LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Errore materiale: Cassazione corregge rinvio errato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8755/2024, ha corretto un proprio precedente provvedimento per un errore materiale. In una causa tributaria, la Corte aveva cassato una sentenza e rinviato il caso per un nuovo giudizio, ma aveva erroneamente indicato la Commissione Tributaria del Lazio anziché quella della Campania. Su istanza della parte ricorrente, la Corte ha riconosciuto lo sbaglio, classificandolo come un palese errore materiale che non incide sulla volontà decisionale. Di conseguenza, ha disposto la correzione del provvedimento, stabilendo che il rinvio deve intendersi alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Campania. La decisione ribadisce che tale procedura serve a ripristinare la corrispondenza tra l’intenzione del giudice e il testo scritto, senza modificare il contenuto sostanziale della decisione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Errore Materiale: Quando la Cassazione Corregge Se Stessa

L’ordinanza n. 8755/2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come funziona la procedura di correzione di errore materiale, un meccanismo fondamentale per garantire l’esattezza formale dei provvedimenti giudiziari. In questo caso, la Corte è intervenuta per rettificare una propria precedente decisione in cui, per una semplice svista, aveva rinviato una causa alla commissione tributaria sbagliata. Approfondiamo la vicenda per comprendere meglio questo importante istituto processuale.

I Fatti del Caso

Una società di leasing aveva impugnato una sentenza della Commissione Tributaria Regionale della Campania. La Corte di Cassazione, con una prima ordinanza, aveva accolto il ricorso della società, cassando la sentenza impugnata. Tuttavia, nel disporre il rinvio per un nuovo giudizio, il dispositivo indicava come competente la Commissione Tributaria del Lazio, anziché quella della Campania, da cui proveniva la decisione annullata.

Resasi conto della palese incongruenza, la società, tramite il suo difensore, ha presentato un’istanza alla stessa Corte di Cassazione per ottenere la correzione dell’errore materiale contenuto nell’ordinanza.

La Procedura di Correzione dell’errore materiale

Il procedimento di correzione degli errori materiali, previsto dall’art. 287 del Codice di Procedura Civile, ha uno scopo ben preciso: ripristinare la corrispondenza tra ciò che il giudice ha voluto decidere (l’ideazione) e ciò che è stato effettivamente scritto nel provvedimento (la rappresentazione grafica).

Come ribadito dalla Corte, questo strumento non può essere utilizzato per rimediare a vizi nella formazione della volontà del giudice, per i quali esistono i mezzi di impugnazione ordinari (appello, ricorso per cassazione). L’errore correggibile è, infatti, un mero errore di espressione, una svista riconoscibile dalla semplice lettura del documento, che non intacca la sostanza della decisione.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondata l’istanza di correzione. Analizzando gli atti, ha confermato che la sentenza originariamente impugnata era stata emessa dalla Commissione Tributaria della Campania. Pertanto, l’indicazione del Lazio nel dispositivo della prima ordinanza era inequivocabilmente un errore materiale.

I giudici hanno spiegato che la volontà della Corte era chiaramente quella di rinviare la causa al giudice territorialmente competente, ossia quello della Campania. L’errata indicazione non lasciava dubbi sull’intenzione originaria e rappresentava una classica svista correggibile.

Di conseguenza, la Corte ha disposto la modifica del dispositivo della precedente ordinanza, specificando che il rinvio deve intendersi effettuato alla “Corte di Giustizia tributaria di secondo grado della Campania, sez. distaccata di Salerno, in diversa composizione”.

Infine, la Corte ha precisato che nel procedimento di correzione non vi è luogo a provvedere sulle spese, poiché esso ha natura amministrativa e non contenziosa, non identificando una parte vincitrice e una soccombente.

Conclusioni

Questa ordinanza è un’importante lezione sulla distinzione tra errore di giudizio ed errore materiale. Mentre il primo riguarda il merito della decisione e può essere contestato solo con un’impugnazione, il secondo è una semplice svista formale che può essere corretta rapidamente con un’apposita istanza. La decisione dimostra l’efficacia di questo strumento per assicurare la coerenza e la precisione formale degli atti giudiziari, garantendo che un semplice lapsus non crei ostacoli ingiustificati al corretto svolgimento del processo.

Che cos’è un errore materiale secondo la Corte di Cassazione?
È un difetto di corrispondenza tra l’intenzione del giudice e la sua rappresentazione grafica nel documento, come una svista o un errore di trascrizione. Deve essere riconoscibile dalla sola lettura del provvedimento e non deve incidere sul contenuto concettuale e sostanziale della decisione.

Perché la Corte ha corretto la sua precedente ordinanza?
La Corte ha corretto la sua ordinanza perché, pur avendo deciso correttamente di rinviare la causa alla Commissione Tributaria della Campania (da cui proveniva la sentenza impugnata), nel dispositivo aveva erroneamente scritto ‘Commissione Tributaria del Lazio’. Si è trattato di una palese svista.

Sono previste spese legali nel procedimento di correzione di errore materiale?
No. La Corte ha stabilito che non si provvede sulle spese perché il procedimento di correzione ha natura amministrativa e non contenziosa. Non essendoci una parte vincitrice e una soccombente, non è possibile una condanna alle spese.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati