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Impugnazione estratto di ruolo: quando è possibile?

Un contribuente impugna un estratto di ruolo sostenendo di non aver mai ricevuto le cartelle di pagamento. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile applicando la nuova normativa che limita l’impugnazione estratto di ruolo a specifici casi di pregiudizio. La Corte stabilisce che, in assenza di tale prova, manca l’interesse ad agire del ricorrente, cassando la sentenza senza rinvio.

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Impugnazione Estratto di Ruolo: La Cassazione Limita i Casi di Ammissibilità

L’impugnazione estratto di ruolo rappresenta da tempo un tema dibattuto. Molti contribuenti vengono a conoscenza di presunti debiti solo richiedendo questo documento all’Agenzia delle Entrate-Riscossione, scoprendo cartelle esattoriali mai notificate. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa il punto sulla questione, recependo le novità legislative che hanno ristretto notevolmente la possibilità di agire in giudizio contro il mero estratto.

Il Caso: La Scoperta di Debiti tramite l’Estratto di Ruolo

Un contribuente, dopo aver richiesto un estratto di ruolo, scopriva di avere una significativa esposizione debitoria derivante da una cartella di pagamento e diversi avvisi di addebito che sosteneva di non aver mai ricevuto. Di conseguenza, avviava un’azione legale per opporsi a tali pretese, impugnando direttamente l’estratto di ruolo.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello respingevano le sue ragioni. Il caso giungeva così all’esame della Corte di Cassazione.

La Nuova Normativa sull’Impugnazione Estratto di Ruolo

Il punto cruciale della controversia è l’applicazione del cosiddetto ius superveniens, ovvero una nuova legge intervenuta nel corso del giudizio. Nello specifico, si tratta dell’art. 3-bis del D.L. n. 146/2021, che ha modificato l’art. 12 del d.P.R. n. 602/1973.

Questa nuova norma stabilisce una regola generale: l’estratto di ruolo non è un atto impugnabile. Esistono però delle eccezioni. L’impugnazione estratto di ruolo è ammessa solo nei casi in cui il debitore dimostri che l’iscrizione a ruolo possa causargli un pregiudizio concreto e attuale, come:

1. L’impossibilità di partecipare a una procedura di appalto pubblico.
2. L’impossibilità di riscuotere somme dovute da soggetti pubblici.
3. La perdita di un beneficio nei rapporti con la pubblica amministrazione.

In assenza di una di queste situazioni, l’azione legale non può essere intrapresa per semplice mancanza di interesse.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha applicato questa nuova normativa al caso in esame. Poiché la legge interviene su una condizione dell’azione (l’interesse ad agire), il giudice deve valutarne la sussistenza al momento della decisione, tenendo conto delle norme in vigore.

Nel caso specifico, il contribuente non aveva allegato né dimostrato di subire uno dei pregiudizi specifici previsti dalla legge. La sua azione era volta unicamente a contestare l’esistenza del debito venuto a galla tramite l’estratto, senza però collegarla a un danno immediato e qualificato come richiesto dalla nuova disciplina.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando l’orientamento consolidato, incluse sentenze delle Sezioni Unite e della Corte Costituzionale, che hanno confermato la legittimità di questa limitazione. Il legislatore ha la discrezionalità di individuare i casi in cui è ammessa una tutela giurisdizionale ‘anticipata’. L’impugnazione del solo estratto, al di fuori delle ipotesi eccezionali, è considerata inammissibile per difetto di interesse ad agire. Mancava, fin dall’origine, un interesse concreto e attuale che giustificasse l’avvio della causa contro un atto che ha natura meramente informativa e non è un atto di riscossione vero e proprio.

Le Conclusioni

Di conseguenza, la Cassazione ha cassato la sentenza d’appello senza rinvio. Questa formula significa che il processo si chiude definitivamente, poiché l’azione non avrebbe mai dovuto essere proposta. La decisione chiarisce che il contribuente non può più utilizzare l’impugnazione estratto di ruolo come strumento per una generica contestazione di debiti non notificati. Per agire, è necessario attendere la notifica di un atto di riscossione successivo (come un’intimazione di pagamento o un pignoramento) oppure dimostrare di subire uno dei tre specifici pregiudizi previsti dalla legge.

È sempre possibile impugnare un estratto di ruolo per contestare un debito?
No. Secondo la normativa vigente, l’estratto di ruolo non è di per sé un atto impugnabile. L’azione è considerata inammissibile se non si rientra in casi specifici.

In quali casi eccezionali è ammessa l’impugnazione dell’estratto di ruolo?
L’impugnazione è ammessa solo se il contribuente dimostra che l’iscrizione a ruolo gli sta causando un pregiudizio concreto e attuale, come l’impedimento a partecipare ad appalti pubblici, a riscuotere crediti dalla P.A. o la perdita di benefici pubblici.

Cosa succede se un contribuente impugna un estratto di ruolo senza dimostrare uno dei pregiudizi previsti?
L’azione viene dichiarata inammissibile per difetto di interesse ad agire. Come nel caso di specie, la Corte di Cassazione può cassare la sentenza senza rinvio, chiudendo definitivamente la causa perché non poteva essere iniziata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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