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Esenzione TOSAP: quando è dovuta per i parcheggi?

Una società che gestisce un complesso sportivo ha contestato un avviso di accertamento per la TOSAP relativa a un’area di parcheggio, sostenendo di avere diritto a un’esenzione TOSAP in virtù di un accordo di concessione con l’ente locale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la tassa è dovuta quando un’area pubblica viene utilizzata per un’attività economica privata con scopo di lucro, anche se nell’ambito di una concessione, e che le specifiche condizioni per le esenzioni non erano state soddisfatte.

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Pubblicato il 4 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Esenzione TOSAP per Parcheggi in Concessione: La Cassazione Fa Chiarezza

La gestione di aree pubbliche date in concessione a privati solleva spesso interrogativi fiscali complessi, in particolare riguardo la Tassa per l’Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche (TOSAP). Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato il caso di una società concessionaria di un complesso sportivo, fornendo chiarimenti cruciali su quando si applica l’esenzione TOSAP. La questione centrale era se l’utilizzo di un’area esterna come parcheggio a pagamento, nell’ambito di un accordo di concessione, rientrasse nei casi di esenzione previsti dalla legge.

I Fatti di Causa

Una società a responsabilità limitata, gestore di un grande complesso sportivo polifunzionale, ha impugnato un avviso di accertamento con cui le veniva richiesto il pagamento di oltre 23.000 euro a titolo di TOSAP per l’anno 2010. La tassa si riferiva all’occupazione di un’area esterna adibita a parcheggio per gli utenti del centro. La società sosteneva di non dover pagare il tributo, basando le proprie ragioni sulla convenzione stipulata con il Comune per la gestione e riqualificazione dell’intero complesso.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano respinto i ricorsi della società, affermando che l’area era stata sottratta all’uso pubblico per un’attività con scopo di lucro e che la convenzione non prevedeva un’esplicita esenzione dal tributo. La controversia è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La questione sull’esenzione TOSAP per le aree in concessione

La società ricorrente ha basato il suo ricorso in Cassazione su tre motivi principali, tutti volti a dimostrare il proprio diritto all’esenzione dalla TOSAP:

1. Violazione delle norme sul presupposto impositivo (artt. 38 e 39, D.Lgs. 507/1993): Secondo la società, l’area parcheggio era parte integrante della concessione per la gestione del complesso sportivo e quindi non doveva essere soggetta a tassazione autonoma.
2. Esenzione per project financing (art. 49, lett. a), D.Lgs. 507/1993): La convenzione con il Comune configurava un’operazione di project financing, dove le opere strutturali, inclusa l’area esterna, erano state realizzate per conto dell’ente pubblico. Questo, a dire della ricorrente, giustificava l’esenzione.
3. Esenzione per devoluzione gratuita (art. 49, lett. e), D.Lgs. 507/1993): L’accordo prevedeva la restituzione gratuita dell’impianto al Comune al termine della concessione, una condizione che, secondo la normativa, può dare diritto all’esenzione.

Le motivazioni della Cassazione sul rigetto del ricorso

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i motivi del ricorso, confermando la debenza della TOSAP. Le motivazioni della Corte offrono un’analisi dettagliata dei limiti dell’esenzione TOSAP.

Occupazione per Fine di Lucro e Debenza del Tributo

La Corte ha innanzitutto chiarito che il presupposto della TOSAP è l’occupazione di suolo pubblico che lo sottrae all’uso collettivo per un’utilità particolare. Nel caso di specie, la gestione del parcheggio era un’attività d’impresa a tutti gli effetti, con un evidente fine lucrativo, dato che i corrispettivi pagati dagli utenti venivano incassati dalla società concessionaria e non dal Comune. Questo sfruttamento economico privato di un’area pubblica costituisce il fondamento per l’applicazione della tassa, indipendentemente dal fatto che l’attività si svolga all’interno di un rapporto di concessione.

