenere l’esenzione dall’IMU in caso di occupazione?
È necessario che l’inutilizzabilità e l’indisponibilità dell’immobile siano state oggetto di una denuncia all’autorità giudiziaria per reati come violazione di domicilio (art. 614 c.p.) o invasione di terreni o edifici (art. 633 c.p.), oppure che sia stata iniziata un’azione giudiziaria penale.

La decisione che esenta dal pagamento dell’IMU gli immobili occupati ha valore retroattivo?
Sì. Le sentenze della Corte Costituzionale che dichiarano l’illegittimità di una norma hanno effetto retroattivo. Ciò significa che il principio si applica a tutti i rapporti tributari non ancora definitivi, anche se relativi ad anni precedenti alla sentenza stessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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