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Errore di fatto: quando si può chiedere la revocazione

Una società agricola ha presentato ricorso per revocazione contro una precedente ordinanza della Cassazione, sostenendo un errore di fatto nel calcolo dei termini processuali per non aver applicato la sospensione feriale. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che la decisione di non applicare la sospensione feriale costituisce un errore di valutazione giuridica (errore di diritto) e non un errore di fatto, il quale è l’unico che può giustificare la revocazione ai sensi dell’art. 395, n. 4, c.p.c.

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Errore di Fatto vs. Errore di Diritto: la Cassazione Fa Chiarezza sulla Revocazione

La distinzione tra errore di fatto ed errore di diritto è un concetto cardine del nostro sistema processuale, con implicazioni decisive sull’ammissibilità dei mezzi di impugnazione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 724 del 9 gennaio 2024, torna a tracciare con precisione questo confine, chiarendo perché la mancata applicazione della sospensione feriale dei termini non configuri un errore revocatorio.

I Fatti di Causa

Una società agricola si vedeva respingere un’istanza di definizione agevolata di una lite tributaria. La società impugnava tale diniego, ma la Corte di Cassazione, con una precedente ordinanza, dichiarava il ricorso inammissibile perché tardivo, ovvero presentato oltre il termine di sessanta giorni. Successivamente, la stessa Corte accoglieva il ricorso dell’Agenzia delle Entrate nel merito della controversia principale, relativa a un credito IVA.

Contro questa decisione, la società proponeva ricorso per revocazione. La tesi della ricorrente era semplice: la Corte aveva commesso un errore di fatto nel calcolare il termine di impugnazione, omettendo di considerare la sospensione feriale dei termini processuali. Se la sospensione fosse stata applicata, il ricorso sarebbe risultato tempestivo.

L’Errore di Fatto e la sua Interpretazione

Il ricorso per revocazione per errore di fatto, previsto dall’art. 395, n. 4, del codice di procedura civile, è un rimedio eccezionale. Può essere utilizzato solo quando la decisione del giudice si fonda sulla supposizione di un fatto la cui verità è incontrastabilmente esclusa, oppure sulla supposizione dell’inesistenza di un fatto la cui verità è positivamente stabilita, a patto che tali fatti risultino direttamente dagli atti di causa.

La società sosteneva che il mancato computo della sospensione feriale rientrasse in questa casistica, configurandosi come un puro errore di calcolo materiale e, quindi, un errore di fatto emendabile tramite revocazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso per revocazione inammissibile, fornendo una motivazione chiara e didascalica. L’errore compiuto dalla precedente ordinanza non era un errore di fatto, bensì un errore di valutazione giuridica, cioè un errore di diritto.

I giudici hanno spiegato che l’errore di calcolo può essere considerato un errore di fatto revocatorio solo quando, dalla sentenza, risultino correttamente individuati tutti gli elementi del conteggio e il criterio legale da applicare, ma il risultato matematico sia palesemente sbagliato.

Nel caso di specie, invece, il problema non era un calcolo errato, ma la decisione a monte di non applicare una norma, ovvero l’art. 1 della L. n. 742/1969 sulla sospensione feriale. La Corte, nella precedente ordinanza, aveva ritenuto (a torto o a ragione) che quella norma non fosse applicabile a quel tipo di ricorso. Questa è un’operazione di interpretazione e applicazione della legge, che per sua natura appartiene all’ambito dell’errore di diritto (error in iudicando).

L’errore di diritto, a differenza di quello di fatto, non può essere corretto con la revocazione, ma deve essere fatto valere con i mezzi di impugnazione ordinari, ove possibili. La Corte ha sottolineato che nella decisione impugnata non erano nemmeno stati menzionati i criteri di calcolo della sospensione, a riprova del fatto che la sua applicabilità era stata esclusa in radice per una scelta giuridica.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza ribadisce un principio fondamentale: la revocazione per errore di fatto è uno strumento con un campo di applicazione molto ristretto, finalizzato a correggere sviste materiali del giudice che emergono con immediatezza dagli atti, non a rimettere in discussione le sue valutazioni giuridiche. Confondere un’errata interpretazione della legge con un errore materiale significa tentare di utilizzare la revocazione come un ulteriore grado di giudizio, snaturandone la funzione. La decisione di applicare o meno una norma, come quella sulla sospensione dei termini, è e resta una valutazione di diritto, insindacabile tramite lo strumento della revocazione.

Qual è la differenza tra ‘errore di fatto’ e ‘errore di diritto’ secondo questa sentenza?
Un ‘errore di fatto’ è una falsa percezione di un dato materiale che risulta direttamente dagli atti di causa (es. leggere una data sbagliata). Un ‘errore di diritto’ è un errore nell’interpretazione o nell’applicazione di una norma giuridica. La sentenza chiarisce che decidere se applicare o meno la sospensione feriale è una valutazione giuridica e quindi un potenziale errore di diritto, non di fatto.

Un errore nel calcolo di un termine processuale può essere motivo di revocazione?
Sì, ma solo se l’errore è puramente materiale (un errore di calcolo matematico) e se la sentenza impugnata aveva correttamente individuato tutti gli elementi e i criteri giuridici per effettuare quel calcolo. Se, come in questo caso, l’errore deriva dalla decisione di non applicare una norma (la sospensione feriale), si tratta di un errore di diritto e non può essere corretto con la revocazione.

Perché il ricorso della società è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché basato su un presunto ‘errore di fatto’, mentre la Corte ha stabilito che l’errore commesso nella precedente decisione era un ‘errore di diritto’. Poiché l’errore di diritto non rientra tra i motivi di revocazione previsti dall’art. 395, n. 4, del codice di procedura civile, il ricorso non superava il vaglio preliminare di ammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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