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IMU amministrazione straordinaria: si cambia rotta?

Una società in amministrazione straordinaria ha impugnato un avviso di accertamento IMU. La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione per rimettere la causa a una pubblica udienza. L’obiettivo è approfondire se il regime agevolativo del pagamento dell’IMU, previsto per fallimento e liquidazione coatta, possa essere esteso anche alla fase liquidatoria dell’amministrazione straordinaria. Questa mossa segnala un possibile cambio di orientamento rispetto alla giurisprudenza consolidata, che finora ha sempre negato tale estensione.

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IMU in Amministrazione Straordinaria: La Cassazione Apre a un Possibile Cambio di Rotta

Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha riaperto il dibattito su un tema di grande rilevanza per le imprese in crisi: l’applicabilità del regime agevolato per il pagamento dell’IMU in amministrazione straordinaria. Finora, la giurisprudenza ha costantemente negato questa possibilità, ma la Corte ha deciso di rimettere la questione a una pubblica udienza per un necessario approfondimento, segnalando la possibilità di un’inversione di tendenza.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dal ricorso di una società in amministrazione straordinaria contro un avviso di accertamento per il mancato pagamento dell’IMU relativa all’anno 2015. La Commissione Tributaria Regionale aveva accolto parzialmente il ricorso, annullando sanzioni e interessi moratori a causa dell’incertezza interpretativa della norma, ma confermando l’obbligo di versare l’imposta.

La società ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sollevando due motivi principali. Il primo, relativo a un presunto giudicato esterno, non è stato il fulcro della decisione. Il secondo, invece, ha centrato la questione di diritto: la presunta violazione dell’art. 10, comma 6, del D.Lgs. 504/1992, che disciplina un regime di pagamento agevolato dell’IMU (e prima dell’ICI) per le procedure concorsuali.

La Questione Giuridica: Estensione del Regime Agevolativo IMU in Amministrazione Straordinaria

Il cuore del problema risiede nell’interpretazione dell’art. 10, comma 6, D.Lgs. 504/1992. Questa norma prevede che, per gli immobili compresi nel fallimento o nella liquidazione coatta amministrativa, il curatore o il commissario liquidatore debbano versare l’imposta dovuta per l’intera durata della procedura entro tre mesi dal decreto di trasferimento degli immobili. Si tratta di una significativa agevolazione che sospende di fatto l’obbligo di pagamento annuale, posticipandolo alla fase finale della liquidazione, quando si presume ci sia la liquidità necessaria.

La giurisprudenza costante ha sempre ritenuto questa norma un’eccezione non suscettibile di interpretazione analogica. Di conseguenza, l’IMU in amministrazione straordinaria è sempre stata esclusa dal beneficio, in quanto l’amministrazione straordinaria ha una finalità primariamente conservativa e di risanamento, diversa da quella puramente liquidatoria del fallimento.

I Dubbi della Corte e la Rimessione alla Pubblica Udienza

Nonostante questo orientamento consolidato, la Corte ha ritenuto che la questione meritasse un riesame. L’ordinanza interlocutoria evidenzia come l’amministrazione straordinaria possa evolvere da una fase conservativa a una fase puramente liquidatoria. In particolare, quando il tribunale dichiara la cessazione dell’esercizio dell’impresa e dispone la dismissione dei beni per soddisfare i creditori (art. 73, D.Lgs. 270/1999), la procedura assume caratteristiche del tutto assimilabili a quelle del fallimento.

In questa fase, l’impresa non ha più l’obiettivo di continuare l’attività, ma solo di liquidare gli asset. Potrebbero quindi mancare i flussi di cassa necessari per adempiere agli obblighi tributari correnti, proprio come accade nel fallimento. Negare l’applicazione del regime agevolato in questa specifica fase potrebbe creare una disparità di trattamento ingiustificata e un disallineamento tra la normativa tributaria e quella concorsuale.

le motivazioni

Le motivazioni che hanno spinto la Corte a rimettere la causa alla pubblica udienza sono radicate nella necessità di un approfondimento di potenziale rilievo nomofilattico. La Corte riconosce che l’interpretazione restrittiva finora adottata, sebbene formalmente corretta, potrebbe non tenere adeguatamente conto della natura bifasica dell’amministrazione straordinaria. Il Collegio ha ritenuto opportuno valutare se, una volta cessata la continuazione provvisoria dell’attività e iniziata una fase puramente liquidatoria, le finalità della procedura diventino sostanzialmente identiche a quelle del fallimento. Di conseguenza, anche la logica del differimento del pagamento dell’imposta dovrebbe essere la stessa: evitare di gravare con obblighi tributari correnti una procedura priva di flussi di cassa, il cui unico scopo è la vendita dei beni per soddisfare i creditori. La rimessione serve quindi ad accertare se esista un’esigenza di coordinamento tra la riscossione dell’IMU e la procedura concorsuale, specialmente quando l’azienda si trovi in uno stato accertato di insolvenza e illiquidità.

le conclusioni

Con questa ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione non ha preso una decisione definitiva sul merito, ma ha compiuto un passo di fondamentale importanza. Ha ufficialmente messo in discussione un principio consolidato, aprendo la porta a un’interpretazione più sostanziale e meno formale delle norme tributarie applicabili alle crisi d’impresa. La decisione che scaturirà dalla pubblica udienza potrebbe creare un precedente di grande impatto, estendendo la tutela del differimento del pagamento IMU anche alle società nella fase liquidatoria dell’amministrazione straordinaria, allineando così la disciplina fiscale alle concrete realtà operative delle procedure concorsuali.

L’agevolazione sul pagamento dell’IMU prevista per il fallimento si applica anche all’amministrazione straordinaria?
Secondo la giurisprudenza attuale e consolidata, no. Il regime agevolativo è considerato una deroga di stretta interpretazione, applicabile solo al fallimento e alla liquidazione coatta amministrativa. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha deciso di riesaminare questa posizione.

Perché la Cassazione ha deciso di riesaminare la questione?
La Corte ha ritenuto necessario un approfondimento perché l’amministrazione straordinaria, pur avendo inizialmente finalità conservative, può evolvere in una fase puramente liquidatoria, diventando di fatto identica a un fallimento. In questa fase, l’impresa potrebbe non avere la liquidità per pagare le imposte correnti, rendendo logica l’applicazione del medesimo beneficio di differimento del pagamento.

Qual è la decisione finale della Corte in questa ordinanza?
La Corte non ha emesso una decisione finale. Ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha rinviato la causa a una nuova udienza pubblica. Questa mossa serve a consentire un esame più approfondito della questione, data la sua potenziale importanza per l’interpretazione uniforme della legge (rilievo nomofilattico).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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