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Improcedibilità ricorso: Cassazione chiarisce regole

Con l’ordinanza n. 18328/2024, la Cassazione ha stabilito che l’improcedibilità del ricorso tributario non scatta se il contribuente si costituisce in giudizio prima della scadenza dei 90 giorni per la mediazione. Il giudice deve solo posticipare l’udienza. Inoltre, ha confermato la legittimazione passiva congiunta dell’ente impositore e dell’agente di riscossione nelle controversie che toccano il merito della pretesa fiscale.

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Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Improcedibilità Ricorso Tributario: Nuovi Chiarimenti dalla Cassazione

Recentemente, la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18328 del 4 luglio 2024, è intervenuta su due questioni procedurali di grande rilevanza nel contenzioso tributario: l’improcedibilità del ricorso per mancato rispetto del termine per la mediazione e la legittimazione passiva degli enti impositori. Questa decisione offre chiarimenti fondamentali per contribuenti e professionisti, delineando un approccio meno formalistico e più attento alla sostanza del diritto di difesa.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dai ricorsi presentati da alcuni soci di una società di persone fallita avverso avvisi di intimazione e cartelle di pagamento relativi ad accise non versate per gli anni d’imposta 2009 e 2010. In primo grado, la Corte di Giustizia Tributaria (CGT1) aveva accolto le ragioni dei contribuenti. Tuttavia, in appello, la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado (CGT2) ribaltava la decisione, accogliendo gli appelli dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) e dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AER). La CGT2 dichiarava i ricorsi originari improcedibili perché i contribuenti non avevano proposto l’istanza di mediazione, e riteneva l’ADM priva di legittimazione passiva. Contro questa sentenza, i soci hanno proposto ricorso per Cassazione.

La Decisione della Cassazione e l’Improcedibilità del Ricorso

La Suprema Corte ha accolto entrambi i motivi di ricorso presentati dai contribuenti, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa alla CGT2 per un nuovo esame. I giudici hanno chiarito due principi di diritto fondamentali.

Il primo riguarda la procedura di reclamo/mediazione, disciplinata dall’art. 17-bis del D.Lgs. n. 546/1992. La Corte ha sottolineato che la normativa, a seguito delle modifiche del 2014, non sanziona con l’inammissibilità, bensì con l’improcedibilità del ricorso, la mancata conclusione della procedura di mediazione. Tuttavia, la costituzione in giudizio del contribuente prima che siano decorsi i 90 giorni previsti per tale procedura non determina automaticamente l’improcedibilità. In tal caso, spetta al giudice di primo grado verificare che sia trascorso il termine dilatorio prima di fissare l’udienza di trattazione, eventualmente rinviandola per consentire il completamento della mediazione. Nel caso di specie, tra la notifica del ricorso e l’udienza di primo grado era trascorso un tempo ben superiore a 90 giorni, rendendo errata la dichiarazione di improcedibilità da parte della CGT2.

Legittimazione Passiva Congiunta: Un Principio Consolidato

Il secondo motivo di ricorso, anch’esso accolto, verteva sulla carenza di legittimazione passiva dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato, recentemente confermato anche dalle Sezioni Unite: quando l’impugnazione di una cartella di pagamento o di un avviso di intimazione solleva vizi che riguardano il merito della pretesa tributaria (come l’omessa notifica degli atti presupposti o la prescrizione del credito), sussiste una legittimazione passiva concorrente sia dell’agente della riscossione sia dell’ente impositore.

Ne consegue che, se entrambe le parti sono presenti in giudizio, la causa diventa inscindibile. L’agente della riscossione, se chiamato in causa da solo, ha l’onere di coinvolgere l’ente impositore se non intende difendersi nel merito. Nel caso in esame, contestandosi sia l’omessa notifica delle cartelle sia la prescrizione della pretesa, la legittimazione passiva dell’ADM era indiscutibile.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha motivato la sua decisione basandosi sull’evoluzione normativa dell’istituto della mediazione tributaria. La trasformazione della sanzione da ‘inammissibilità’ a ‘improcedibilità’, con la previsione di un rinvio dell’udienza da parte del giudice, indica la volontà del legislatore di favorire la risoluzione conciliativa senza penalizzare eccessivamente il contribuente per una mera anticipazione dei tempi processuali. Per quanto riguarda la legittimazione passiva, le motivazioni si fondano sulla necessità di garantire un contraddittorio completo e corretto quando la controversia non si limita a vizi formali dell’atto di riscossione, ma investe l’esistenza stessa del debito tributario. In tali casi, l’ente titolare del credito è un interlocutore necessario nel processo.

Conclusioni

L’ordinanza in commento rafforza la tutela del contribuente nel processo tributario. Sancisce che un errore di tempistica nella costituzione in giudizio non può precludere l’esame del merito del ricorso, purché i termini per la mediazione siano di fatto rispettati prima dell’udienza. Inoltre, consolida il principio della responsabilità solidale in giudizio tra ente impositore e agente di riscossione per le questioni di merito, evitando che il contribuente possa essere penalizzato da un difetto di legittimazione dichiarato erroneamente. Si tratta di una decisione che promuove un approccio più sostanziale e meno formalistico alla giustizia tributaria.

Cosa succede se un ricorso tributario viene depositato in tribunale prima della scadenza dei 90 giorni per la mediazione?
Secondo la Corte, tale anticipata costituzione non determina l’improcedibilità del ricorso. Il giudice di primo grado deve semplicemente verificare che il termine di novanta giorni per la mediazione sia trascorso prima dell’udienza di trattazione, rinviandola se necessario.

Chi deve essere citato in giudizio quando si impugna un avviso di intimazione per vizi di merito, come la prescrizione?
Quando si contestano vizi di merito della pretesa tributaria (e non solo vizi formali dell’atto di riscossione), sussiste una legittimazione passiva concorrente sia dell’agente della riscossione sia dell’ente impositore (es. Agenzia delle Dogane). Entrambi sono quindi parti corrette del processo.

La costituzione del ricorrente senza il rispetto del termine di novanta giorni per la mediazione determina l’improcedibilità del ricorso?
No, non determina l’improcedibilità del ricorso. Determina unicamente la necessità per il giudice di differire l’udienza per consentire l’espletamento della procedura di reclamo, garantendo che le parti abbiano a disposizione l’intero termine di novanta giorni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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