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Estratto di ruolo: basta per ammettere il credito?

Una società di riscossione si è vista negare l’ammissione di crediti tributari al passivo di un fallimento perché basata su un estratto di ruolo non preceduto dalla notifica della cartella. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che, ai fini dell’insinuazione al passivo fallimentare, l’estratto di ruolo è prova sufficiente del credito, essendo irrilevante la preventiva notifica della cartella di pagamento.

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Estratto di Ruolo: È Sufficiente per l’Ammissione al Passivo Fallimentare?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9262/2024, ha fornito un chiarimento fondamentale sul valore probatorio dell’estratto di ruolo nelle procedure fallimentari. La questione centrale è se tale documento sia sufficiente per l’ammissione di un credito tributario al passivo di un fallimento, anche in assenza della notifica della relativa cartella di pagamento. La risposta della Suprema Corte è affermativa, segnando un punto importante per la semplificazione e l’accelerazione di queste procedure.

Il Caso: Un Credito Tributario Escluso dal Fallimento

Una società agente della riscossione aveva presentato domanda di ammissione al passivo del fallimento di un’azienda per crediti tributari e contributivi. La richiesta si basava su un avviso di addebito e due estratti di ruolo. Il Tribunale aveva respinto la domanda, sostenendo che l’estratto di ruolo, da solo, non fosse un titolo idoneo, in quanto non riportava tutti i dati della pretesa impositiva e, soprattutto, non era stato preceduto dalla rituale notifica della cartella di pagamento al contribuente. Secondo il giudice di merito, ammettere il credito sulla base del solo estratto avrebbe consentito all’ente impositore di partecipare illegittimamente al concorso tra i creditori. L’agente della riscossione ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Cassazione sull’Estratto di Ruolo

La Suprema Corte ha ribaltato la decisione del Tribunale, accogliendo il ricorso dell’agente della riscossione. I giudici di legittimità hanno stabilito un principio chiaro: ai fini dell’insinuazione al passivo fallimentare, la notifica della cartella di pagamento non è un presupposto necessario. L’estratto di ruolo è di per sé un documento sufficiente a provare l’esistenza del credito.

La Funzione del Ruolo nel Contesto Fallimentare

La Corte ha spiegato che, nel contesto di una procedura concorsuale, il ruolo (e di conseguenza l’estratto che lo riproduce) non funge da titolo esecutivo, poiché non si deve compiere un’azione espropriativa. La sua funzione è quella di individuare il credito, i relativi accessori e gli eventuali privilegi, consentendo così all’ente creditore di partecipare alla ripartizione dell’attivo fallimentare. L’estratto, pur non essendo un atto impositivo, documenta gli elementi essenziali del ruolo e fornisce la prova necessaria per la domanda di ammissione.

Notifica della Cartella: Irrilevante per l’Insinuazione

Secondo la Cassazione, i crediti tributari sorgono al verificarsi dei presupposti di legge (es. la presentazione della dichiarazione dei redditi) e non con la notifica dell’avviso di accertamento o della cartella di pagamento. La notifica ha una funzione informativa, che nella procedura fallimentare è assolta dal deposito stesso della domanda di insinuazione, corredata dall’estratto di ruolo. Tale documentazione è sufficiente per informare il curatore della pretesa creditoria e per consentire eventuali contestazioni nelle sedi appropriate.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione della Corte si fonda sulla distinzione tra la fase di riscossione coattiva e quella di accertamento del passivo in un fallimento. Mentre nella prima la notifica del titolo è indispensabile per avviare l’esecuzione forzata, nella seconda l’obiettivo è verificare l’esistenza del credito. La legge stessa, in particolare l’art. 87 del d.P.R. n. 602/1973, legittima l’agente della riscossione a procedere all’ammissione al passivo avvalendosi del ruolo. La domanda di insinuazione, corredata dall’estratto di ruolo, è quindi sufficiente per l’ammissione al passivo, in quanto documenta l’esistenza dell’atto che ne è alla base. Questo orientamento, consolidato da numerose pronunce, mira a non appesantire la procedura fallimentare con requisiti non essenziali allo scopo di accertamento dei crediti.

Conclusioni

La decisione della Cassazione rappresenta un’importante affermazione di un principio di semplificazione. Stabilendo che l’estratto di ruolo è sufficiente per l’ammissione al passivo fallimentare senza necessità della preventiva notifica della cartella, la Corte accelera le procedure di insinuazione dei crediti erariali e previdenziali. Per i curatori fallimentari e per gli agenti della riscossione, ciò significa maggiore certezza e snellezza operativa, garantendo al contempo la possibilità per il fallimento di contestare il merito della pretesa nelle sedi competenti.

Per ammettere un credito fiscale al passivo di un fallimento, è necessario che la cartella di pagamento sia stata notificata prima della dichiarazione di fallimento?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la notifica della cartella di pagamento non è un presupposto necessario per l’insinuazione al passivo del credito, poiché la funzione informativa della notifica è assolta dal deposito della domanda stessa.

L’estratto di ruolo è considerato prova sufficiente per chiedere l’ammissione di un credito al passivo fallimentare?
Sì. L’estratto di ruolo è sufficiente a documentare l’esistenza del credito ai fini dell’ammissione al passivo, in quanto serve a individuare il credito, gli accessori e i relativi privilegi, senza necessità di produrre la cartella di pagamento notificata.

Qual è la funzione del ruolo in una procedura concorsuale secondo la Corte?
In una procedura concorsuale, il ruolo non serve come titolo esecutivo (perché non vi è un’esecuzione forzata da compiere), ma come documento che prova e individua il credito dell’ente impositore ai fini della sua ammissione allo stato passivo del fallimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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