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Improcedibilità del ricorso: l’onere del deposito

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’improcedibilità del ricorso presentato da un Comune contro una società di campeggio in una controversia sulla tassa sui rifiuti (TARI). La decisione si fonda su un vizio procedurale: il mancato deposito, da parte del Comune ricorrente, della relata di notifica della sentenza impugnata. Tale omissione ha impedito alla Corte di verificare la tempestività del ricorso, rendendolo inammissibile e causando l’inefficacia del ricorso incidentale presentato dalla società.

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Improcedibilità del ricorso: la Cassazione e l’onere del deposito della relata

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del processo civile: l’importanza del rispetto degli oneri procedurali, pena l’inammissibilità del gravame. Il caso, sorto da una controversia in materia di tassa sui rifiuti (TARI), si è concluso non con una decisione sul merito della questione fiscale, ma con una pronuncia di improcedibilità del ricorso per un vizio formale, ovvero il mancato deposito della relata di notifica della sentenza impugnata. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

La controversia ha origine da un sollecito di pagamento per la TARI relativa all’anno 2018, emesso da un Comune nei confronti di una società che gestisce un’attività di campeggio. La società, ritenendo il pagamento non dovuto per diverse ragioni, ha impugnato l’atto davanti alla competente Commissione Tributaria. La Commissione Tributaria Regionale ha parzialmente accolto le ragioni della società contribuente. Insoddisfatto della decisione, il Comune ha proposto ricorso per cassazione, lamentando diversi vizi della sentenza di secondo grado. A sua volta, la società ha risposto con un controricorso, presentando anche un ricorso incidentale.

La Questione dell’Improcedibilità del Ricorso Principale

Nonostante le complesse questioni di merito sollevate dal Comune (dall’errata applicazione delle tariffe alla gestione dei rifiuti speciali), l’attenzione della Corte di Cassazione si è concentrata su un aspetto preliminare e dirimente: la procedibilità del ricorso principale. La legge, in particolare l’articolo 369 del Codice di Procedura Civile, impone al ricorrente di depositare, a pena di improcedibilità, una copia autentica della sentenza impugnata munita della relazione di notificazione (la cosiddetta “relata di notifica”). Questo documento è essenziale perché permette al giudice di verificare se il ricorso è stato proposto entro il termine breve di sessanta giorni dalla notifica della sentenza, come previsto dalla legge. Nel caso di specie, il Comune, pur avendo dichiarato nel ricorso di aver ricevuto la notifica della sentenza in una certa data, ha omesso di depositare la prova di tale notifica, limitandosi a produrre una copia non notificata della decisione.

L’Inefficacia del Ricorso Incidentale a Causa dell’Improcedibilità

La declaratoria di improcedibilità del ricorso principale ha avuto una conseguenza diretta anche sul ricorso incidentale proposto dalla società. Secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale, quando il ricorso principale è dichiarato inammissibile o improcedibile, il ricorso incidentale proposto tardivamente (cioè oltre i termini per l’impugnazione autonoma) perde la sua efficacia. Questo avviene perché la possibilità di proporre un ricorso incidentale tardivo è strettamente legata all’esistenza di un valido ricorso principale. Venendo meno quest’ultimo, crolla il presupposto che giustificava l’ammissibilità del primo. Poiché la società aveva notificato il proprio ricorso incidentale ben oltre il termine breve, la Corte lo ha dichiarato inefficace.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha richiamato i principi sanciti dalle Sezioni Unite, sottolineando come la dichiarazione di avvenuta notificazione contenuta nel ricorso faccia sorgere in capo al ricorrente un onere di “autoresponsabilità”. La parte che afferma un fatto processuale (la notifica, appunto) si impegna a provarlo, depositando la documentazione necessaria. L’omissione non è sanabile con un deposito tardivo. La regola, spiegano i giudici, non è un mero formalismo, ma è preordinata a garantire il controllo sulla tempestività dell’impugnazione, un requisito essenziale per la sua ammissibilità. La Corte ha verificato che il ricorso del Comune era stato notificato oltre il sessantesimo giorno dalla pubblicazione della sentenza, rendendo cruciale la prova della data di notifica della sentenza stessa per stabilire la decorrenza del termine breve. In assenza di tale prova, il ricorso non poteva che essere dichiarato improcedibile.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha dichiarato improcedibile il ricorso principale del Comune e, di conseguenza, inefficace il ricorso incidentale della società. Questa pronuncia evidenzia con chiarezza le severe conseguenze del mancato rispetto degli oneri procedurali nel giudizio di legittimità. Per gli avvocati e le parti, emerge un monito cruciale: la massima attenzione deve essere posta non solo alla stesura delle difese nel merito, ma anche e soprattutto al corretto adempimento di tutti i passaggi formali richiesti dalla legge, poiché un’omissione, anche apparentemente secondaria come il deposito di un documento, può determinare l’esito infausto dell’intero giudizio, vanificando le ragioni sostanziali.

Cosa causa l’improcedibilità del ricorso per cassazione in questo caso specifico?
L’improcedibilità del ricorso è stata causata dal mancato deposito, da parte del ricorrente (il Comune), della copia della sentenza impugnata munita della relata di notifica. Questa omissione ha impedito alla Corte di verificare la tempestività dell’impugnazione rispetto al termine breve di 60 giorni.

Qual è la conseguenza dell’improcedibilità del ricorso principale sul ricorso incidentale?
L’improcedibilità del ricorso principale comporta l’inefficacia del ricorso incidentale se quest’ultimo è stato proposto tardivamente (cioè oltre i termini per proporre un’impugnazione autonoma). Viene meno il presupposto processuale che ne giustificava la proponibilità.

È possibile rimediare successivamente al mancato deposito della relata di notifica?
No, secondo quanto stabilito dalla Corte, l’omissione del deposito della relata di notifica nei termini previsti dall’art. 369 c.p.c. non è sanabile mediante una produzione successiva e tardiva ai sensi dell’art. 372 c.p.c.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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