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IMU beni merce: la dichiarazione è obbligatoria

Una società immobiliare si è vista negare l’esenzione IMU per i cosiddetti “beni merce” a causa della mancata presentazione della dichiarazione richiesta. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la dichiarazione è un adempimento obbligatorio e non surrogabile, la cui omissione comporta la decadenza dal beneficio fiscale, anche se il Comune è a conoscenza dei fatti.

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IMU beni merce: la dichiarazione è obbligatoria per l’esenzione

L’esenzione dall’IMU beni merce rappresenta un’agevolazione fiscale fondamentale per le imprese di costruzione. Tuttavia, per poterne usufruire, è necessario rispettare specifici adempimenti formali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: l’omessa presentazione della dichiarazione IMU comporta la perdita del beneficio, anche se il Comune è già a conoscenza della natura degli immobili. Analizziamo questa importante decisione.

I fatti di causa: l’avviso di accertamento IMU

Una società immobiliare, proprietaria di diversi fabbricati destinati alla vendita, si è vista recapitare un avviso di accertamento da parte del Comune per il pagamento dell’IMU relativa all’anno d’imposta 2015, per un importo superiore a 50.000 euro. La società riteneva di aver diritto all’esenzione prevista per i cosiddetti “beni merce”, ovvero gli immobili costruiti per essere venduti e non locati.

Il Comune, tuttavia, ha contestato la spettanza del beneficio sulla base di una ragione formale ma decisiva: la società non aveva presentato la prescritta dichiarazione IMU entro il termine di legge, fissato al 30 giugno dell’anno successivo a quello di imposta.

La questione dell’esenzione IMU beni merce e l’obbligo dichiarativo

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione del valore dell’obbligo dichiarativo. Secondo la tesi della società contribuente, tale adempimento sarebbe superfluo, in quanto il Comune era già in possesso di tutte le informazioni necessarie per riconoscere l’agevolazione. L’ente locale, infatti, aveva rilasciato i permessi di costruire e disponeva dei dati catastali, dai quali emergeva la natura di “beni merce” degli immobili.

La società sosteneva inoltre che una successiva normativa (legge n. 160/2019) avesse, di fatto, eliminato la sanzione della decadenza per la mancata dichiarazione. La Commissione Tributaria Regionale, però, aveva già dato torto alla società, confermando che l’omissione della dichiarazione comportava la perdita del diritto all’agevolazione. Contro questa decisione, l’impresa ha proposto ricorso in Cassazione.

La decisione della Cassazione sull’obbligo dichiarativo per l’IMU beni merce

La Corte di Cassazione, con una pronuncia molto chiara, ha rigettato integralmente il ricorso della società, confermando la linea dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno stabilito che la presentazione della dichiarazione IMU non è una mera formalità, ma una condizione necessaria e imprescindibile per poter ottenere l’esenzione per i beni merce.

Le motivazioni della Corte: la dichiarazione come condizione necessaria

La Corte ha articolato il proprio ragionamento su diversi punti cardine. In primo luogo, ha sottolineato che la presentazione della dichiarazione è un onere imposto al contribuente a pena di decadenza. Questo obbligo serve a porre l’ente impositore nelle condizioni di verificare la sussistenza dei requisiti per il beneficio fiscale e di programmare le proprie risorse finanziarie. Non può essere sostituito dalla circostanza che il Comune sia a conoscenza, per altre vie (aliunde), dei fatti che giustificherebbero l’esenzione.

In secondo luogo, i giudici hanno chiarito che la legge del 2019, invocata dalla ricorrente, non ha abrogato l’obbligo dichiarativo previsto dalla normativa precedente (art. 2, comma 5-bis, d.l. 102/2013), ma lo ha semplicemente confermato. Inoltre, la nuova disciplina non ha efficacia retroattiva e non può essere applicata al periodo d’imposta 2015. Il principio del favor rei, spesso invocato in materia sanzionatoria, non può determinare una retroattività generale delle norme tributarie più favorevoli.

La Corte ha quindi enunciato il seguente principio di diritto: «L’esonero dal pagamento dell’IMU per i fabbricati-merce continua ad essere subordinato alla necessaria presentazione della dichiarazione, non altrimenti surrogabile, nemmeno dalla conoscenza acquisita aliunde dal Comune delle condizioni fattuali generatrici del beneficio».

Le conclusioni: implicazioni pratiche per le imprese edili

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche per tutte le imprese del settore edile. Essa conferma che per beneficiare dell’esenzione IMU beni merce, non è sufficiente che gli immobili abbiano oggettivamente le caratteristiche richieste dalla legge. È indispensabile che il contribuente manifesti la propria volontà di avvalersi dell’agevolazione attraverso l’apposito adempimento dichiarativo, rispettando scrupolosamente i termini previsti. In assenza di tale dichiarazione, il diritto all’esenzione si perde irrimediabilmente per l’annualità di riferimento, con la conseguenza di dover versare l’intera imposta dovuta, oltre alle relative sanzioni.

È possibile ottenere l’esenzione IMU per i ‘beni merce’ senza presentare la dichiarazione, se il Comune è già a conoscenza della situazione?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la presentazione della dichiarazione è un requisito obbligatorio e non sostituibile. La conoscenza dei fatti da parte del Comune, acquisita tramite altre fonti (es. permessi di costruire), non è sufficiente per ottenere il beneficio.

La nuova legge sull’IMU (L. 160/2019) ha eliminato l’obbligo di dichiarazione per i ‘beni merce’ con effetto retroattivo?
No. La Corte ha chiarito che la legge del 2019 non ha abrogato l’obbligo di dichiarazione e non ha efficacia retroattiva. Pertanto, per gli anni d’imposta precedenti alla sua entrata in vigore, resta valido l’obbligo previsto dalla normativa originaria.

Cosa comporta l’omessa presentazione della dichiarazione per l’esenzione IMU sui ‘beni merce’?
L’omessa presentazione della dichiarazione entro il termine previsto dalla legge comporta la decadenza dal beneficio fiscale. Questo significa la perdita totale del diritto all’esenzione per l’anno di riferimento e, di conseguenza, l’obbligo di pagare l’intera imposta, maggiorata delle sanzioni e degli interessi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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