La Distinzione tra Gestione del Servizio e Occupazione del Suolo

Analizzando il secondo motivo, la Corte ha sottolineato una distinzione fondamentale: un conto è agire come mero sostituto dell’ente pubblico nella gestione di un servizio (ad esempio, la riscossione delle tariffe di parcheggio per conto del Comune), il che potrebbe giustificare un’esenzione. Altro conto è occupare direttamente un’area pubblica per svolgere un’attività economica in proprio. Nel caso esaminato, la società non gestiva un servizio per conto del Comune, ma occupava un’area per la propria attività commerciale di parcheggio. Pertanto, la società stessa era il soggetto passivo d’imposta, e il richiamo al project financing non era sufficiente a escluderla dalla tassazione.

Le Condizioni per l’Esenzione Legata alla Devoluzione Gratuita

Infine, riguardo al terzo motivo, la Corte ha precisato che l’esenzione per devoluzione gratuita (art. 49, lett. e) è soggetta a condizioni rigorose. Si applica quando il concessionario realizza nuovi impianti che vengono poi ceduti gratuitamente al Comune alla fine del rapporto. Nel caso di specie, la società si limitava a restituire il centro sportivo, che era già di proprietà pubblica, dopo aver svolto attività di manutenzione. Inoltre, e questo è il punto cruciale, l’oggetto dell’imposizione era l’area esterna a parcheggio, la quale non può essere considerata un “impianto adibito a servizio pubblico” ai fini di questa specifica norma di esenzione.

Conclusioni

L’ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia di tributi locali: la concessione di un’area pubblica a un privato per lo svolgimento di un’attività economica con scopo di lucro non comporta un’automatica esenzione dalla TOSAP. Le ipotesi di esenzione sono tassative e devono essere interpretate restrittivamente. In particolare, per ottenere l’esenzione, è necessario che non vi sia uno sfruttamento economico diretto dell’area da parte del concessionario o che ricorrano le specifiche e stringenti condizioni previste dalla legge, come la devoluzione gratuita di impianti nuovi realizzati dal privato. Questa decisione rappresenta un importante monito per tutte le imprese che operano in regime di concessione su aree pubbliche, chiarendo che il beneficio economico derivante dall’occupazione del suolo è il presupposto che giustifica l’imposizione fiscale.

La gestione di un parcheggio a pagamento su suolo pubblico dato in concessione è soggetta a TOSAP?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, quando un’area pubblica viene sottratta all’uso collettivo per essere destinata a un’attività d’impresa con fine di lucro (come un parcheggio a pagamento gestito da un privato), il presupposto impositivo della TOSAP è integrato. Il fatto che l’attività avvenga nell’ambito di una concessione non è di per sé sufficiente a escludere il pagamento del tributo.

Un’operazione di ‘project financing’ per riqualificare un’opera pubblica garantisce automaticamente l’esenzione dalla TOSAP?
No. La Corte ha chiarito che il ‘project financing’ non è una causa automatica di esenzione. L’esenzione è possibile solo se il concessionario agisce come mero sostituto dell’ente pubblico nella gestione di un servizio senza occupare il suolo per un’attività economica propria. Se, invece, occupa l’area per trarne un utile diretto, è considerato soggetto passivo d’imposta e deve pagare la TOSAP.

Quando si applica l’esenzione dalla TOSAP per la devoluzione gratuita degli impianti al Comune?
Questa esenzione (prevista dall’art. 49, lett. e, del D.Lgs. 507/1993) si applica a condizioni molto specifiche: l’occupazione deve essere effettuata con impianti adibiti a servizi pubblici e la convenzione deve prevedere la devoluzione gratuita al Comune di tali impianti al termine del rapporto. La Corte ha specificato che la semplice restituzione di un bene già pubblico dopo la gestione e la manutenzione non è sufficiente, e che un’area a parcheggio non è considerata un ‘impianto adibito a servizio pubblico’ ai fini di questa norma.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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